Recensione di Sara Paoli
Autore: Margherita Giacobino
Editore: Mondadori
Collana: Scrittori italiani e stranieri
Anno edizione: 2017
Genere: narrativa
Pagine: 279
“Come a tante donne americane della sua generazione, quel che le stava a cuore non era la mia felicità, neanche la sua, ma una nevrotica, stridula finzione di felicità.
E in nome di questa finzione io avrei dovuto abdicare a ogni cosa vera dentro di me.”
L’autrice, come precisa nelle ultime pagine del libro, presenta una storia di libera ispirazione, che ha come protagonista la scrittrice Patricia Highsmith, frutto del lungo lavoro di lettura di tutti i suoi libri, racconti e documenti a lei riferiti. Pat è apprezzata per i suoi numerosissimi romanzi thriller e noir psicologici, a partire dai quali registi e autori, come anche Hitchcock, hanno realizzato film per il grande schermo.
Una grande storia costruita sulla biografia di Pat, con la sua trasformazione negli anni, da giovane determinata, a grande autrice di fama mondiale, dotata di un’intelligenza straordinaria e una personalità tanto complessa quanto affascinante. In apertura la incontriamo venticinquenne, mentre trascorre gli anni Quaranta a New York, quando il sogno americano diventa per tutti l’ideale di vita per eccellenza. La famiglia perfetta, la casa dei sogni, il matrimonio, per lei, al contrario, sono illusioni e false speranze. Questa realtà è un vestito troppo stretto, non le appartiene. Il lettore la segue in tutti i suoi viaggi tra America ed Europa e in tutte le storie d’amore con le numerose donne della sua vita, tanto intense e passionali quanto distruttive. Decide di dedicare la sua intera vita alla scrittura, vivendo appieno ogni singolo giorno. In questo quadro si vanno infatti ad inserire i suoi romanzi: come voci interiori che prendono vita nei momenti di disperazione più duri, si possono apprezzare le storie che nascono, maturano dentro di lei per poi prendere vita sulla sua penna. La Giacobino ci accompagna fino alla solitudine degli ultimi anni della vita di Pat, che non ha mai voluto cedere alla normalità di una vita stereotipata, una gabbia di vetro nella quale non è voluta rimanere, per restare, invece, sempre sincera con ciò che provava.
Un romanzo che è un invito alla riflessione, dove la scrittura si presenta ritmicamente forte e d’impatto. Sono stata fortemente condizionata dal modo di vivere e vedere il mondo della Highsmith. È un libro che mi ha aperto gli occhi. Questo è quello che mi aspetto da ogni romanzo. Il lettore che sceglierà di sfogliare le pagine di questa storia si troverà tra le mani non soltanto la vita di una scrittrice, ma di una donna che, a mio parere, può essere capace di insegnare tanto. Molti l’hanno definita egoista, fuori dalle righe; io credo che il suo modo di pensare la vita sia un inno alla libertà, contro le catene invisibili che la società ipocrita e moralista dei suoi anni cercava di mettere alle persone.
Margherita Giacobino
(Torino, 1952) è una scrittrice, giornalista, traduttrice e regista cinematografica italiana. Vive a Torino e si occupa prevalentemente di gender studies, di letteratura e di cultura lesbica. Ha curato la traduzione di Cime tempestose nel 1995 e di Madame Bovary per Frassinelli nel 1996, de La donna che rubava i mariti e L’altra Grace di Margaret Atwood per Baldini & Castoldi, tra il 1997 e il 1998. Dal 1994 collabora con Smemoranda.