Il quarto complice




Recensione di Silvia Zucchelli

Autore: Kjell Ola Dahl

Editore: Marsilio

Pagine: 263

Genere: Thriller

Anno Pubblicazione: 2005 (2010 Marsilio)

 

 

 

 

 


Facendo zapping tra le radio, e trovando canzoni dei Simple Minds, potrà capitare al lettore di pensare a Frank ed Elisabeth che stanno facendo l’amore. Questo libro, in effetti, è più di un thriller.
C’è molto eros tra i due protagonisti principali, e moltissima psicologia.

Frank, poliziotto, è fatalmente attratto da Elisabeth, che si trova (per caso?) in un negozio di alimentari dove la polizia sta facendo irruzione.
Ne è letteralmente ossessionato, al punto di sentirsi febbricitante quando lei lo invita con sms non esattamente lunghi, ma espliciti (il testo è: “Vieni”).
Arriva addirittura a seguirla fino a casa, a leggere sul campanello che lei vive con un uomo che porta il suo stesso cognome.
Un marito? No! Sollievo? Per poco.
E’ il fratello, nonché criminale Jonny Faremo.
Quindi Frank il poliziotto si porta nel letto la sorella di un malvivente.
Durante gli incontri amorosi emerge il vissuto di Frank, per mezzo delle domande che Elisabeth gli pone.
Sì, perché i due protagonisti della storia prima finiscono semplicemente a letto, e poi si conoscono a poco a poco. Elisabeth è sempre nella sua mente.
Il suo corpo, il tatuaggio, gli occhi, i capelli, l’abbigliamento. Sempre.
Mentre lavora alla scrivania, o a casa, o in auto sulla scena di un nuovo crimine.

Non nascondo che a questo punto, con la comparsa di un cadavere, ho pensato:

“Ah, è vero, sto leggendo un thriller!”.

Ma, subito dopo:

“Oh cavolo, la vittima è il fratello di lei….”.

Elisabeth, oltre a distogliere Frank dai suoi doveri, disturba anche il lettore con la sua presenza ed il suo agire. Tutto ciò non basta. E’ bisessuale. Spunta la sua amante donna, ricercatrice universitaria.

Finalmente Elisabeth muore, riportando il libro nel genere cui appartiene.
Esce di scena nell’incendio della baita della sua partner.
Agghiacciante la descrizione particolareggiata che si forma nella mente di Frank che sta per arrivare sul luogo dell’incendio.
Da brivido. Per me questo è stato il picco di tutto il romanzo.
Ma, anche dopo la sua morte, Elisabeth è presente in spirito tramite una serie di segni: un capello, un libro di poesie, una chiave misteriosa, una telefonata muta, il suono di un campanello senza anima viva nei dintorni.
Continuano le indagini sui vari omicidi della vicenda. Il più importante sembra essere quello di una guardia giurata, avvenuto durante la rapina in una villa, diversi anni prima. L’ipotesi è che gli autori non siano solo i tre noti, ma esista anche “Il quarto complice”.
La polizia, per il resto del libro, cerca l’identità di quest’uomo.

Il romanzo è notevolmente bello.
L’autore, che non conoscevo, offre ottime pennellate stilistiche.
Mi è piaciuto moltissimo il contrasto tra il freddo tipico del nord Europa, della neve, e il calore rovente della storia tra i due personaggi, delle baite che prendono fuoco, e della sauna che fa Frank. E…..Kjell Ola Dahl mi ha fregata.
Io ero convinta di aver fregato lui, intuendo il finale, ma nell’ultimo capitolo lui ha fregato me!
Porto con me questa citazione dell’amante (donna) di Elisabeth:

“Lei crede di essere unico o speciale solo perché ha il cazzo?”. Lapidaria!!

 

Kjell Ola Dahl


nasce il 4 febbraio 1958 a Gjøvik; figlio di un giornalista, ha studiato psicologia ed economia. Prima di dedicarsi alla scrittura ha lavorato in una scuola norvegese. Nel 1993 ha pubblicato il suo primo romanzo. Attualmente oltre ad essere uno scrittore è anche sceneggiatore.
 
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