Il ritorno della neve




Recensione di Marianna Di Felice


Autore: Francesca Guido

Editore: PlaceBook Publishing

Genere: Paranormale

Pagine: 176

Anno di pubblicazione: 2020

 

 

 

 

 

Sinossi. Quando il piccolo Nivio comincia ad articolare le prime parole, la persona a intuire qualcosa d’insolito è proprio la madre: Lara. Il bimbo, a causa dei ricordi di una vita precedente, ripete nomi sconosciuti, parla di un’altra casa, di un cane, di una sorellina e di altri genitori. La madre all’inizio sarà timorosa nel far luce in qualcosa che non comprende, mentre Davide, il padre del bambino, quando si renderà conto della veridicità dei fatti, sarà trascinato dagli eventi senza possibilità di uscita, se non quella che il destino ha già deciso per lui.

 

Recensione

Una storia di una famiglia tranquilla come se ne potrebbero trovare in giro nella realtà; una scrittura lineare che accompagna il lettore, senza distrarlo e senza appesantirlo, fino alla fine; un protagonista pregno da umana curiosità e suo figlio pervaso da un alone di mistero, tutto questo fa di Il ritorno della neve qualcosa dal quale il lettore non riesce a staccarsi.

Forse è l’argomento pieno di magnetismo che lo attira e non gli fa staccare gli occhi dalle pagine fino a quando non giunge la fine o forse è Nivio che con la sua storia riesce a catturare la sua attenzione, ma il lettore è ammaliato da ciò che legge.

Nel libro viene affrontato un argomento delicato che ha avuto molte testimonianze nella vita reale e che fa discutere, la reincarnazione cioè la nuova vita dell’anima in un altro corpo. Nivio è il protagonista di questo fenomeno che ha dei ricordi che non gli appartengono davanti allo sbigottimento dei genitori.

In loro c’è scetticismo perché magari il bambino ha visto in televisione qualcosa e finge di averlo vissuto; paura perché se fosse tutto vero come ci si dovrebbe comportare?

Meglio dimenticare o assecondare?

Non è facile perché il bambino di Lara e Davide quando parlava con la memoria di un altro sembrava non essere il loro figlio; curiosità perché è normale che si vuole sapere e Davide scriveva tutto quello che Nivio diceva, erano come indizi che lo portano a scoprire qualcosa, anzi qualcuno e un posto.

In questa storia sono presenti anche delle forze che si insinuano nel pensiero di Davide e lo portano a compiere cose solo perché aveva la sensazione che doveva farle. Molte volte è successo a tante persone, come il classico dejà-vu.

Pochi si inoltrano in questo argomento, perché non credono o per paura di sapere, ma tante sono le testimonianze che raccontano di questi fenomeni. In questa storia il lettore rimarrà col fiato sospeso fino alla fine e, se sensibile, si emozionerà. Una lettura piacevole che fa pensare ai misteri della vita e che lascia con dubbi che il lettore cerca di risolvere ragionando.

Buona lettura!




 

 

INTERVISTA

Come mai ha scelto un argomento, così discusso da alcuni e di contro taciuto da altri, per il suo libro? Ha un fine ultimo? Forse può sembrare un argomento scomodo in mezzo a tanti scettici. A lei è mai capitato un ricordo non suo?

È un argomento che da sempre mi appassiona e, anche se scomodo per alcuni, non credo che anche  il più scettico in materia non si sia mai posto delle domande. Io personalmente non ho mai avuto ricordi particolari, solo qualche coincidenza che, come chi crede in qualcosa di superiore, mi ha dato modo di riflettere. Possono essere solo convinzioni ma ci sono storie, come alcune citate nel libro, che a conoscerle nella loro interezza lasciano davvero senza fiato e parlare di coincidenze sembra davvero riduttivo. Il fine ultimo di questo libro è un  messaggio anche troppo scontato e cioè: si può credere o no, ma divulgare amore in questa vita non può che essere la cosa più giusta.

 

Devo farle i complimenti perché alla fine mi sono emozionata molto e io mi emoziono solo con libri che coinvolgono il lettore al punto di trascinarlo nella storia, come se la vivesse in prima persona. Ed effettivamente la storia coinvolge il pensiero di chi legge al punto che si domanda se sia possibile la metempsicosi e se si abbiano ricordi che non si possono giustificare razionalmente. Come pensa che possa reagire un probabile lettore? Pensa che questo libro possa tentare di far riflettere gli agnostici su un argomento decisamente interessante?

Io in fondo spero di sì, anche se il libro non vuole indottrinare nessuno, ma solo tenere compagnia per qualche ora con una narrazione di fantasia accessibile a tutti. Certo, qualche riflessione potrà nascere spontanea, ma quello che volevo evidenziare, oltre all’argomento trattato, è che già non si dovrebbe mai giudicare nessuno, ma ancor meno se non si conosce a fondo la sua storia.

 

Come scrive lei alla fine del libro, questo era un semplice manoscritto, e sarebbe stato un peccato se non avesse visto la luce come libro aggiungo io; cosa ne pensa della difficoltà che incontrano validi scrittori per emergere dall’ombra? Inoltre è in programma un nuovo lavoro?

È sicuramente una strada molto difficile. Le major puntano spesso su volti noti. La piccola editoria, quella più accessibile agli esordienti, oltre a garantire un discreto editing e la grafica di una copertina, non può fare molto e allora non resta che accontentarsi. Io sono felice che il libro abbia visto la luce e mi godo i commenti di chi lo ha letto, confidando in cuor mio nel passaparola e se avrà buone gambe camminerà. Nel frattempo mi diletto a dar vita ad altre storie.

 

A cura di Marianna Di Felice 

marisullealidellafantasia.blogspot.it

 

 

 

Francesca Guido


Nasce a S.Sofia d’Epiro nel 1960 in un piccolo paese arbëreshë dell’entroterra cosentino. Dopo pochi mesi si trasferisce con la famiglia in Liguria dove vive fino all’età di vent’anni, per poi tornare al Sud dove incontra l’Amore, nascono i suoi tre figli e dove tutt’ora vive felice coltivando le sue passioni: la scrittura, la lettura, la fotografia e la pittura, oltre a curare con amore il suo piccolo giardino: luogo ideale da cui trae ispirazione.

 

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