Recensione di Cristina Marra
Autore: Domenicantonio Minasi
Editore: L’Erudita
Genere: narrativa
Pagine: 82
Data di pubblicazione: 19 dicembre 2018
Recensione
Un amore che nutre, consuma e prende a morsi il cuore. Attese, profumi, baci e sogni che incontrano o ricadono nel nulla, nella solitudine di un cuore che si sente vuoto, sono le trentuno poesie piu’ “Le attese” della raccolta “Il rosso e lo zenzero” di Domenicantonio Minasi.
Brevi come un assaggio, i versi hanno il sapore insipido, piccante, dolce o aspro di un ricordo, e di una sensazione. Il libro, con la prefazione di Raffaele Morelli e la copertina di Milo Manara è un percorso dentro un cuore preso a morsi voraci e abbandonato.
Ma che gusto ha un cuore così?
E che cosa è capace di fare?
Minasi indaga a fondo e i ricordi diventano sospetti, le certezze i colpevoli e il cuore la vittima.
L’autore con pochi versi di una forte intensità erotica ma anche di una potente sottigliezza “criminale” mette insieme i pezzi di un amore sconfitto e assassinato, si sofferma con tenerezza e con crudeltà sui gusti e i sapori che lo hanno condito e cucinato a dovere lasciando sul letto “il cadavere del cuore”.
Il cibarsi di pietanze semplici o elaborate diventa nei versi di Minasi anche frantumare, triturare sotto i denti e masticare “il piatto del cuore”.
Cibo e sentimenti sono mangiati da una figura di donna che da carnefice diventa anche vittima trafitta, infilzata dalle lame taglienti e pungenti delle parole dell’autore.
Domenicantonio Minasi
Nato a Palmi (RC), vive a Roma. Autore televisivo e direttore artistico di numerosi eventi live.