Il sanguinaccio dell’immacolata




Recensione di Cristina Bruno


Autore: Giuseppina Torregrossa

Editore: Mondadori

Genere: poliziesco

Pagine: 237

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. All’alba dell’Immacolata viene trovato il cadavere di Saveria, giovane pasticciera figlia del boss Fofò Russo. Il questore ordina alla dottoressa Pajno di indagare su un delitto che in apparenza non ha alcun legame con il nucleo antifemminicidio che lei dirige. Marò è costretta a ubbidire, ma presto si accorgerà che troppe cose non tornano: è strana una rapina prima dell’apertura, quando la cassa è vuota, ma soprattutto chi mai a Palermo oserebbe prendere di mira la pasticceria Perla, di proprietà di un potente boss? Poco a poco la vicequestora troverà la grinta e la passione necessarie all’indagine, cercherà indizi nella famiglia della vittima e, inoltrandosi a fondo nelle maglie di un sistema tanto articolato quanto assurdo, arriverà a sfidare apertamente Fofò Russo, scoprendo che la battaglia di una donna non può che essere condotta a nome di tutte.

Recensione

La vice questora Marò Pajno è alle prese con i suoi problemi esistenziali: eccesso di cibo e mancanza di affetto. Mangia troppo e soprattutto male, mettendo sui fianchi fastidiosi rotolini di grasso. La causa probabilmente risiede nella fine della relazione con Sasà, un suo collega.

A peggiorare la situazione è il Natale in arrivo, il classico periodo dell’anno dedicato agli affetti e alla famiglia. In questo frangente accade uno strano omicidio: Saveria, titolare di una pasticceria in centro città, viene trovata uccisa da due colpi di pistola. E Saveria non è una donna qualunque, è la figlia di Fofò Russo, un potente capo mafia. Il movente e i mandanti dell’omicidio non sono chiari e sarà solo con lunghe e attente indagini che Marò riuscirà a scoprire la triste verità e ad assicurare alla giustizia i colpevoli.

Sicilia, mafia, polizia… come non pensare immediatamente al celebre commissario Montalbano?

E davvero echi della penna di Camilleri si sentono risuonare tra le pagine dell’autrice. Certo Marò è una donna che si occupa principalmente di femminicidio, ha una madre fastidiosa e una sorella amorevole, ha relazioni incostanti, insomma nella sfera affettiva si presenta come l’esatto opposto di Montalbano. In comune però hanno la propensione per il cibo siciliano doc e l’esprimersi in un misto di dialetto e italiano.

Per chi ha familiarità con i libri di Camilleri non sarà difficile muoversi tra le espressioni dialettali, anche senza l’aiuto del glossario finale.

E poi anche nelle storie di Marò troviamo la Sicilia come grande protagonista. I suoi sapori, gli aromi, i paesaggi, le tradizioni trasudano ovunque impregnando del loro umore il romanzo. Ci si perde a guardare il mare, ad ascoltare la pioggia, a vagare per il mercato assieme ai personaggi e a percorrere con loro le strade di Palermo. Non c’è finzione, bensì cronaca della vita che scorre.

E in tutto questo Marò e la sorella Nanà, l’ispettore Fedeli, il questore Bellomo, la magistrata Palumbo risaltano nella loro umanità votata al bene, tanto quanto Fofò e i suoi scagnozzi spiccano per malvagità.

E anche le vittime, Saveria e Manlio come Lorenzo, Daniele, e in fondo anche Roberto, hanno un loro spessore e ci raccontano storie reali di chi deve convivere con padri padroni senza condividerne il pensiero. C’è chi riesce a ribellarsi, pagando talvolta con la vita, e chi non riesce, e accetta la sottomissione vinto dalla paura. Tutto il mondo che ruota attorno a Marò ha il gusto della vita vissuta che rende la lettura facile e avvincente.

Marò è la protagonista a tutto tondo, simbolo di una femminilità che non accetta di essere ingabbiata in ruoli e tradizioni, è una donna che lotta per sé e per le altre per uscire da una situazione di stallo e trovare una via di riscatto per tutto l’universo femminile.

A cura di Cristina Bruno

fabulaeintreccio.blogspot.com

 

Giuseppina Torregrossa


è nata a Palermo. Madre di tre figli, vive tra la Sicilia e Roma, dove ha lavorato per più di vent’anni come ginecologa. Con Mondadori ha pubblicato Il conto delle minne (2009, tradotto in dieci lingue), Manna e miele, ferro e fuoco (2011), La miscela segreta di Casa Olivares (2014) e, nel 2012, Panza e prisenza, dove compare per la prima volta il personaggio della commissaria Marò Pajno.

 

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