Il seme della violenza




Recensione di Sabrina De Bastiani


Autore: Ludovico Paganelli

Editore: Mondadori Electa

Collana: Madeleines

Pagine: 356

Genere: Thriller

Anno di pubblicazione: 2018

“Un silenzio surreale, quasi onirico, regna ovunque e l’incedere irrequieto dei passi di un uomo rimbomba sinistro sotto i portici di piazza degli Affari. Dietro di lui altri passi, più silenziosi e regolari, che, coperti dalla fitta coltre di nebbia… gli si avvicinano rapidi, indisturbati e implacabili.”

Per quasi tredici anni Margot Blanchard, giovane e affascinante commissario di Polizia in piazza San Sepolcro a Milano, è riuscita a governare con successo le ombre di un passato che minacciano di oscurare la sua felicità conquistata a fatica, coronata dal sogno di arrivare ai vertici delle Forze dell’Ordine e da un matrimonio felice che le ha regalato una splendida bimba, Isabelle. Ma anche per lei il tempo di regolare i conti col passato sembra essere giunto inesorabile. È la Vigilia di Natale nell’anno di Expo e in piazza degli Affari viene pugnalato a morte un uomo. Quella notte incombe sulla città una nebbia fitta e impenetrabile, le strade attorno al centro storico sono deserte e non ci sono testimoni. Sul caso è chiamata a investigare proprio lei. Coadiuvata nell’indagine dall’ispettore Colasanti e dall’agente Mantovani, Margot scopre che la vittima è un certo Mario Pittaluga, consulente finanziario presso l’agenzia di un noto istituto di credito. Parte l’inchiesta ma quello che sembrava il logico movente dell’efferato gesto nasconde verità ben più drammatiche e sono appunto tali verità a travolgere Margot con furia devastante, costringendola a lottare contro i demoni di un passato ormai lontano dal quale però non può più sfuggire.

RECENSIONE

Si sentì una donna molto fortunata, eppure covava di continuo un vago senso di malessere e disagio che le bruciava dentro come fuoco sotto la cenere, perché in fondo al cuore sapeva benissimo che quella felicità se l’era in gran parte costruita, grazie all’abilità mostrata nel gestire menzogne o mezze verità.

Cosa succede quando a pronunciare parole di questo tenore non è chi appartiene al lato oscuro ma un commissario di polizia?

Nella fattispecie, il commissario Margot Blanchard, alta carica, donna bellissima, potente e sicura di sé, famiglia perfetta, marito innamorato, figlia meravigliosa.

Succede che ci si trova immediatamente catapultati in un romanzo da allerta rossa, che viene mantenuto fino in fondo, senza il minimo calo di tensione.

Margot Blanchard, protagonista assoluta, esce dalle pagine svelando fin da subito la sua “ambiguità”, riesce ad apparire padrona delle situazioni, veloce nei ragionamenti e abile a simulare, ha fatto del manipolare persone ed eventi un’arte raffinata. Dovremmo detestarla o perlomeno essere pervasi da una sana diffidenza nei suoi confronti, e invece ci schieriamo al suo fianco, perché il sentimento che ci ispira è la solidarietà, perché attraverso il flusso dei suoi pensieri,che fino alla fine dicono e non dicono, percepiamo immediatamente che all’origine di questo indossare una maschera e istintivo celare, c’è una tragedia, di quelle che nella vita fanno da spartiacque tra un prima ed un dopo, ma che mai fino all’ultima riga, immagineremmo di portata così devastante.

Milano imbiancata nei giorni prossimi al Natale vede il vanificarsi dei propositi del commissario Blanchard di passare le feste in famiglia, di riappropriarsi, nella “sospensione del tempo” tipica delle feste, del ruolo di moglie e madre.

Proprio il giorno della vigilia, infatti, un omicidio efferato e che fin da subito appare di difficile risoluzione fa saltare ogni programma.

Il cadavere di Mario Pittaluga, consulente finanziario, dongiovanni impenitente, pugnalato a morte in piazza degli Affari, risulta essere un cadavere “ingombrante”. Nessun testimone, tante pressioni per una pronta risoluzione. Sia da parte delle autorità più alte in grado che da parte della famiglia del commissario, delusa dal dover di nuovo “rinunciare” a lei.

L’impegno della sua squadra, pur con qualche intoppo, è quindi urgente e massimo, ogni pista battuta, nessuna via trascurata.

Ma il caso anziché chiarirsi si incaglia in mezze verità e vicoli ciechi; e se da un lato il commissario Blanchard trova in un certo qual modo “sollievo” nella libertà dell’essere fuori casa per essere maggiormente se stessa, dall’altro si fa sempre più prepotente in lei la consapevolezza di volersi riappropriare del diritto di essere se stessa all’interno delle mura domestiche, restituendosi nella sua interezza alle persone che ama, rivelando il proprio demone, anche a costo di perdere tutto.

Se l’originalità e il punto di forza di questo personaggio femminile così sfaccettato stanno nell’usare, nello scandagliare, le sue debolezze e ambiguità per riconoscerle negli altri, elemento fondante che porterà alla soluzione del caso, l’originalità e il punto di forza della scrittura di Paganelli stanno nel non avere peli sulla lingua e nel rifuggire metafore e giri di parole.

L’Autore, infatti, all’esordio come romanziere, stupisce e convince proponendo un thriller davvero ben scritto, ambiguo e passionale, di raffinata eleganza, che cattura e avvolge in una spirale di eventi ed emozioni che prendono alla gola e tagliano il respiro. Non edulcora e non fa sconti in termini di immagini, eventi, azioni e reazioni, rendendo in maniera assolutamente viva e realistica atteggiamenti e gesti che in misura più o meno grande ognuno di noi, nel profondo, sa di avere, preferendo, talvolta, non rivelare.

Lo so che magari ti potrò sembrare paranoica, ma a quanto pare questa è l’indagine delle donne che in un modo o nell’altro hanno qualcosa da nascondere.

Ludovico Paganelli


Ludovico Paganelli (Milano, 1978), laureato in Scienze Politiche, è Dirigente Sindacale Fabi all’interno del Gruppo Banco BPM. Fin dai tempi dell’università coltiva la passione per la scrittura e l’enogastronomia. Nel 2009 viene ammesso all’albo dei giornalisti e nel 2011 fonda “Viaggi & Tentazioni”, periodico on line che ospita reportage di viaggi, oltre a recensioni di ristoranti, cantine vinicole e prestigiose strutture alberghiere. Nel tempo libero ama dedicarsi al ciclismo su strada. Vive oggi con la moglie Paola e la figlia Elisa a Santa Margherita Ligure, dopo aver condotto per diversi anni una vita da pendolare per amore tra il capoluogo lombardo e la perla del Tigullio. Ed è proprio durante i continui viaggi in treno che ha scritto Il seme della violenza, il suo primo romanzo.