Vincitore del premio Fai viaggiare la tua storia 2020
Recensione di Mara Cioffi
Autore: Stefano Bilardello
Editore: Libromania
Genere: Thriller
Pagine: 352
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. A ottobre Trieste sembra un dipinto. Dal porto si stende una tela blu e all’orizzonte luccicano come argento le vele della Barcolana gonfiate dal vento. Anche il commissario Renzo De Stefano, da poco trasferitosi a Trieste da Aquileia per raggiungere la sua compagna, cerca di godersi l’atmosfera di festa che la famosa regata porta in città, quando arriva la notizia che la 47° edizione della gara è stata macchiata da un duplice delitto: a bordo di un’imbarcazione sono stati ritrovati due corpi, uno dei quali marchiato a sangue con le lettere NN. De Stefano analizza scrupolosamente l’insolita scena del delitto e inizia subito a indagare, ma gli omicidi non sono finiti, si susseguono uno dopo l’altro in diversi luoghi della città. Il marchio NN sembra essere la firma di una mente spietata e con un piano molto preciso. Cos’altro accomuna le vittime di queste terrificanti esecuzioni? Tra false piste e la pressione di un’opinione pubblica sempre più spaventata, De Stefano e i suoi uomini iniziano una corsa contro il tempo per fermare una scia di sangue che sembra inarrestabile e si intreccia alla dolorosa storia della città.
Recensione
Terzo caso per il commissario Renzo De Stefano che, come in “Bora nera”, lascia che siamo spettatori di quattro delitti molto efferati che non sembra abbiano qualcosa in comune. O forse sì?
Ancora una volta, rimango affascinata dalla costruzione della trama concepita da Salvo Bilardello.
A differenza del secondo romanzo, qui l’azione non è al cardiopalma, non c’è niente di eclatante in senso lato, ma si gioca tutto dal punto di vista del “macabro”, della vendetta, dell’efferatezza e della giustizia, che non è una giustizia terrena, né divina, ma una giustizia che si vorrebbe raggiungere perché si è sofferto e si è visto soffrire.
Ho trovato particolarmente interessante e attraente inserire i primi omicidi durante l’edizione della Barcolana, la storica regata velica internazionale, che si tiene ogni anno nel Golfo di Trieste, la seconda domenica di ottobre. Offre sicuramente un ottimo palco per far conciliare una scena quotidiana, normale, con il macabro, il “rosso” dell’omicidio.
I riferimenti al passato, alla Seconda Guerra Mondiale e all’atmosfera che si respirava a Trieste, l’ho trovato molto pertinente, perché non ha distolto l’attenzione dalla scena principale e allo stesso tempo ha fornito un sotto-testo, un background per riuscire a inquadrare meglio l’assassino (che, comunque, rimarrà tra le tenebre fino alla fine, non preoccupatevi).
Il personaggio di De Stefano continua ad acquisire sempre più sfaccettature, tra l’altro in alcuni casi, anche ironiche e penso alla scena in cui si presenta l’ispettore Buoncaso, siculo come Renzo, che inizia a parlare in dialetto sicialiano, cosa che De Stefano non tollera e lo sono immaginato mentre fumava di rabbia in stile zio Vernon con le lettere da Hogwarts per Harry.
Unica nota, a mio avviso stonata, è l’utilizzo di un termine un po’ retrò, visto che il romanzo è ambientato ai nostri giorni; penso alla parola “telefonino”, che non credo ormai utilizzi più qualcuno, considerati i cellulari o smartphone moderni a cui siamo abituati; senza contare, che De Stefano non utilizza la tecnologia per risolvere i casi, il che può essere comprensibile in un certo senso, perché se ne fa menzione nel testo, lui è un commissario “vecchio stampo”, ma trovo difficile che la Polizia, al giorno d’oggi, possa non fare affidamento alle nuove tecnologie, fosse anche solo per una ricerca più approfondita.
In ogni caso, avevo già apprezzato molto “Bora nera” e questo terzo romanzo non ha fatto altro che confermare che Salvo Bilardello è un ottimo autore di thriller/gialli.
Se avete amato De Stefano in “Bora nera”, non potete perdervi la sua nuova avventura!
Voto finale: ⭐️⭐️⭐️⭐️
Salvo Bilardello
Siciliano di origine, ha vissuto a Palermo dove ha compiuto gli studi di chimica. Per quasi trent’anni ha lavorato come chimico nelle più grosse multinazionali del farmaco. Da alcuni anni si occupa di consulenze chimiche. Autore di diversi articoli di divulgazione scientifica. Ama scrivere romanzi gialli, la letteratura russa e francese e gli scacchi. Grazie alla moglie Patrizia ha imparato ad amare anche i gatti. Sposato, vive tra Marsala e Trieste. Ha già pubblicato “Le strane morti di Aquileia”, la prima indagine del commissario De Stefano.
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