Il volto dell’inganno




Recensione di Loredana Cescutti


Autore: Vincenzo Capretto

Editore: Dialoghi – GRIDA Thriller

Genere: Thriller

Pagine: 166 p., R

Anno di pubblicazione: 2020

 

 

 

 

 

Sinossi. L’apparente tranquillità della famiglia Mariani è sconvolta dall’arrivo della tata Greta Kuznetsova. Dietro un pallido sorriso si nasconde una donna cupa e misteriosa che inizia ad avere comportamenti sempre più strani. Nulla sarà come prima, anzitutto per Beatrice, la padrona di casa, una splendida donna viziata che proverà a essere mamma e moglie modello, ma le sue continue frustrazioni la porteranno a cedere al suo lato oscuro. In quel vortice di pulsioni inarrestabili finisce anche il marito Alessandro, dirigente di una casa farmaceutica, che pur di raggiungere i suoi obiettivi di carriera appare disposto a tutto. Un farmaco per la cura del cancro diventerà il simbolo della brama di ricchezza, in una lotta senza esclusione di colpi in cui nessuno sarà immune alla seduzione del potere.

L’amore era un mucchio di emozioni che cadevano a gocce e il matrimonio un’idea… un’idea che aveva bisogno di due persone opposte e complementari per diventare funzionante.”

 

 

Recensione

Nell’approcciarti ad un nuovo autore, di quelli che proprio non conosci, il rischio di caduta e che la lettura si dimostri faticosa è concreto, reale.

Ogni volta che assaggi qualcosa che non conoscevi da prima è come un salto nel vuoto e io lo so bene, perché negli ultimi mesi, anche a causa della situazione che abbiamo vissuto, il mio livello di pazienza e sopportazione davanti a una lettura che non mi convince ha raggiunto velocemente un livello di saturazione altissimo. Mi bastano poche pagine e se non riesco da subito ad entrare nella storia, se la trovo incespicante, se ne ho la percezione di noia o di fatica la metto subito da parte.

Invece, il racconto di questo giovane autore mi ha colpita, ha stuzzicato la mia curiosità e mi ha accompagnata in un viaggio nella più totale follia e falsità.

È una storia che ti picchia allo stomaco, dove l’apparenza è più importante dei sentimenti, dove nessuno è onesto con sé stesso e meno che mai con chi gli sta attorno e dove, pur di salire e di arrivare in alto si è disposti a tutto. Anche e soprattutto a tradire il prossimo.

La trama è intricata, ma si apre e si chiude che è una delle qualità che apprezzo nelle storie, che finisca bene o male ma, farmi rimanere in sospeso mi provoca un fastidio di cui non avete nemmeno idea. Anche se ovviamente, davanti a un seguito non mi tiro indietro.

La fluidità della lettura ben si concilia con l’abilità dello scrittore, che ha dimostrato, a mio avviso, grande padronanza nel raccontare usando uno stile che ti incolla alla sedia e non ti lascia abbandonare il libro fino alla fine.

Capretto ha dato vita ad una trama ben orchestrata, che nulla lascia al caso e anzi, ad ogni pagina finisci per addentrarti in questa ragnatela di inganni, di false promesse, di segreti e progetti che non conoscerai fino alla fine, e che quando giungerai all’epilogo finale, troverai assurdamente incredibili e ti renderai conto, che l’autore ce l’ha fatta, ci è riuscito.

Ti ha preso in giro.

Sentimenti inamidati e falsati, necessari solo per raggiungere uno scopo, che nulla hanno a che fare con la tenerezza, il vero amore e tutto quello che di solito ruota attorno ad una coppia.

Vi do un consiglio, leggendo questo libro, i sentimentalismi lasciateli da parte.

Ne uscireste distrutti.

Due i protagonisti reali della vicenda: il volto delle grandi occasioni, dell’opulenza e dell’apparenza e quello ancora più meschino e terribilmente falso dell’inganno che ognuno indosserà, consapevolmente, come un abito cucito su misura.

Personaggi malsani che si rivelano un po’ alla volta e che finiscono per spiazzarti, proprio per l’assenza totale di empatia fra di loro e anche verso di te e in questo caso, non è una mancanza dell’autore nei nostri confronti, quanto invece la sua abilità nell’estraniarsi dalla storia per non influenzarla, non lasciando tracce inutili che potrebbero fuorviarci ad eccezione della sua penna, della sua prosa, che scorre fra le pagine e ci porta in una situazione di ansia malata e febbrile.

La stessa dei suoi personaggi.

Una frenesia che cresce sempre di più fino all’epilogo, che finisce per demolire ogni speranza e ti toglie l’illusione che qualcosa di buono possa ancora accadere.

Una storia da scoprire, da leggere, da digerire, e assolutamente da non dimenticare.

“…tutti siamo un po’ ambigui. Dipende da che prospettiva guardi le cose…”

Buona lettura!

 

INTERVISTA

Innanzitutto, le dico grazie per avermi fatto avere una copia del suo libro. Dal canto mio è stato un piacere leggerlo.

Nelle note iniziali del romanzo, emerge come questo libro abbia rappresentato un punto di svolta nella sua vita, un regalo che ha deciso di dedicarsi per uscire da un brutto periodo personale che stava vivendo. Cos’è per l’autore Vincenzo Capretto la scrittura? Quale valore gli attribuisce?

La scrittura nel tempo ha rappresentato diversi mondi nel quale rifugiarmi. Da bambino e adolescente scrivevo le prime forti emozioni che provavo, ma che non riuscivo a esprimere con i gesti o parole dette. Da adulto ho scritto per “informare” chi mi leggeva, ecco che sono diventato giornalista pubblicista. Poi la mia scrittura ha cominciato un nuovo percorso: scrivevo sensazioni improvvise e stati d’animo. Fin quando in uno dei momenti più grigi della mia vita, la scrittura è diventata terapeutica perché attraverso il lavorio continuo di una scrittura salvifica, si arguisce quanto essa ci possa aiutare nell’elaborare anche la sofferenza più acuta, a superare traumi di cui molti di noi portano sul proprio corpo e nella propria anima; ho imparato a recuperare un mio senso. Senza più paura di sprofondare. 

La scrittura, inoltre, ti permette di fissare sulla pagina sentimenti, emozioni, fatti che vuoi ricordare, mantenere perché possono sfuggire, perdersi, dimenticare. Mettendoli invece per iscritto su una pagina, riesci a metterle a disposizione di altre persone così da renderle partecipi di un sentimento, di un’emozione che hai provato cercando quindi di condividerla con gli altri, di renderla in qualche modo pubblica.

 

 

Nel romanzo di carne al fuoco ce n’è moltissima, ma io riassumerei il senso del libro con una parola che racchiude al suo interno tutto: opportunismo. Il bisogno di primeggiare, di scavalcare tutto e tutti al solo scopo di ricavarne un profitto personale. Altresì l’amore che qui viene utilizzato come arma per ottenere ancora di più e che di fatto, al suo interno non contiene nulla di ciò che dovrebbe rappresentare un termine di questo tipo se non gelo e meschinità. Lei nel descrivere il romanzo, ha scritto che è partito tutto da un sogno che le ha fornito una traccia e che da lì, successivamente la trama poi si è sviluppata velocemente. Ma perché ha scelto di strutturare la storia proprio attorno a queste tematiche?

Il sogno è stato l’input di tutto. Oltretutto sognare un luogo (Valsolda, ndr) mai visto prima, ti fa pensare che è stata la storia che ha scelto te e non viceversa. Tutto gira intorno a queste tematiche perché, purtroppo, sono le più attuali, e stando prendendo sempre di più il sopravvento. Vissute anche sulla mia pelle.

Partendo dal fulcro del libro, l’inganno: credo che sia intrinseco nell’essere umano. Per assurdo l’inganno, la sete di potere, la furbizia, l’astuzia esistono sin dagli albori, pensate ad Adamo ed Eva nell’Eden, al peccato originale. 

La società di oggi vive di apparenza, siamo sempre alla continua ricerca di nuove emozioni, nuovi traguardi da raggiungere in qualsiasi modo, a discapito di tutto e tutti, anche calpestando chi ci è vicino, addirittura chi amiamo. Abbiamo una spasmodica sete di potere e direi siamo maledettamente incontentabili. Non apprezziamo le cose belle che abbiamo e che ci circondano. Difficile sentir dire oggi “sono felice, ho una vita perfetta”. Anche l’amore troppo spesso è infettato da questi sentimenti negativi fino a trasformare i rapporti in finzioni, che a volte si rilevano anche funzionanti. Cito proprio un passo del libro “L’amore era un mucchio di emozioni che cadevano a gocce e il matrimonio un’idea… un’idea che aveva bisogno di due persone opposte e complementari per diventare una finzione funzionante”.

Quindi mi direte l’uomo è completamente perso nella sua meschinità? Ancora no. Direi che il primo passo per provare a combattere questi atteggiamenti e questi sentimenti, sia proprio quello di riconoscerli.

 

Da autore le chiedo: sta già pensando a scrivere qualcosa di nuovo?

Da amante dei libri le chiedo: che tipo di lettore è Vincenzo Capretto? Quali sono i suoi generi letterari di riferimento? Ha lasciato uno spazietto anche per i romanzi e i thriller nordici?

Ho iniziato a scrivere il sequel del VOLTO DELL’INGANNO, purtroppo manca la cosa fondamentale: il tempo. Nonostante la voglia ci sia. Nel cassetto ho poi chiuso una trama di un romanzo sentimentale drammatico.

Amo il thriller psicologico, ma non tutto. Non prediligo i romanzi dove troviamo l’ispettore, la squadra che deve indagare, nonostante so benissimo che piace di più e che attira maggiormente, soprattutto se poi il protagonista è anche buffo e ha qualche piccola menomazione fisica. Privilegio i thriller che camminano attraverso le turbe psichiche dell’uomo, li vedo più realistici. Ecco che i miei riferimenti diventano scrittori come Wulf Dorn o B.A. Paris. Nulla vieta che un giorno anche io scriva di ispettori o squadre speciali. Al momento sono concentrato e attratto da questo tipo di scrittura e soggetto. È chiaro però, che quando vai a scrivere, ci sono momenti che sfumi in altri generi. 

Sono sincero, al momento ancora non ho letto thriller nordici. Purtroppo, leggo molto meno di quello che vorrei ultimamente, per sfruttare ogni spazio mi sono affacciato anche al mondo degli audiolibri. Il tempo è davvero poco. Essendo un giornalista leggo tanto per forza di cosa, e posso dirvi però, che attraverso recensioni e articoli ho nel mirino Jo Nesbo e Lars Kepler.

Grazie mille, è stato un piacere chiacchierare con voi. 

 

 

 

Vincenzo Capretto


Vincenzo Capretto: (Napoli, ottobre 1979), è un militare della Marina Militare. Attualmente vive a Roma. Nel 2011 si laurea presso l’Università della Tuscia di Viterbo in Scienze Organizzative e Gestionali con lode. È un giornalista pubblicista, collabora come redattore per la testata giornalistica sportiva on line “Footballweb” e per la rivista online di profilo economico – finanziario “Kompetere Journal”. È anche moderatore di un gruppo Facebook di 17.000 utenti che tratta di libri thriller, gialli e noir. Nel tempo libero si diletta a scrivere poesie e piccoli pensieri. All’età di quattro anni vede il suo primo film del genere horror, l’Esorcista. Sin da bambino è appassionato del thriller, del mistero e di tutto quello che gli ruota intorno. “Il volto dell’inganno”, edizioni Dialoghi, è il suo romanzo di esordio (2020).

 

 

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