Incubo di famiglia




Recensione di Federica Gaspari


 Autore: Mikaela Bley

Traduttore: Lisa Raspanti

Editore: Newton Compton Editori

Pagine: 348

Genere: thriller

 

 

 

 

 

 

È un giorno di metà agosto, quando la giornalista di cronaca nera Ellen Tamm lascia Stoccolma per tornare a casa della madre a Örelo.


Ha avuto un crollo psicologico dovuto al caso della piccola Lycke, una bambina scomparsa, che l’ha fatta sprofondare nell’abisso del suo passato traumatico. Quando aveva otto anni, sua sorella gemella, Elsa, è morta affogata, e i ricordi vaghi e sconnessi di quel giorno la tormentano. Giunta a casa trova una terribile notizia ad attenderla: in un paese vicino è stato ritrovato il corpo senza vita di una donna sconosciuta, picchiata a morte.

Nessuno pare in grado di identificare la vittima o spiegare cosa ci facesse lì. Nonostante abbia un disperato bisogno di riposo, Ellen, incapace di dimenticare il suo ruolo di giornalista investigativa, decide di indagare.

Inizia così a fare domande e prova a ottenere informazioni dagli agenti di polizia, senza grandi risultati. Più si addentra nel complicato intrigo di ciò che è accaduto, più si rende conto che l’idilliaca cittadina di provincia nasconde segreti. E alcuni dei più inconfessabili riguardano proprio Ellen e la sua famiglia.

Dopo il grande successo del best-seller Segreto di famiglia, Mikaela Bley torna nelle librerie con un nuovo romanzo che ha come protagonista Ellen Tamm. Su Incubo di famiglia incombevano grandi aspettative dopo un brillante esordio.

L’autrice svedese doveva confermarle e, magari, superarle prendendosi qualche rischio. Per raggiungere il suo obbiettivo, la Bley cambia palcoscenico, scegliendo un’ambientazione diversa dalla precedente. La fragile e frammentata creatura nata dalla sua penna torna alle origini a Örelo, nella Svezia meno frenetica e apparentemente monotona.

È un riavvicinamento alla sua famiglia segnata da ferite che fanno fatica a rimarginarsi, ma è anche una riscoperta di se stessa.

Tuttavia, Ellen difficilmente si allontana dal suo amato quanto complesso lavoro di giornalista che spesso la costringe a sovraccarichi di impegni oltre che di emozioni contrastanti; nel lavoro lei riesce a dare il meglio di sé impegnandosi.

Il caso del ritrovamento del corpo di una giovane donna in un paese nelle vicinanze è una sinistra occasione per riflettere non solo sul ruolo della famiglia nella vita di ognuno, ma anche un modo per porre l’attenzione su tematiche scottanti come quella del femminicidio.

È interessante, infatti, la prospettiva della stessa protagonista che spesso durante la narrazione si fa portavoce del pensiero dell’autrice (e non solo): quanta importanza viene data alle notizie di questi brutali omicidi e maltrattamenti? Brevi servizi o articoli visti e letti quotidianamente troppo spesso spariscono come foglie nel vento…

Il desiderio di giustizia e la determinazione porteranno la protagonista a fare luce su intricati intrecci di segreti e falsità fin troppo radicati nella società. Purtroppo, però, la narrazione non è sempre all’altezza delle tematiche affrontate: in alcuni passaggi sbrigativi o prevedibili, si assiste a cali di tensione, che non permettono di definire questo thriller completamente riuscito.

Nel complesso la lettura riesce comunque ad intrattenere suggerendo anche importanti spunti di riflessione.
 

 

Mikaela Bley 


Mikaela Bley. È nata nel 1979, vive a Stoccolma con il marito e i loro due figli. Ha lavorato come produttrice per il canale televisivo TV4 e ora fa la scrittrice a tempo pieno. Ha esordito con Segreto di famiglia. Dopo l’incredibile successo internazionale del libro, l’autrice sta lavorando a una serie che ha per protagonista l’ostinata giornalista Ellen Tamm.

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