A tu per tu con l’autore
A cura di Marianna Di Felice
Quanta passione per i luoghi e quanta voglia di condividerlo con gli altri, affinché possano entrare anche nei loro cuori, ha messo per scrivere I boschi del tempo?
Ciao Thrillernord, grazie per l’onore di un’intervista con voi! “I Boschi del tempo” fa parte di un’iniziativa di raccolta fondi a sostegno di un progetto di bonifica e restauro dell’appezzamento dove una volta c’era la Chiesa di Sant’Ansano, a Brento,distrutta dalla seconda guerra mondiale. Sono quindi stata contattata dall’amministrazione comunale di Monzuno con la richiesta di scrivere un libro che parlasse del luogo, se possibile creando un breve romanzo in cui introdurre i riferimenti storico-geografici. Sono bastati un paio di escursioni per appassionarmi ai luoghi, così solenni e silenziosi nella loro apparente, eterna immobilità. Si tratta di luoghi ricchi di storia, che hanno ospitato vicende che, come discendenti, non dovremmo dimenticare.
Nel libro è descritto un luogo, Brento, che fa venir voglia, a un lettore sensibile, di ripercorrere la sua storia andandolo a visitare. Ma quanto è dura spiegare la storia di determinati luoghi e avere la piena attenzione di chi, di solito, è abituato alla frenesia e alla comodità per convincerlo a visitare certi posti che sembrano ormai dimenticati?
Nello scrivere il romanzo ho cercato di intrecciare la narrazione di fantasia, una storia d’amore contemporanea, ai ricordi delle vicende che hanno fatto parte della storia italiana. Margherita, la protagonista della storia, è una donna di città, che capisce che l’unico modo per non perdere Riccardo, legatissimo ai “Boschi del Tempo”, è accettare di vivere sull’Appennino. Certo, si tratta di rallentare alcuni ritmi e abituarsi alla mancanza di alcune delle comodità cittadine, ma è una scelta consapevole: Margherita, oltre ad amare Riccardo, è a sua volta affascinata dall’atmosfera un po’ magica delle montagne. Il romanzo ha una colonna sonora, composta da un unico brano: Scarborough Fair, l’antica ballata celtica con richiami medievali. Il testo fa continuamente riferimento al rimpianto, alla nostalgia, e a tre prove da superare per dimostrare il vero amore.
Anche per Margherita e Riccardo l’amore non sarà facile e, per poter restare uniti, dovranno superare una serie di prove.
Il richiamo al turismo in certi luoghi, per come si comportano molte persone e per come è diventato invasivo in molti casi il settore, potrebbe comportare la rovina di quei luoghi di straordinaria importanza storica? Come si potrebbe evitare il degrado o il collasso?
Il turismo può essere descritto come “amore per i luoghi”, quindi difficilmente le persone che amano un posto hanno voglia di rovinarlo. Certo, se un luogo di vacanza diventa “alla moda” e finisce per diventare meta di un turismo consumistico, si rischia il degrado. Secondo me, basterebbe lasciare inalterati i ritmi, le abitudini degli abitanti. Nel senso: se in un paesino tra le montagne i negozi restano chiusi per la sosta del primo pomeriggio, non ha senso tenerli aperti per accontentare i turisti. Sono i visitatori a doversi adeguare alle consuetudini locali e non viceversa.
Com’è nata in lei la voglia di scrivere e di dare sfogo alle sue emozioni? E quanti libri legge per alimentare questa sua passione?
Leggo trenta-quaranta libri l’anno, a volte di più. Ho imparato a leggere da autodidatta, a quattro anni, perché nessuno mi leggeva le fiabe di Andersen e io volevo a tutti i costi sapere cosa fosse successo alla ragazza dell’illustrazione, quella con la coda di pesce che abbracciava piangendo un uomo che sembrava svenuto mentre, poco più in là, una nave stava affondando tra le onde altissime. “Se questa è solo la figura, e già spiega tante cose” pensavo “allora chissà quante cose bellissime ci sono nella parte scritta.” Da lettrice super-precoce, ho capito presto che scrivere è un bellissimo mezzo per far succedere le cose che vorremmo, così ho cominciato a comporre racconti dove io ero la proprietaria di una nave che girava il mondo. Avevo nove-dieci anni.
Domanda di rito per Thrillernord. Ha mai letto un thriller nordico? Se lo ha letto ha un autore o degli autori preferiti?
Ahimè, temo di non essere andata oltre la Trilogia di Stieg Larsson. Non mancherò comunque di leggere qualcosa, cercando i titoli proprio dal vostro sito. Ho diverse amiche che leggono regolarmente i thriller nordici, e ne sono entusiaste. Sono curiosa, davvero, e dopo questa intervista la mia curiosità è aumentata.
Grazie
Grazie a voi, a presto!
Cristina
Marianna Di Felice
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