Intervista a Emiliano Bezzon




A tu per tu con l’autore

 

 

 

Come nasce la passione per la scrittura?

Innanzitutto, nasce la passione per la lettura, fin da piccolo coi romanzi di Salgari regalatimi dai miei genitori. Poi attorno ai 14 anni mia sorella mi ha fatto leggere il mio primo autore importante Ignazio Silone e da quale momento non ho mai più smesso, diventando lettore onnivoro. Nel 2007 un caro amico, Fabrizio Canciani, mi ha invitato a scrivere un racconto per una jam session letteraria poi pubblicata da Todaro con il titolo “delitti e canzoni”. In quell’occasione avevo scritto “la notte del boss” un noir ambientato durante un concerto di Springsteen a San Siro. Poi ho scritto diversi testi di manualistica giuridica fino a quando, nel 2014, ho scritto il primo romanzo “Breva di morte”. E da li altre tre romanzi e molti racconti, pubblicati in diverse antologie.

 

Come mai ha scelto una protagonista donna per i suoi gialli?

In realtà le protagoniste sono due Giorgia del Rio e Doriana Messina, la psicologa e l’ufficiale dei carabinieri, cui spesso si aggiunge l’anatomopatologa Cristina Cattagni. Ho scelto delle donne come protagoniste perché secondo me l’investigazione si basa su alcune doti particolari: competenza, meticolosità, pazienza e intuito….Mi sembrano doti più spiccatamente femminili. Peraltro quando ero di servizio a Varese mi sono trovato con il Procuratore Capo, il Comandante la Compagnia Carabinieri e il dirigente della Squadra Mobile…tutte donne e tutte molto brave.

 

 

 

 

Quale sarà la nuova avventura di Doriana?

Giorgia e Doriana saranno impegnate in una nuova complessa indagine, che questa volta avrà come sfondo la città di Torino, dove ora presto servizio. È una storia complessa legata al mondo dello sfruttamento di minori…ma non posso dire molto altro.

 

Qual è il suo autore preferito di polizieschi?

Sono tantissimi! Tra quelli ormai classici su tutto Renato Olivieri, che da giovane ho avuto modo di presentare in una rassegna letteraria che avevo ideato ai tempi dell’università, nel piccolo paese in provincia di Varese dove vivo. Tra i contemporanei, sicuramente Robecchi, Simi, Varesi e Manzini. Da ultimo due bravi autori che considero anche amici: Piero Colaprico e Enrico Pandiani.

 

Milano è descritta in modo efficace e a volte quasi affettuoso. Cosa rappresenta per lei Milano?

Milano è la città della mia formazione universitaria ed è anche quella dove ho lavorato per undici anni come dirigente della polizia locale, fino a diventarne Comandante: un periodo intensissimo, alla scoperta di una città a molti ancora oggi sconosciuta e caratterizzato da indagini molto importanti. Milano mi ha dato tantissimo e da me ha preteso molto e quando questo accade, come nei rapporti personali, il legame diventa indissolubile.

Emilano Bezzon

Cristina Bruno


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