Intervista a Flavio Troisi




A tu per tu con l’autore

A cura di Marianna Di Felice


 

 

Come ci si sente da ghost writer ad autore che firma il suo libro? Da dietro le quinte al faccia a faccia col pubblico?

L’emozione è decuplicata, anche perché in Ogni luogo un delitto ho esibito molte delle mie emozioni più intime, della mia visione del mondo. A parer mio, per fare bene il suo lavoro un ghost writer non può mai esporsi, mentre uno scrittore dovrebbe mettersi completamente a nudo. Il che può essere emotivamente complesso.

 

Nel libro Ogni luogo un delitto son trattati argomenti attuali e forti come l’interesse per l’ambiente che ci circonda che la tecnologia sta travolgendo; l’abbandono dei luoghi che tempo addietro hanno ospitato la storia e che ora sono scalzati dalle città; il porsi male nei confronti di persone che appartengono a diverse comunità. Come si pone davanti a questi argomenti Flavio Troisi? Cosa consiglia alle persone che leggeranno il suo libro? 

Sono i temi che mi assillano maggiormente e di cui conseguentemente scrivo. L’apocalisse ecologica, la discriminazione dei deboli, la perdita del senso nella società consumistica mi sembrano tutti corollari della stessa questione di fondo, ovvero il nostro stile di vita insostenibile da quasi ogni punto di vista: economico, ecologico, psicologico. Consumatori prima che cittadini, risorse prima che esseri umani, strumenti prima che portatori di diritti. Non ci siamo.

 

Il thriller è considerato come un genere che riporta notizie di cronaca nera ampliate perché si dedica ai delitti più pagine di un giornale. Per te è solo questo oppure, come nel caso del tuo libro, può portare, se scritto con criterio e non come un mero resoconto di uno o più delitti, a spaziare in argomenti di più esteso interesse? 

Una definizione in cui mi riconosco, se parliamo di thriller è quella di narrazione o spettacolo imperniato su un tema poliziesco, parapsichico o fantascientifico e costruito in modo da suscitare il massimo di tensione. La chiave non è l’argomento della narrazione ma la la tensione che è in grado di suscitare, ed è per questo che nel mio romanzo ho deciso che ogni mezzo fosse valido per inchiodare il lettore e catturarlo in una morsa sempre più stretta, senza dimenticare che nel contempo volevo regalargli pagine distensive, ironiche, perfino divertenti, mi dicono. L’emozione più che il contenuto.

 

 

Quali sono i generi letterari che catturano il tuo interesse? Vorresti scrivere qualcosa di genere diverso, sensibilizzando le persone con temi trattati nel tuo ultimo libro? Oppure la suspense data dal thriller è l’unico modo per catturare l’attenzione del lettore?

Amo il brivido, l’alta tensione, è questo è un fatto, ma anche l’ironia, per questo cerco di coniugare i due sentimenti, se posso. Come lettore sono legato da sempre ai genere capaci di emozionare e incantare con la loro carica immaginifica. Nel mio canale YouTube Broken Stories (https://www.youtube.com/channel/) , che ormai è una piccola comunità di appassionati, mi diverto a segnalare e spiegare perché certe opere dai toni dark sono così interessanti dal punto di vista letterario. Il mondo delle narrazioni avvincenti e immaginifiche è quello in cui mi trovo più a mio agio, ma naturalmente non c’è solo la tensione. Una bella storia può essere fatta di tutte le emozioni umane, l’unica discriminante è che siano raccontate con sincerità. Al bando le affettazioni e i manierismi. 

 

Il tuo protagonista Fabio Castiglione può essere paragonato a uno dei tanti che ultimamente hanno abbandonato un lavoro, in molti casi sicuro, per vivere come davvero volevano, per seguire ciò al quale anelavano? Il libro può anche contenere il messaggio di fare ciò che fa star bene?

Fabio è esattamente quel tipo di individuo, e posso dire di averne conosciute parecchie in prima persona. Senza contare che io sono una di loro e che in passato ho scritto proprio un prontuario per riflettere intorno a come cambiare vita, sempre che lo si desideri. Fabio è lo specchio del downshifter che innanzitutto sono io. La sua storia è tutt’altro che insolita: un dirigente che assiste al sacrificio di un’azienda che si era illuso di poter considerare una grande famiglia e alla macellazione sociale dei colleghi immolati sull’altare dei dividendi. È uno che davanti a questo modo di fare impresa dice basta e molla tutto. Ogni luogo un delitto è prima di tutto la storia alcuni emarginati coraggiosi, categoria entro la quale oggi possiamo ascrivere le persone come Fabio,che non ne possono più. 

 

Domanda di rito per Thrillernord. Hai mai letto i thriller nordici? Hai un autore preferito? E nel caso tu li abbia letti, trovi differenze sostanziali tra un thriller italiano, magari un thriller che contiene anche argomenti di cui si può discutere e un nordico?

Mi spiace, spero di non fare una figuraccia: non son un esperto di thriller nordici, posso solo dire che adoro i paesi scandinavi. Ho una grande rispetto per tutti gli autori che raccontano la società con franchezza e un certo impegno civico e mi pare che i nordici, dove la questione sociale è spesso al centro della conversazione, quanto a questo abbiano fornito un buon esempio. Nutro un enorme rispetto per lo svedese John A. Lindqvist, autore horror più che thriller e consiglio a tutti di guardare il meraviglioso film del 2017 The Square, di Ruben Östlund, che dipinge con lucidità implacabile il razzismo viscerale e spesso inosservato degli abbienti verso i poveri. Qualcosa che  ho cercato di rappresentare anche in Ogni luogo un delitto. I nostri cugini del Nord sanno come raccontare grandi storie ancorate alla realtà ma non per questo sterilmente appiattite sul realismo a tutti i costi, questo è certo. Per finire, permettimi di ringraziarti per questa intervista, sono felice e onorato che il mio romanzo sia piaciuto a esperti del genere come voi di Thrillernord.

Flavio Troisi

 

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