Intervista a Marina Rota




A tu per tu con l’autore

A cura di Antonella Bagorda


 

 

Ho definito questo libro, Sotto le stelle di Fred, una piccola bomboniera, ricordo di un rivoluzionario periodo storico culturale e di un grande personaggio della storia della musica italiana. Parliamo di una biografa romanzata di Fred Buscaglione, lo swing man che non ha bisogno di presentazioni.

Nel dare il benvenuto su Thrillernord all’autrice di questa perla rara, Marina Rota, le faccio subito una domanda che sorge spontanea:

 

Perché proprio Buscaglione? Solo per le vostre origini torinesi in comune o per una passione che va ben oltre questo dettaglio?

In primo luogo, felice di conoscerti, Antonella Bagorda, e grazie di cuore per le belle e lusinghiere parole che hai dedicato al mio lavoro. Fred Buscaglione era un personaggio che già apparteneva alla mia storia, legato indissolubilmente com’era all’immagine di mio padre, che mi cantava le sue canzoni per divertirmi, quando il grande chansonnier era già morto in quel tragico incidente sulla Thunderbird rosa che lo aveva inchiodato per sempre ai suoi 38 anni. Viveva dentro di me però, diciamo così, in uno stato latente, finché  non prese potentemente forza e intensità grazie alla rivelazione che ebbi una decina di anni fa, quando, durante la festa di inaugurazione della mia nuova casa di piazza Cavour 3, venni improvvisamente a sapere che Fred era nato nella portineria di quel palazzo. Questo accadimento risvegliò in me una voragine di ricordi e di suggestioni: la figura di Fred si delineò sempre più nitidamente dentro di me; incominciai a ‘vederlo’ aggirarsi nel cortile, immaginai di poter ascoltare i suoni provenienti dalla portineria: le sue improvvisazioni al violino, i brani jazz di qualche gracchiante stazione radio straniera, le prime canzoni composte con Leo Chiosso… Fantasticai di poterlo incontrare e di partecipare alla sua vita, affacciata  alla finestra sul cortile, riportando le mie impressioni sulla macchina da scrivere collocata sul davanzale. Decisi così di documentarmi rigorosamente sulla sua biografa, leggendo tutto ciò che era stato pubblicato sul suo conto, e trascorrendo interi pomeriggi alla Biblioteca Civica alla ricerca delle riviste come Epoca, Gente, Oggi, Visto, dove, negli ultimi anni Cinquanta, Fred, travolto dall’improvvisa popolarità dopo tanti anni di gavetta, campeggiava spesso in copertina. È stato un viaggio appassionante nel talento e nell’umanità del grande artista, sfociato poi in questo libro, curato con intelligenza e sensibilità dalla Buendìa Books. Come uso dire, se in Sotto le stelle di Fred è il sogno che mi consente di incontrare Fred, facendomi viaggiare a ritroso nel tempo, è la meticolosa documentazione biografca a rendere credibile la mia avventura onirica.

 

 

Ho apprezzato moltissimo l’omaggio a Claudio Gorlier, persona e personaggio che ho avuto il piacere di conoscere grazie a questa storia. Nella mia recensione scrivo che se Gorlier è stato davvero l’uomo colto, saggio, elegante, gentile e premuroso descritto in questo romanzo, tutti dovremmo avere accanto un amico così nella nostra vita. Come mai si è ispirata proprio a lui per creare il suo Virgilio personale, che sarà l’accompagnatore, il complice e il confdente di questo lungo viaggio onirico?

La magia della scrittura non solo ci consente di vivere esistenze alternative, magari insolite, ma ci offre anche la possibilità di far rivivere le persone care che vorremmo ancora al nostro fianco. Claudio Gorlier, Professore emerito di lingua e letteratura americana, intellettuale di straordinaria levatura che aveva conosciuto tutti gli autori più rappresentativi del Novecento, rappresentato come ‘l’americanista Bonetto’ nella Donna della domenica di Fruttero&Lucentini, è stato il mio migliore amico nei suoi ultimi quindici anni di vita. Eravamo in assoluta sintonia; la sua ultima pubblicazione è stata la nota critica a un mio precedente libro, Amalia, se Voi foste uomo, dedicato alla tormentata liaison fra Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti. Mi è parso naturale, data la nostra amicizia e la sua passione per l’America, Paese in cui Claudio aveva ‘davvero’ vissuto, quando gli Stati Uniti rappresentavano un sogno per Pavese e gli altri scrittori degli anni Cinquanta, investirlo del ruolo di Virgilio in questo mio viaggio romanzato, di modo che potesse condividere con me il piacere della scoperta della letteratura e dei nuovi ritmi musicali d’oltreoceano, e potesse ancora essere confidente , come in realtà era, dei moti del mio cuore, che nel romanzo batte per Fred. Sono fiera d’averlo frequentato e il suo ricordo suscita sempre in me un vivo rimpianto; ho inteso quindi celebrare in questo libro anche il valore dell’amicizia: quella tra Fred e Leo Chiosso e, in parallelo, quella tra me e Claudio Gorlier.

 

 

Nomi importanti, sia per lei che per Buscaglione stesso, hanno lasciato un personale contributo per arricchire questa pubblicazione, aprendo e chiudendo il cuore della sua storia con preziose considerazioni. E in coda al libro troviamo anche un ulteriore arricchimento: una sorpresa di cui mi piacerebbe conoscere qualche aneddoto, nei limiti dello spoiler ovviamente.

Se la Città di Torino ha fatto cadere l’oblio su Fred Buscaglione, a cento anni dalla sua nascita e a sessantuno dalla sua morte, non così è stato per le tante persone, famose e non, che, venute a conoscenza del mio progetto editoriale, si sono aperte a un sorriso velato di divertimento e di nostalgia, non appena pronunciavo il suo nome. Così è stato anche per Vittorio Sgarbi, mio amico ormai da vent’anni, qui alla terza prefazione dei miei libri, e per Paolo Conte, mio corrispondente epistolare, autore della nota introduttiva. Non si possono forse immaginare due mondi così diversi; il vulcanico Vittorio, bulimico di vita, e il riservatissimo Maestro hanno rispecchiato la loro personalità anche in questi scritti. Sgarbi ha reso omaggio a Buscaglione con una prefazione appassionata e pirotecnica di dieci pagine, con accostamenti arditi fra letteratura, cinema e musica lirica; Paolo Conte, con un ricordo personale signifcativo, sintetico come le sue straordinarie canzoni, che in poche pennellate hanno il potere di far precipitare in un’epoca, in atmosfere affascinanti , spesso fumose e retrò, simili a quelle del mitico Fred. Con le interviste finali a Dario Arrigotti, figlio del pianista dei mitici Asternovas, a Fred Chiosso e a Letizia Buscaglione ho voluto rendere omaggio al mio mestiere di giornalista, mestiere che continuo a svolgere appassionatamente anche nei sogni di questo romanzo, lavorando per varie redazioni e cercando, sempre e comunque, di portare a compimento la mia biografa del grande musicista e chansonnier. Fred, da me vagheggiato e inseguito in varie ‘situazioni di contrabbando’, non interloquirà mai direttamente con me nelle pagine di questo libro, ma alla fine mi lascerà un segno della sua presenza nella mia vita… e lo farà, coerentemente con il suo personaggio, con una burbera e ironica tenerezza, tipica del ‘duro facile alle cotte’.

 

 

La protagonista di questa biografa romanzata è una donna sensibile e tanto intelligente, e probabilmente lo è perché molto curiosa e con una mentalità molto aperta, afamata di novità e di informazioni, soprattutto se giungono fresche fresche da oltre oceano. Nel caso del nostro Fred, è curiosa addirittura fno all’ossessione. Quanto del carattere della protagonista le appartiene e quanto è solo romanzato in funzione della storia?

Le situazioni, gli accadimenti descritti in questo libro sono filtrati attraverso la mia sensibilità; i monologhi sul cortile indirizzati a Fred, la parte più intimistica del romanzo, rispecchiano i sentimenti che probabilmente avrei provato per l’affascinante musicista, così vicino e così  irraggiungibile. Posso quindi asserire che la protagonista è la mia perfetta alter ego: sensibile e curiosa, come lei ben scrive, fino all’ossessione. Un’ossessione piacevole, che mi ha consentito di operare un transfert nell’epoca in cui avrei voluto vivere richiamando in vita i personaggi e le atmosfere di una Torino che non esiste più. Come si usa dire, prendo quindi i complimenti che lei gentilmente rivolge alla nostra eroina e me li porto a casa!

 

 

È arrivato il momento di lasciarci e io non posso che rinnovarle i miei sinceri complimenti per ciò che ha appassionatamente scritto e donato ai suoi lettori. Le lascio la parola per salutare i lettori di Thrillernord e per parlarci, se ci sono, dei suoi progetti per l’immediato futuro.

Ho già incominciato a elaborare una traccia del mio prossimo libro, che sarà tutto al femminile, focalizzato su figure di artiste e letterate alle quali desidero ridare lustro e giusta considerazione. Anche questo progetto richiederà un’accurata documentazione e lunghe rielaborazioni, che mi consentiranno, nel frattempo, di seguire affettuosamente il viaggio editoriale di Fred, iniziato… sotto una buona stella. La ringrazio di cuore per la sua bella recensione, che brilla fra le tante che ho ricevuto per acuta lettura e profonda sensibilità, e la saluto con cordialità, unitamente a tutti i lettori di ThrillerNord!

Marina Rota 

 

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