Intervista a Matteo Strukul




A tu per tu con l’autore

 

 

Intervista a Matteo Strukul lo scrittore che unisce apprendimento e diletto in armonia perfetta.

È bravo Matteo Strukul, anzi bravissimo, perché con la sua temperata penna e il suo amore per la storia italiana e per il nostro paese è stato capace di rinnovare il romanzo storico e dargli allo stesso tempo una connotazione da thriller, una spolverata di avventura e qualche sequenza pulp. E così i lettori apprendono e si dilettano insieme. Tradotto in molti paesi europei, Strukul nel 2017 ha vinto il premio Bancarella con “I Medici. Una dinastia al potere” e a ottobre 2018 il premio “Emilio Salgari di Letteratura Avventurosa” con il romanzo Giacomo Casanova. Il prossimo 8 novembre esce con il suo nuovissimo romanzo Inquisizione Michelangelo edito da Newton Compton. Noi lo abbiamo intervistato per i lettori di Thrillernord.

 

 

Matteo insieme al successo di molto pubblico e di tanti lettori anche due premi prestigiosi uno dopo l’altro negli ultimi due anni. Come la fa sentire tutto questo?

Entrambi i premi, Bancarella e Salgari, hanno una particolarità, il primo è legato ai librai e quindi è un riconoscimento da parte di chi i libri li conosce e li maneggia usualmente e l’altro è quello sancito da lettori. E quindi, alla fine, sono due premi che per motivi diversi sono figli di dinamiche molto lontane da quelle dei premi decisi dagli editori. Sono premi che in entrambi i casi arrivano da scelte precise di persone che decidono che questi libri, i miei romanzi, sono un intrattenimento intelligente e dilettevole. Ed è questo il mio scopo far apprendere qualcosa di nuovo ai miei lettori ma che racconti anche una bella avventura, in una dimensione leggera ma non banale. Non a caso i miei libri sono molto letti anche all’estero dove chi legge ama apprendere cose italiane scritte da un italiano.

 

A proposito di terra natia nei suoi romanzi c’è sempre una forte relazione con il Veneto, come se fosse un altro dei suoi protagonisti. Quanto è importante per lei questo legame con la sua terra?

È importantissimo. Io sono assolutamente orgoglioso di essere veneto e amo questa terra disperatamente e follemente. D’altra parte come si fa a non amare città come Venezia o Verona o Treviso? Venezia è una città unica al mondo. Non esiste nient’altro di simile altrove. Io sono molto legato a questa terra ma amo ugualmente tutta l’Italia che ho imparato ad apprezzare e conoscere durante le varie presentazioni dei miei libri. Inoltre, c’è un peccato, un difetto, che tendono ad avere molti veneti, ovvero, quello di raccontare solo il male o il peggio di questa terra dimenticandosi quanta bellezza invece c’è in essa. Una bellezza assoluta che io voglio raccontare, e la formula del romanzo storico mi permette di farlo al meglio.

 

Nel romanzo che ha dedicato a Casanova c’è un inquisitore che dà la caccia al protagonista e che cerca di farlo condannare a tutti i costi. Ma che c’entra l’inquisizione con la vita privata di un uomo, anche se quest’ultimo è uno dei più grandi seduttori della storia?

L’inquisitore del mio libro non è un ecclesiastico. Non è un membro dell’inquisizione spagnola. È un laico, una sorta di magistrato della Repubblica legato al mantenimento dell’ordine pubblico. Per cui un personaggio come Casanova, legato agli ambienti dell’esoterismo, un letterato, seduttore e furi dal coro, poteva in qualche modo rappresentare il capofila di una fazione in grado di rovesciare questo ordine costituente.

 

Quale è la sua più grande fonte di ispirazione?

Se proprio devo professarmi discepolo di qualcuno dico senz’altro Tim Willocks, che ha scritto tanti thriller ma anche romanzi storici di una certa importanza come I dodici bambini di Parigi e Religion. Cito lui perché è uno scrittore contemporaneo, vivente, attivo; noi siamo amici e io lo considero davvero un mio maestro. E considero tali anche scrittori italiani come Umberto Eco e Sebastiano Vassalli.

 

Lei è stato definito anche uno scrittore pulp ma cos’è nel 2018 uno scrittore pulp?

Nel 2011 ho dato vita alla Trilogia di Mila che prende spunti da riferimenti cinematografici e letterari ben precisi dove le storie hanno un ritmo serrato e sequenze violente ma con una criminalità espressa anche in chiave ironica, qualcosa che poggia le proprie origini sul fumetto di genere. Da lì, nel corso degli anni io mi sono allontano parecchio, però, ho ancora reminiscenze che a volte esprimo in alcune sequenze dei mie ultimi lavori letterari. Ecco, uno scrittore pulp è qualcuno che utilizza questo tipo di narrazione.

 

Se dovesse scegliere una sola frase del romanzo di Casanova che racchiude tutto il libro quale sceglierebbe e perché

“ – Voi non siete nessuno.  –   Io sono Venezia.”

Questa è sicuramente la frase chiave dell’intero libro. In essa c’è il rapporto d’amore tra Casanova e Venezia ma anche tutto quello che succedeva in quel tempo e che vedeva coinvolto il personaggio principale del mio romanzo. Questa frase fotografa lo spirito del libro e lo spirito dell’autore del libro.

Antonia del Sambro

 

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