Intervista a Maurizio De Giovanni




A tu per tu con l’autore


 

 

Per Thrillernord, Sabrina De Bastiani e Manuela Baldi hanno fatto alcune domande a Maurizio de Giovanni, in occasione dell’uscita di Vuoto.

 

 

Vuoto” l’ultimo uscito per i “Bastardi di Pizzofalcone” è già in testa alle classifiche di vendita, che effetto ti fa?

Ovviamente la cosa mi rende felice. Non speravo di vendere così tante copie, ma mi aspettavo che almeno una parte dei lettori dei primi libri desiderasse conoscere l’evoluzione delle storie dei miei Bastardi: ogni volume è parte della stessa vicenda e quindi è plausibile che le persone che hanno seguito sin qui le avventure del Commissariato più scalcagnato d’Italia abbiano voglia di continuare il viaggio.

 

Maurizio, iniziare un noir parlando di una carezza è una scelta coraggiosa, come ti è venuta?

Lo dico sempre: non esiste una relazione più intima di quella che collega omicida e vittima, e da una carezza può nascere il delitto più efferato. Ma qui si parla del rumore, della deflagrazione, della potenza di un atto solo apparentemente minimo.

 

Rumore, voci colori, riempiono un vuoto che tale non è, del vuoto abbiamo paura perché non siamo abituati a considerarlo un contenitore di tanto altro, il buio è legato a sentimenti negativi, cattivi pensieri. Di questi tempi si parla spesso di mancanza di valori, troppo “vuoto” attorno a noi,  forse però siamo noi che non lo sappiamo più decifrare?

Il vuoto in quanto tale non aspetta altro che essere riempito. Se non succede, se resta vuoto, non può che essere colpa nostra.

 

Nuovo personaggio femminile nella squadra dei Bastardi, Elsa Martini, che porta in dote, oltrechè la sua storia personale, anche un secondo personaggio, sempre femminile, sua figlia Vicky che già dalle prime battute sembra tosta, anche più della madre. Ti piacciono i personaggi femminili, Maurizio?

Io adoro i personaggi femminili e sono convinto che il mondo sia delle donne. Mi sorprendo sempre dei complimenti che ricevo per aver tratteggiato il carattere di una donna in modo plausibile, visto che io le donne, pur amandole, non le ho mai capite. Forse il mio segreto è fare incontrare uomini e donne nel ristrettissimo territorio del presente che diventa futuro, visto che gli uomini vivono nel presente mentre le donne sono costantemente orientate al futuro.

 

E’ meramente per la logica narrativa di dover inserire un sostituto supplente di Pisanelli fino alla sua guarigione che hai introdotto il personaggio di Elsa Martini? E’ sbagliata la sensazione che questo personaggio sia “troppo” ben strutturato ed interessante per essere solo di passaggio? Nel qual caso quale è stata la tua “vera” necessità di inserire un nuovo elemento nella squadra?

Non dipende dalla malattia di Pisanelli. Cercavo un altro personaggio diversamente imperfetto, e l’ho trovato. Resterà perché più che di Elsa mi sono follemente innamorato di sua figlia. E poi, la Martini appartiene alla stessa razza di Lojacono: sono curioso di vedere che tipo di chimica si svilupperà tra loro.

 

Si ritaglia un suospazio in questo “Vuoto” anche Marinella, la figlia di Lojacono, sempre più presente e influenzante la storia.  Il suo avvicinamento a Laura Piras è davvero solo frutto di un calcolo furbetto,  per cosi dire, di convenienza o potrebbe essere l’inizio di una svolta?

Su questo sono impreparato. L’autore non è Dio, ma solo uno che affacciato alla finestra racconta a quelli che sono dentro la stanza cosa accade fuori. Guarderò Marinella vivere e racconterò cosa le succede.

 

L’immagine di Aragona con in braccio un neonato, nel suo realismo “concreto” e nelle implicazioni emotive che sottende, è a mio sentire, una delle scene più belle che tu abbia mai descritto. E ravviso in questo anche un passaggio davvero forte nella maturazione del personaggio. Ho l’impressione che dall’inizio di “Vuoto” e lungo tutto il suo sviluppo tu Aragona lo volessi portare proprio lì. E’ una sensazione sbagliata?

Anche io sono rimasto sorpreso nello scoprire questo “istinto paterno”.

 

Tra le tante letture alle quali “Vuoto” offre spunti, emerge, più che in altri episodi, una dichiarazione di amore fortissimo verso la lettura. Affidi al leggere una valenza che non è esagerato definire salvifica. Non a caso, immagino, la trama si svolge in ambiente scolastico, la copertina raffigura un’aula vuota, che Lojacono definisce un vuoto di sogni.  Credo che dopo quelle cantate alla città di Napoli,  questa manifestazione d’amore per la lettura ti scaturisca dal cuore come se tu ne avvertissi l’urgenza, il bisogno di dichiararla …

E’ proprio vero: potrei smettere di scrivere anche stasera, ma non potrei mai smettere di leggere. Io sono un lettore, prima che uno scrittore. Anzi, forse scrittore non mi ci sento ancora, ma di certo non sopravvivrei se mi togliessero la possibilità di viaggiare attraverso una pagina.

 

Maurizio, penso di non sbagliarmi dicendo che questo è il più intimo dei romanzi sui Bastardi. Di romanzo in romanzo ci racconti i personaggi, ce li fai conoscere meglio, hai un personaggio preferito e nel caso perché?

Forse il mio preferito è Aragona. Un personaggio pessimo (sessista, razzista, milanista) che però ha una mente semplice, priva di fronzoli, che lo porta, spesso involontariamente a dire la verità, alla soluzione dei casi ma anche a percorrere la strada più giusta nella vita.

Grazie a Maurizio de Giovanni per la collaborazione.

Grazie a Voi per l’attenzione.

Manuela Baldi e Sabrina De Bastiani

 

 

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