Intervista a Max e Francesco Morini




A tu per tu con l’autore


 Intervista Morini Bros anteprima “Rosso Barocco” (Newton Compton Editori)

 

 

E’ una Roma afosa colpita da un caldo asfissiante, la Calla, quella in cui Ettore Misericordia, libraio con la passione per le indagini, e il suo aiutante Fango, si ritrovano in “Rosso Barocco” il secondo romanzo della serialità di Max e Francesco Morini. Alla calura esterna si contrappone la frescura di una cripta, quella di San Carlino alle Quattro Fontane, sfregiata da una scritta, da lì, convocati dall’ispettore Ceratti, comincia la loro nuova investigazione che coinvolgerà anche due grandi maestri del Barocco a Roma, Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini e la loro rivalità.

 

LIPARI NOIR

In anteprima nazionale gli autori presenteranno “Rosso Barocco” il 23 luglio a Lipari Noir, il festival delle isole Eolie, nell’incontro “In due s’indaga meglio” presso i Giardini del Centro Studi Eoliano.

 

 

 


INTERVISTA

Dopo Caravaggio adesso tocca alla Roma Barocca di Bernini e Borromini. Attraverso il giallo svelate anche misteri dell’arte e dei suoi esponenti?

Sicuramente. “Rosso Barocco” è la seconda inchiesta della serie che ha come protagonista il libraio-detective Ettore Misericordia; ogni caso è ambientato ai nostri giorni ma è legato a uno o più personaggi dell’eterna storia di Roma. Nel primo giallo ruotava tutto intorno a Caravaggio e a un suo capolavoro, in “Rosso Barocco” sono i due grandi geni del Seicento Francesco Borromini e Gian Lorenzo Bernini e la loro leggendaria rivalità a fare da sfondo a un’ indagine che fin dall’inizio si annuncia molto intricata e che affonda le sue radici in misteri, segreti e leggende dell’ arte a Roma.

Roma e il caldo. L’indagine invece parte da un luogo fresco, dalla cripta di San Carlino?

Nel giallo trasportiamo tutta la “sofferenza” climatica di chi passa l’ estate a Roma; come dice anche Fango, l’assistente di Misericordia e l’ Io narratore della vicenda, ci sono solo due vie di scampo dalla “calla” estiva capitolina. i centri commerciali e le chiese, che sicuramente nella Città Eterna non mancano. Il caso, per fortuna dei protagonisti, comincia appunto nella cripta di uno dei capolavori di Borromini, San Carlino alle Quattro Fontane.

 

Libri e indagini fanno parte della vita di Ettore Misericordia, ma questo binomio è anche un omaggio ai grandi classici della detective stories?

Si, i nostri gialli (non sono thriller, attenzione) sono un nostro personale omaggio alla grande narrativa giallistica anglo-americana classica dell’inizio del Novecento: Conan Doyle, Agata Christie, Chesterton, Van Dine, Ellery Queen, Rex Stout. I loro detectives immortali, a cominciare dal più famoso di tutti, Sherlock Holmes, non solo hanno straordinarie doti deduttive ma anche una cultura enciclopedica, di cui si servono per risolvere anche i casi più complessi.
Proprio come il nostro Ettore Misericordia, Sherlock Holmes romano del ventuesimo secolo.

 

In questo romanzo viene più fuori il personaggio di Fango, io narrante e spalla e aiutante di Misericordia, ragazzo di grandi passioni ma che ha anche frustrazioni?

Fango vive all’ombra di Misericordia accettando serenamente il suo ruolo di “assistente”, lasciandosi spesso travolgere dall’esuberanza del suo Capo; nutre un sentimento di sincera ammirazione per Ettore, rimanendo sempre stupito dalle sue soluzioni investigative. Ogni tanto cerca di sorprenderlo con qualche iniziativa personale; in “Rosso Barocco” , per esempio, cerca di passare dal ruolo di fedele Watson a quello più movimentato di Archie Goodwin, l’assistente di Nero Wolfe, e tenta una sortita personale non proprio fortunata.

 

Creazione e distruzione come combinate insieme Arte e Morte?

Ogni fase creativa, soprattutto artistica, contiene al suo interno anche il rovescio della medaglia, una tensione distruttiva potente. A Roma poi, in particolare nella storia dell’arte, questo alternarsi continuo di creazione e morte è una percezione ricorrente; basta farsi una passeggiata notturna nei rioni del centro storico per avvertire una strana sensazione, quasi spettrale, di decadenza millenaria, unita allo stupore per l’ infinita bellezza della città.

 

Doppia indagine per il lettore, lo sfidate pure a trovare omaggi e citazioni ai maestri del giallo?

La sfida non è esplicita, ma i lettori più attenti ed appassionati di giallistica classica troveranno dei riferimenti ai grandi capolavori che ci hanno ispirato. A cominciare dall’uso dell’Io narrante, Fango appunto, che ricorda quello dell’assistente-detective più famoso della storia dei polizieschi, il buon Dr.Watson.
“Elementare”, no?

Cristina Marra

 

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