Intervista a Miriam Palombi




A tu per tu con l’autore

 

 

 

Mentre leggevo “Le ossa dei morti” mi tornavano alla mente scene viste tanto tempo fa nel film Hemoglobin-Creature dell’inferno dove esseri mostruosi trascinavano nell’ombra i poveri malcapitati e scene della settima stagione del famoso telefilm Buffy-l’ammazzavampiri quando aveva a che fare con dei mostri che uscivano dal sottosuolo attraverso una botola e si sentiva dire “dal sottosuolo divora”. Lei si fa influenzare da serie televisive o film per scrivere i suoi libri oppure la sua creatività è stimolata da libri letti?

Le suggestioni possono essere molteplici. Libri, film, brani musicali o semplici eventi della vita quotidiana, che all’improvviso aprono uno scorcio sull’immaginario.

 

Dalla sua biografia si apprende che è appassionata di storia medievale, fantasy e horror, generi che si possono ritrovare poi nei suoi libri. Come considera questi generi? Da attente analisi di mercato si evince che il genere storico e soprattutto il fantasy sono considerati meno dalla moltitudine, lei cosa ne pensa? Perché il fantasy non è considerato alla stessa stregua degli altri?

Sono appassionata di storia e simbologia medievale, e spesso questi elementi si ritrovano nei miei testi horror e dark fantasy, generi considerati erroneamente di serie b. In Italia si pensa che tutto ciò legato al ‘fantastico’ sia appannaggio del mondo adolescenziale, in realtà non è così. Qualsiasi genere può veicolare contenuti importanti attraverso metafore, o semplicemente intrattenere il lettore; tutto dipende dalla sensibilità personale.

 

 

 

 

Eirik Damiani è un artista, un pittore che presenta nei suoi quadri le proprie emozioni, i propri incubi che premono per essere liberati. Per lei è la stessa cosa? Anche nei suoi libri, come nelle ceramiche da lei prodotte, ci sono i suoi sentimenti, le sue angosce, le sue passioni?

Io direi, principalmente, le mie passioni. Come dicevo in precedenza tra le mie pagine spesso vengono citate opere d’arte e simbologie appartenenti a culti antichi, che si amalgamano a trame di pura fantasia. Per l’horror, poi, c’è anche l’elemento catartico; scrivere aiuta a liberarsi delle angosce del subcosciente.

 

Cosa ha ispirato la stesura de “Le ossa dei morti”, soprattutto quale luogo? Leggendo il libro si nota la cerchia ristretta di personaggi che interagisce col lettore. Sono pochi per non far perdere la concentrazione al lettore che la indirizza tutta sulla storia o non ne servivano altri?

I nomi sono puramente di fantasia ma il lago Rivonero, e le ambientazioni descritte, sono reali. Per quel che riguarda i personaggi, la scelta è voluta. Il lettore non entra in empatia con nessuno di loro, sono da contorno a una storia dal quale emerge piano piano la vera protagonista. La Casa Nera, villa Biolcati, con la sua schiera di ospiti inquieti.

 

Domanda di rito per Thrillernord. Ha letto dei thriller nordici? Ha un autore preferito e perché?

Ho adorato L’uomo di neve, di Jo Nesbø. L’inquietudine che trapela dalle pagine, come sono caratterizzati i personaggi e la loro evoluzione, la poetica dei luoghi.

Miriam Palombi

A cura di Marianna Di Felice

 

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