A tu per tu con l’autore
Vorrei iniziare l’intervista facendole i complimenti per il libro, è stato appassionante e non ha deluso le mie aspettative. La mia prima domanda verte sul personaggio principale. Come ha pensato a quest’ultimo?
Sin dall’inizio ho pensato a uno scrittore come personaggio principale. Per omaggiare il mio alter ego. Di professione faccio il parrucchiere e siccome il romanzo precedente “L’acconciatura Sbagliata” era ambientato in quel mondo, in questo ho creato un protagonista scrittore di thriller.
Nel romanzo resta un po’ in sospeso la figura della Psicologa Sonia Foschi. La sua presenza all’interno della storia sembra voler porre un focus su come l’animo di una persona possa essere completamente diverso da come appare all’esterno. Un po’ a voler richiamare il famoso concetto della “maschera” di Pirandello. È quello lo scopo? Può raccontarmi qualcosa in più di questo personaggio?
Sonia Foschi è una donna che ha dedicato buona parte della sua vita allo studio e al lavoro, imponendosi una rigidità quasi innaturale e trascurando la sua vita privata. L’incontro con il fotografo, risveglia in lei la parte sopita da anni e si riscopre finalmente donna. In parte sì, ho richiamato il concetto della “maschera” che alberga in ognuno di noi.
Come ha sviluppato la storia? Aveva già in mente un percorso ben definito o si è sviluppata durante la stesura?
Quando inizio a scrivere, ho sempre un percorso ben delineato. Tra l’altro, ho un mio modo personale di creare la storia. Prima nasce il finale, con l’identità del colpevole, il movente e il modo nel quale viene scoperto. Su questo, costruisco poi la storia e i personaggi. Perché opero così? Semplice. Perché mi capita di leggere ottimi thriller che sul finale, si sgonfiano come una ciambella, rovinando così un buon lavoro. Il finale è importantissimo.
Alla fine del romanzo in Demetrio Avolfi si risveglia quell’istinto primordiale che da tanti anni era riuscito ad assopire o a nascondere. Come mai la scelta di questo improvviso raptus omicida? Pensa si possa nascondere o eliminare il “vero io”?
Penso che il “vero io”, si può nascondere o eliminare dopo un lungo percorso psicologico. La scelta del raptus omicida di Demetrio è un colpo di scena in più, che ho voluto regalare al lettore. Non gratuito però. La lunga prigionia nelle mani del killer, ha spezzato qualcosa e ha risvegliato la sua parte malata e da tempo latente.
Ho amato particolarmente lo stile narrativo, a tratti mi ha ricordato quello di Giorgio Faletti. Si ritrova un po’ in questo scrittore?
Amo molto i gialli di Giorgio Faletti. Specialmente i primi due. In realtà però il mio stile, viene da una cultura cinematografica. I primi gialli di Dario Argento, come “Quattro Mosche di Velluto grigio” o “Profondo Rosso”. Le mie storie sono molto visive e infatti parecchie, sono divenute del corti, medi e lungometraggi.
Ho letto che ama scrivere anche storie Horror; pensa che il prossimo romanzo sarà un thriller o un Horror Thriller?
Io scrivo dal 2012 e ho sempre alternato il thriller e l’horror. A dire il vero però, a parte qualche eccezione, il mio genere è proprio il thriller con sfumature horror. Lo è “L’immagine Malvagia” e lo sarà anche il prossimo. Anzi, i prossimi. A causa della lunga permanenza in casa dovuta al corona virus, ne ho portati a termine due: “Il Regista Del Terrore” e “Quattro Topi Per Un Sadico Gatto”. Non so quale per primo, troverà la strada della pubblicazione.
La mia ultima domanda verte sul suo essere lettore. Quali sono i generi che predilige come lettore? Cosa ne pensa del thriller nordico?
Il thriller nordico mi piace molto. In particolar modo autori come Stieg Larsson, Camilla Lackberg e Jo Nesbo. I miei preferiti però sono classici come Conan Doyle e Edgar Allan Poe e autori moderni come Carlo Lucarelli, Marcello Fois e Stefano Tura. Ho amato molto anche Donato Carrisi, ma gli ultimi lavori hanno deluso le mie aspettative.
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