Intervista a Sarah J. Naughton




A tu per tu con l’autore

 

La Chiesa di St. Jerome per l’importanza che ha in Bugiarda l’ho considerato come un ulteriore personaggio, come ti è nata l’ispirazione di ambientare la storia in un luogo così particolare?

La reazione che ho avuto entrando in quella Chiesa mi ha resa cosciente di che luogo importante e mistico fosse. Ho pensato a lungo che l’importanza dei luoghi fosse secondaria rispetto alle mie trame, ma nello scrivere il libro l’ambiente ha fatto da detonatore rispetto alla trama. Devo ringraziare Sam Eades, il mio editor di Trapeze, per avermi spinta a pensare ad un’ambientazione potente: all’inizio Abe e Jody vivevano in un banale e decadente edificio di Londra. St. Jerome, a Stockwell, è sede di una chiesa convertita, dove vive uno degli amici di mio figlio. La comunità è davvero calorosa e amichevole: St. Jerome è il suo fratello malvagio.

 

In Bugiarda i protagonisti sono tutti uniti da un filo invisibile di bugie e di cose non dette, credi che anche nella vita reale sia così o hai esasperato questo dettaglio per rendere più interessante il libro?

In passato (e oggi in molte comunità religiose) la società manteneva l’ordine usando come arma la vergogna: sesso prematrimoniale, dei bambini nati fuori dal matrimonio, omosessualità. Era molto più semplice – e sicuro- mentire piuttosto che reprimere i naturali impulsi umani. Attualmente, noi occidentali viviamo in società più aperte e tolleranti, quindi ci sono meno ragioni per avere dei segreti, tranne quando si parla di adulterio e abusi sessuali. Questo è il motivo per cui questi temi vengono trattati nei thriller psicologici contemporanei Detto ciò, tutti noi mentiamo a noi stessi e Jody è così disturbata da credere reali quelle che sono solo sue fantasie.

 

Mags e Jody sono le protagoniste del libro e sono una l’opposta dell’altra. Mags è una giovane avvocatessa in carriera caparbia e senza scrupoli, amante del lusso e delle comodità mentre Jody è una fragile ragazza dagli occhi azzurri, pelle diafana e sguardo smarrito. Come sono nati questi due personaggi?

Jody è ispirata a una mia amica di infanzia che a scuola è bullizzata in maniera molto pesante. Qualche anno fa sono tornata ad essere in contatto con lei, mentre il primo è stato un fallimento, il suo secondo matrimonio è invece molto felice e ora ha tre figli adorabili. Mags, al contrario, incarna egoismo, ambizione e crudeltà d’animo. Molti adulti, sicuramente quando hanno una propria famiglia, reprimono questi lati del loro carattere, quindi è stato in un certo senso piacevole per una volta “entrare dentro” qualcuno che ignora i bisogni degli altri e sceglie esclusivamente per sé.

 

 

Tra le varie tematiche presenti in Bugiarda emerge il tema dell’eutanasia. Cosa ne pensi? Il tuo pensiero riflette quello di Mags che deve decidere se staccare o meno la spina del fratello Abe?

Mags si considera una persona molto pragmatica e cocciuta, ma quando arriva il momento di fare le cose in modo razionale lei lotta con le sue risposte emotive. Non ho nessun problema con il tema dell’eutanasia e se mi fosse diagnosticato qualcosa di terribile ricorrerei alla Dignitas. Ci sono questioni etiche che necessitano di essere completamente esplorate, ma il sistema attuale, che fa sì che le persone soffrano in modo terribile o addita i membri delle famiglie che cercano di aiutare i proprio cari , è scandaloso.

 

A mio parere sarebbe interessante una trasposizione cinematografica del libro. Sei d’accordo? Ne saresti felice?

Ne sarei ESTREMAMENTE felice! Come molti autori, ho in mente l’intero cast mentre scrivo, e mi piacerebbe una regia suggestiva stile quelle di M. Night Shyamalan che renderebbe la chiesa più spaventosa e risuonante echi misteriosi.

 

Come sei passata dallo scrivere un libro per ragazzi (The Hanged Man Rises) a scrivere thriller psicologici? Cosa ti ha spinto a fare questo salto?

È stato il mio agente a suggerirmi di cambiare genere, dopo essere stata contattata da Orion, e sono stata felice di farlo. Non avevo mai letto, prima di allora, un thriller psicologico e mi sono subito appassionata. Da alcuni, davvero, non ci si riesce a staccare. Non ho trovato molte differenze nel metodo di scrittura. I miei libri young adult sono thriller dark in ogni caso, e non sono specificatamente rivolti ai bambini. Nella mia esperienza i lettori giovani sono perlopiù sofisticati quanto gli adulti, quindi la sola differenza, dal punto di vista, è nell’età dei protagonisti e nell’inclusione o meno di contenuti sessuali e linguaggio non convenzionale.

 

Conosci il genere thriller nordico? Apprezzi qualche autore in particolare?

Il thriller nordico è molto famoso nel Regno Unito e va in onda costantemente in TV, ciò mi ha reso un po’ pigra: preferisco guardarlo in TV piuttosto che leggerlo. Come tutti, amo le serie The Bridge, The Killing e Wallander. Ho molto apprezzato la versione cinematografica de La ragazza che giocava con il fuoco , ma ho faticato per la densità di informazioni presenti nel libro. Personalmente preferisco guardare le serie poliziesche piuttosto che leggerle- nel leggere preferisco i thriller psicologici. Ma il mio genere preferito è il soprannaturale, le storie horror e di fantasmi e apprezzo i libri di David Mitchell.

Ilaria Bagnati

Traduzione di Sabrina De Bastiani e Alessandra Marenga

 

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