A tu per tu con l’autore
A cura di Loredana Gasparri
Buongiorno Alessandro! La scrittura e la comunicazione sono proprio il tuo respiro e il tuo pane, e hai iniziato a occupartene ad altissimi livelli, a partire dalle riviste e da progetti editoriali molto particolari come L’Apodittico, Giuda e Comix, per poi tirare fuori la tua vena noir con i tuoi romanzi. Cosa ha favorito questa evoluzione, dalla scrittura per le riviste a quella per i lettori?
Meravigliosa questa domanda, grazie davvero. Perché mi permette di parlare della scrittura come orgasmo, come esperienza ludica, divertimento, sberleffo, esperienza mistica, chiamala come vuoi. Quello che voglio dire è: no alle gabbie, no alle costrizioni. Noirista, iconoclasta, irriverente. Chissenefrega delle definizioni. La mia evoluzione è quella di scrivere sempre quello che voglio. Romanzi distopici, gialli psicologici, deliri sarcastici. Non è meraviglioso così?
Se cercassimo di distinguere l’Alessandro Berselli scrittore di romanzi dall’Alessandro scrittore per le riviste e i progetti editoriali di cui sopra, avrebbero caratteristiche diverse tanto diverse, l’uno dall’altro?
In realtà c’è molta più coerenza di quella che sembra, fare dialogare generi diversi tra di loro in modo da farli sembrare un progetto di letteratura coeso è il mio obiettivo di scrittura. Romanzi noir con un perfido umorismo nero ma anche scritture all’apparenza ironiche che invece ambiscono a muovere neuroni e attivare sinapsi. Inquietare ma allo stesso tempo divertire.
Nei tuoi romanzi, Le siamesi e La dottrina del Male, parti da una situazione famigliare apparentemente eccezionale. I tuoi protagonisti sono ricchi, belli, appartengono alla buona società, hanno possibilità infinite e una vita dorata davanti. Tuttavia, non sembra così. Presto o tardi, qualcosa, forse il cosiddetto Male, li corrompe, li rovina e li degrada. Il Male è irresistibile, secondo te?
Il male di cui mi piace raccontare è quello della porta accanto, all’apparenza inoffensivo, tranquillizzante, ma proprio per questo ancora più pericoloso. La dottrina del male parla di un uomo che nella sua vita non ha mai sbagliato nulla raccogliendo solo successi, in campo professionale, sociale, familiare, ma che a un certo punto commette un errore e da lì inizia la sua discesa agli inferi. Mi piace parlare di sliding doors, di come una scelta giusta o sbagliata condizioni nel bene o nel male la nostra vita. Nel caso di Ivan Cataldo, protagonista del mio ultimo libro, questa porta scorrevole sarà il più grande errore della sua vita.
Sempre in questi due romanzi, il Male prende forme diverse: bullismo, corruzione politica. Che cos’è davvero, per te?
Un po’ quello che dicevo prima. Una cosa dalla quale non possiamo prescindere, dobbiamo averci a che fare. Non il male con la M maiuscola, quello della malavita organizzata o visibile a chiunque, ma quello più subdolo, che non ti accorgi di avere vicino. Il male che può toccare tutti noi.
Davanti a Bene e Male (se mai esistessero due cose così distinte), ne sceglieresti uno? Come ti comporteresti?
Twain diceva. Sceglierei il paradiso per il clima, e l’inferno per la compagnia. Ti basta come risposta?
Alessandro Berselli
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