Recensione di Giusy Giulianini
Autore: Gianluca Arrighi
Editore: Edizioni CentoAutori
Pagine: 304
Genere: Thriller
Anno: 2020 (luglio, 16)
Sinossi. L’avvocato milanese Daniele Castriota, partner dello studio legale romano Nicotra & Manfredda, viene colpito da un proiettile alla testa nel parcheggio adiacente al tribunale. La sua vita è appesa a un filo. Alex Manfredda, ricevuta la drammatica notizia, si precipita al capezzale dal suo amico e collega, ricoverato in condizioni disperate nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Raffaele. Paola, moglie di Daniele, spiega ad Alex che il marito aveva appena assunto un incarico per investigare sull’omicidio di Lorenzo Solinas, candidato sindaco di Coraddu, una piccola città della Costa Verde, nel versante sud occidentale della Sardegna. Manfredda decide allora di subentrare al suo amico per scoprire chi e perché ha tentato di ucciderlo. Alex, brillante avvocato penalista, è un uomo testardo e ostinato. L’indagine lo condurrà nella misteriosa e seducente Costa Verde, dove il suo forte senso di giustizia lo porterà a scontrarsi con i proprietari delle miniere e con gli ambientalisti, detentori del potere politico locale. Ad ogni tentativo di sistemare una tessera nel mosaico, tuttavia, Manfredda ne troverà sempre una diversa che si allontana dalla sua collocazione originale.
Recensione
Preceduto da un bel titolo classico – il termine “intrigo” ricorre spesso nei romanzi della grande detection e spy novel, almeno quanto “enigma” – l’ultima creatura di Gianluca Arrighi sfugge felicemente alle etichette di genere, giallo noir thriller, per attingere al meglio di ognuno. Impeccabile l’indagine, che riannoda con acume e rigore i fili di un ordito complesso e ingannevole; spietato e convincente lo sguardo sull’esecrabile collusione tra affari e politica; serrato il ritmo degli eventi, che non concede distrazione al lettore.
E un nuovo protagonista: Alex Manfredda, penalista di successo come lo stesso Arrighi, e uomo d’onore, visto che non esita a lanciarsi alla ricerca del colpevole di un attentato ai danni dell’amico e collega Daniele Mastriota, ridotto in coma dopo esser stato raggiunto da un proiettile al capo. Ripercorrendo gli ultimi casi di cui Mastriota si è occupato, Manfredda s’imbatte nel mandato a indagare sulla scomparsa di Lorenzo Solinas, candidato sindaco di Coraddu, una cittadina sarda dell’incantevole Costa Verde, perito in un’esplosione con la presunta amante. Il mandato conferito a Mastriota dall’organizzatore della campagna elettorale di Solinas gli è poi stato revocato pochi giorni dopo, il che genera più di un sospetto in Manfredda obbligandolo a imbarcarsi per la Sardegna.
Là, in un precoce autunno che ha allontanato i turisti e incupito il mare, troverà più di un possibile movente all’omicidio di Solinas – antagonismo politico, ideali ambientalisti, vendetta personale – tra i quali non gli sarà facile orientarsi e che metteranno a repentaglio la sua stessa vita.
Di nuovo un legal thriller per Arrighi?
Sì, ma non in senso stretto, visto che, pur se a condurre le indagini è un avvocato, la vicenda però non si scioglie in un’aula giudiziaria, al termine di un serrato dibattito tra pubblica accusa e difesa, bensì tra le dune dorate, le scogliere impervie e la macchia mediterranea di un litorale sardo non ancora colonizzato dal turismo di massa.
Una cinquantina di chilometri appena di mare incontaminato, alle cui spalle giacimenti minerari che nel secolo scorso hanno fatto la fortuna di alcune famiglie aspettano di conoscere il loro destino. Già. Perché, se da un lato le vene metallifere si sono esaurite e il valore stesso dei metalli è andato drasticamente calando, altri minerali non metalliferi e vasti depositi di argilla aspettano solo di essere estratti. I grandi impianti di escavazione peròcomporterebbero il disboscamento di aree estese, che suscita l’indignazione degli ambientalisti, al pari della realizzazione di nuovi poli turistici.
Tra questi interessi contrastanti si muoveva Solinas, forte del sostegno degli imprenditori, strizzando l’occhio ora agli uni, ora agli altri, e contrastando il candidato di destra, tradizionale espressione della Confederazione delle Imprese Estrattive, e il leader ambientalista, fidanzato per di più con la sua stessa sorella. Solinas però era anche un incallito seduttore che, pur non legandosi in apparenza a nessuna, corteggiava tutte, e dunque rappresentava la vittima ideale di qualche vendetta d’onore. Tra moventi pubblici e privati, Manfredda si addentra in una trama sfuggente dove ogni indizio sembra togliere consistenza al precedente ed esporlo a sempre nuove minacce e intimidazioni.
La cadenza di Intrigo in Costa Verde è senza dubbio quella serrata del thriller, e ciò non sorprende visto che Arrighi è riconosciuto come uno dei maestri italiani del genere e il suo nome accostato a Donato Carrisi e Giorgio Faletti. Campione di vendite lo è di sicuro anche Arrighi, al pari dello stesso Carrisi, di Carofiglio e De Cataldo, ai quali lo accomuna la medesima formazione giuridica, pur esercitata con diverso ruolo: penalista Arrighi, criminologo Carrisi, ex magistrati Carofiglio e De Cataldo.
Il romanzo però, pur possedendo tutte le caratteristiche di una trascinante lettura di intrattenimento, rappresenta al contempo una sincera ricerca del male che si annida in ognuno di noi e che all’improvviso può deflagrare all’esterno contagiando chi ci vive accanto. Thriller dunque ma anche noir, per lo sguardo attento rivolto a una società corrotta, dove potere politico ed economico si alleano per arricchire chi è già ricco e ridurre allo stremo i disagiati, per sacrificare al più cinico interesse l’incontaminata bellezza e l’equilibrio ambientale di una terra antica e in parte ancora selvaggia.
Alex Manfredda, protagonista del tutto riuscito che ci auguriamo di incontrare di nuovo, è un uomo coerente con il suo ideale di giustizia e di lealtà, un avvocato brillante che della sua professione ama quel ruolo di difensore di chi “viene accusato dallo Stato e dall’intera collettività”, ma che soprattutto amaassistere le vittime dei reati perché “quando deve combattere le ingiustizie, sente di riuscire a dare il meglio di sé”.
È anche un romantico, Manfredda, che si lascia toccare dalla magia del teatro, quell’”ipnosi collettiva” tanto più potente se a trasmetterla è il bel canto della moglie, un’affascinante soprano. Sensibile però anche al fascino di Olimpia Kalb, la bella assistente di Solinas, cui l’appartenenza a una delle storiche famiglie dell’industria estrattiva ha lasciato in eredità un’algida compostezza e un cuore che fatica ad aprirsi. Emotivo, Manfredda, davanti al perenne spettacolo di quel lembo di Sardegna dove “il mare, invitante e ammonitore, con il frangersi delle onde e il ritmo regolare della risacca, sembra placare tutto ciò che sulla terra ferma appare confuso e frenetico”.
E a tal proposito anche l’ambientazione, al pari della caratterizzazione dei personaggi, è un punto di forza del romanzo. Da Coraddu, cittadina immaginaria ma più che concreta, avvolta da “montagne mangiate dal vento” e impreziosita da “antiche torri costiere, tonnare e vecchi porti” che sembrano comparire al suo orizzonte quasi per caso, all’Hotel Iradas che diviene la base logistica per le indagini di Manfredda, ben connaturato nel territorio con i suoi tavoli in legno decapato, i mobili e i tessuti dell’artigianato locale. Dalla casa di Olimpia Kalb con il suo arredamento Art Déco, rivelatore di un tempo che “si era fermato all’epoca in cui la famiglia si era arricchita”, al bar ristorante Desogos dalla sobria eleganza fatta di credenze d’antiquariato e tessuti e tendaggi scelti con cura, nel cui parcheggio ha trovato la morte Solinas. E per finire un entroterra dominato da “imponenti olivi selvatici che si stagliano contro il sole”, tronchi nodosi e contorti, attraverso i quali la luce filtra a lame. E, attorno, “Silenzio, come se anche il rumore fosse intimorito da quegli alberi enormi”. Giganti antichi di una terra ancestrale e inaccessibile.
Tutto nel romanzo di Arrighi parla il linguaggio della realtà, non importa che Coraddu appartenga alla immaginazione dell’autore, al pari dei personaggi e delle vicende. Arrighi, da buon osservatore degli animi e dei loro moventi, conosce il male da vicino e lo racconta con l’inconfondibile accento del vero.
A cura di Giusy Giulianini
Giusy Giulianini è nata e vive a Bologna. Legge, molto e da sempre, e scrive un po’: recensioni e interviste agli autori di narrativa giallo-noir, sua passione inveterata, e qualche riflessione personale, in veste di racconto o di romanzo. Quest’ultimo, un thriller emotivo, è fermo al Capitolo XVII e chissà se si muoverà da lì? Se si dovesse descrivere con una frase, questa sarebbe ‘I libri sono il mio peccato e i noir il mio peccato mortale’.
Gianluca Arrighi
nasce nel 1972 a Roma, dove vive e lavora. È sposato e ha due figlie. Avvocato penalista e cultore di Diritto Penale, ha pubblicato i racconti Criminaromana (Gaffi Editore, 2009), Vincolo di sangue ((Dalai Editore, 2012), e L’inganno della memoria (Edizioni Anordest, 2014), Il confine dell’ombra (CentoAutori, 2017), Oltre ogni verità (CentoAutori, 2018), A un passo dalla follia (CentoAutori, 2019) e Intrigo in Costa Verde (Cento Autori, 2020). E’ inoltre autore di numerose novelle noir pubblicate da periodici e quotidiani nazionali.
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