Recensione di Maria Sole Bramanti
Autore: Giuliano Pasini
Editore: Mondadori
Pagine: 392
Genere: Thriller
Anno Pubblicazione: 2013
“Tra qualche mese ci sarà la vendemmia. Un ciclo sarà chiuso. Un ciclo si aprirà. Un lungo riposo, dormienza. Pace.”
Non so come verrà fuori, questa recensione, perché la scrivo di pancia, subito dopo aver finito di leggere.
La prima cosa che mi viene da dire è che, se io avessi velleità da scrittrice (ma non le ho, tranquilli!), questo sarebbe un libro che avrei voluto scrivere.
Perché non è solo un giallo. È una storia. La storia di persone e la storia… della Storia.
È il secondo romanzo che leggo, di Giuliano Pasini, e, come nel caso del primo (Venti corpi nella neve), appena ho letto l’ultima parola, ho avuto voglia di leggere non solo la prossima avventura del commissario Serra, ma anche altro.
Mi è tornata voglia di rileggermi la “Divina Commedia” e “Biondo era e bello”; e di tornare ad approfondire la storia dell’Europa di metà del novecento, della seconda guerra mondiale, dei campi di sterminio, dell’eugenetica.
Sì, dell’eugenetica.
Possibile che in un giallo si parli di eugenetica?
Possibile che un autore trovi le ragioni del suo assassino negli esperimenti di Mengele?
Possibile che una delle vittime parli a suon di citazioni di Dante?
E, possibile leggere di eugenetica e Dante in un libro, senza che questo annoi? Sì.
Sarà che ho fatto il Liceo classico, e Dante è dentro di me; sarà che sono biologa e il pensiero scientifico mi accompagna.
Non lo so. Eppure, penso che questo sia un gran bel romanzo.
Chi non ama Dante o la scienza, non si deve spaventare, perché questo è un romanzo giallo, scritto bene, appassionante, pieno di suspence, che ti lascia sempre in tensione.
C’è l’indagine, c’è l’azione, c’è il mistero.
E ci sono i Personaggi (quelli con la P maiuscola): ognuno di loro ha lasciato dentro di me qualche cosa di sé, dai tatuaggi di Francesca, alle ferite di Susana, all’Harley Davidson di Alvise, alle vigne di Loris.
E poi c’è lui, Roberto Serra, il commissario che, con il suo dono, potrebbe salvare tante vite; eppure, quel dono, lo combatte. Quella Danza, lui la rifiuta, perché tanto dolore ha portato nella sua vita e tanto altro potrebbe portarne.
E allora, prova a controllarla, quella Danza e, forse, ci riesce. Forse.
È un qualcosa che rimane in sospeso in questo secondo capitolo della vita di Roberto Serra e che spero si sveli nel (i) prossimo (i).
“Tu sei lo straniero, quello che porta disordine. Quello che fa esplodere il sistema in cui entra”
Rispetto al primo romanzo di Pasini, questo è sicuramente più maturo.
In “Venti corpi nella neve” l’espediente della Danza serviva al commissario e all’autore, per svelare parte del mistero.
Qui no, la trama gialla non ha bisogno di espedienti, tutto avviene nella realtà, non nella mente del protagonista.
Un’altra cosa che mi ha colpito del romanzo è l’ambientazione o, meglio, il modo in cui l’autore riesce a farti sentire lì: in quel ristorantino, in quella casa, in quella clinica, DENTRO.
Ad ascoltare Sergio Endrigo, su un vinile graffiante.
Dunque, un 10 e Lode a questo libro e al suo protagonista, per la creatività con cui riesce a risvegliare la voglia di conoscenza e di approfondimento.
Giuliano Pasini
È nato il 16 maggio 1974 a Zocca, sull’Appennino modenese. Dopo gli studi classici, e un’esperienza di studio all’Université Blaise Pascal di Clermont-Ferrand si è laureato in giurisprudenza all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia con una tesi sulla tutela dell’ambiente come diritto dell’uomo. Lavora a Treviso per una importante agenzia di comunicazione.
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