Recensione di Simona Vallasciani
Autore: Samanta Schweblin
Traduzione: Maria Nicola
Editore: SUR
Genere: Romanzo
Pagine: 230
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Buenos Aires, interno giorno. Ma anche Zagabria, Pechino, Tel Aviv, Oaxaca: il fenomeno si diffonde in fretta, in ogni angolo del pianeta, giorno e notte. Si chiamano kentuki: tutti ne parlano, tutti desiderano “avere” o “essere” un kentuki. Topo, corvo, drago, coniglio: all’apparenza innocui e adorabili peluche che vagano per il salotto di casa, in realtà robottini con telecamere al posto degli occhi e rotelle ai piedi, collegati casualmente a un utente anonimo che potrebbe essere dovunque. Di innocuo, in effetti, hanno ben poco: scrutano, sbirciano, si muovono dentro la vita di un’altra persona. Così, una pensionata di Lima può seguire le giornate di un’adolescente tedesca, e gioire o preoccuparsi per lei; un ragazzino di Antigua può lanciarsi in un’avventura per le lande norvegesi, e vedere per la prima volta la neve; o ancora un padre fresco di divorzio può colmare il vuoto lasciato dall’ex moglie. Le possibilità sono infinite, e non sempre limpide: oltre a curiosità e tenerezza, il nuovo dispositivo scatena infatti forme inedite di voyeurismo e ossessione.
Recensione
Nella società di oggi ogni innovazione tecnologica ottiene automaticamente un’ importanza globale, sopratutto se permette di sondare mondi o situazioni ancora sconosciuti.
Ed è proprio su questa realtà che Samanta Schweblin si basa per creare il mondo dispotico nel quale viene ambientato il suo libro, una società non così troppo futura in cui viene introdotto un incredibile nuovo dispositivo chiamato “kentuki”; in apparenza sembrerebbe un peluche dalle forme animali e dai colori accesi ed accattivanti ma in realtà è un robottino capace di muoversi e soprattutto di osservare ciò che lo circonda attraverso due telecamere posizionate negli occhi.
Il suo successo è stellare, improvviso ed interessa ogni parte del mondo, tutti vogliono provare le sue capacità ed improvvisamente quasi la metà della popolazione mondiale si divide automaticamente nelle due categorie possibili; quelli che hanno o quelli che sono un kentuki. Per descrivere al meglio la sua società fittizia, l’autrice sceglie di non creare un vero e proprio romanzo ma un’ antologia di diversi racconti, alcuni strutturati su diversi capitoli altri invece auto conclusivi , in cui si racconta la quotidianità e le emozioni sia dei personaggi che scelgono di acquistare un kentuki sia che di quelli che decidono di “essere” un kentuki e questo permette di avere una visione completa.
In questo romanzo ci si trova di fronte a due situazioni principali, coloro che acquistano un kentuki accettano di avere una persona che per buona parte del giorno o della notte assiste alla propria quotidianità mentre quelli che scelgono di connettersi a un kentuki, al contrario, entrano nel pieno della privacy di un altra persona.
Le conseguenze di questa condizione sono tutte da scoprire e aprono scenari inquietanti che spesso e volentieri conducono chi decide di lanciarsi in questa avventura in un tunnel di ossessione, possessione e crudeltà. SamantaSchweblin mostra una grande inventiva e una spiccata finezza narrativa, nonché uno stile lineare capace di rappresentare sia la dolcezza che la più spietata alienazione.
Chi come me non ha mai avuto modo di leggere niente di sua produzione non potrà non esserne piacevolmente colpito e trovare in questa storia in particolare una lettura capace di impressionare, di far riflettere e di porre un’interessante ed angosciante morale sulla città che ci circonda.
In conclusione un’ottima lettura nata da un autrice che meriterebbe davvero più attenzione nel nostro panorama letterario.
A cura di Simona Vallasciani
Samanta Schweblin
Samanta Schweblin (Buenos Aires, 1978) è una scrittrice argentina di fama internazionale. Nel 2010 è stata selezionata dalla rivista “Granta “come una dei 22 migliori scrittori in lingua spagnola sotto i 35 anni, riconoscimento in seguito confermato da numerosi premi letterari. Tra le sue opere: “La pesante valigia di Benavides” (Fazi, 2010) e “Distanza di sicurezza” (Rizzoli, 2017).Oltre a” Kentuki”, SUR pubblicherà due sue raccolte di racconti,”Siete casas vacías”, che le ha valso il prestigioso Premio Ribera del Duero nel 2015, e”Pájaros en la boca”, la cui traduzione in inglese è stata candidata al Man Booker International Prize
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