La donna che sparì…




Recensione di Manuela Fontenova

Autore: Idra Novey

Traduzione: Letizia Sacchini

Editore: Garzanti

Genere: Thriller

Pagine: 246

Anno di pubblicazione: 2019

 
 
 
 
 
 

“Un romanzo sui libri e chi ama scrivere, ma ancora di più per chi ama leggere”.

Basterebbe forse una breve descrizione a racchiudere il senso di questo breve ma strepitoso romanzo d’esordio. O forse no. Perché siamo di fronte ad un libro fatto di altri libri. Idra Novey, ci ha raccontato la bizzarra avventura di una scrittrice di sua invenzione, Beatriz Yagoda, ma la domanda che mi è sorta durante la lettura è stata: è nata prima Beatriz con i sui romanzi o l’idea del romanzo stesso?
Laddove le parole non sono bastate a Idra, sono accorse in aiuto le storie di Beatriz.

Ma di cosa parla La donna che sparì con un libro?

Parla di due donne in fuga, due anime unite dall’amore per la scrittura, di un’amicizia nata tra le righe di manoscritti da tradurre.
Una famosa scrittrice e la sua traduttrice americana, Emma. Beatriz che scompare con un’uscita di scena plateale, arrampicandosi su un albero dal quale nessuno la vedrà mai scendere ed Emma che spera di trovare la sua fuga nella fuga dell’altra. In una Rio de Janeiro calda e suadente, ripercorrendo gli indizi lasciati nei romanzi di Beatriz, Emma si metterà alla ricerca della sua amata amica, ma non lo farà da sola. I due figli della scrittrice, Raquel e Marcus, prototipo del brasiliano mozzafiato, la accompagneranno in una rocambolesca avventura. Per ogni ostacolo, una soluzione, una pagina, una frase, un racconto da decifrare quasi fosse un rebus.
Una meta, Salvador de Bahia e la speranza di trovarla sana e salva prima di Flamenguinho, viscido strozzino che pretende il saldo di un debito di gioco.

Una carrellata di personaggi pittoreschi allieta la lettura: Roberto Rocha, primo editore ma soprattutto fan di Beatriz, il perfido strozzino, la venditrice ambulante di cibo, il commerciante di cappelli e piume, figure che potremo aspettarci di trovare solo in una città in cui anche la lingua evoca suggestioni esotiche.

La narrazione si snoda leggera con capitoli molto brevi, piccoli approfondimenti lessicali fatti ad personam e gli annunci di Radio Globo, che tra un gossip e un altro è l’ingrediente perfetto per questa bislacca storia. Le citazioni di altri autori sono sempre pronte a stupire il lettore, da Marquez a Gabriel Garçia Lorca, fino a giungere alla mia amata Salvador de Bahia, città natale di Jorge Amado, ambientazione prediletta di uno dei più grandi scrittori brasiliani.

Ma questa non è solo una favola esotica, non è un semplice romanzo di narrativa. Idra Novey ha imbastito una storia avvolgente e di grande piacevolezza, incastrandovi un lato oscuro, thriller se vogliamo, di tutto rispetto.

Perché Beatriz è scomparsa?

Emma e i suoi figli potrebbero essere in pericolo?

E’ qui che la bravura dell’autrice decolla: memorabile il perfetto incastro – contrasto tra la leggerezza della narrazione e della scenografia e la rozza realtà degli aspetti più materiali dell’uomo. Il gioco d’azzardo, la minaccia, la violenza ma anche la difficile condizione di rapporti logorati dal tempo e dalle incomprensioni.

Finito di leggere, mi sono resa conto di non aver smesso di sorridere, di trattenere il respiro in attesa di un bacio sospeso o di un pericolo imminente. Ma c’è un pensiero che non riesco a scrollarmi di dosso: il mondo sarebbe stato un posto migliore se Beatriz Yagoda fosse esistita davvero? Se tutti avessero potuto leggere i suoi romanzi?
Anche se…

“Scoprire ciò che uno scrittore non ha mai scritto, è forse l’unico modo per conoscerlo bene”

 
 
 

Idra Novey


è autrice di racconti e poesie premiati con prestigiosi riconoscimenti e tradotti in dieci lingue. Ha scritto per il New York Times, il Los Angeles Time e la National Public radio. E’ la traduttrice di importanti autori brasiliani, fra cui Clarice Lispector. La donna che sparì con un libro è il suo primo romanzo.