Recensione di Leonardo Di Lascia
Autore: Walter Lucius
Traduzione: Maria Cristina Coldagelli e Claudia Cozzi
Editore: Marsilio
Collana: Farfalle
Pagine: 622
Genere: Thriller
Anno di Pubblicazione: 2017
Nella vita irrequieta di Farah Hafez, brillante reporter dell’Algemeen Nederlands Dagblad, ci sono due punti fermi: il primo è il giornalismo, il secondo è il pencak silat, arte marziale di origine indonesiana che Farah ha appreso dal padre quando viveva a Kabul, prima che arrivasse la guerra e prima di trovare rifugio, ancora bambina, ad Amsterdam. Ormai cittadina dei Paesi Bassi, Farah non ha mai smesso di praticare la nobile arte dei guerrieri di Sumatra, ed è proprio l’esito di un combattimento a far sì che lei si trovi all’ospedale nel momento in cui un bambino dai tratti mediorientali, vittima di un pirata della strada, viene trasportato d’urgenza in sala operatoria. Porta gioielli e campanellini e indossa un abito tradizionale che subito attira l’attenzione della giornalista. Quando le sue labbra formano una parola che nessuno intorno è in grado di capire, Farah riconosce la lingua della propria infanzia, e si rende conto che quell’abbigliamento appartiene a uno dei rituali più detestabili praticati in Afghanistan. Cosa può aver spinto quel bambino tra i boschi intorno alla capitale olandese? È l’inizio di un’indagine ad alto rischio verso il cuore di una potente organizzazione criminale che da Mosca attraversa l’Europa e si estende fino a Johannesburg, alimentata dalla smisurata corruzione che dilaga negli ambienti politici e finanziari. In un paese dove la multiculturalità ha solo apparentemente trovato un equilibrio, l’ostinata volontà di fare luce sulla drammatica vicenda del piccolo afghano porterà Farah a un duro confronto con un passato che credeva di essersi lasciata alle spalle, e che l’aveva quasi uccisa.
Mentre leggevo “La farfalla nell’uragano” ho avuto una sensazione strana: poteva essere una storia scritta da Stieg Larsson.
Farah, in alcuni frangenti mi ha ricordato Mikael Blomkvist, perché è anche lei una giornalista, che ha tanta voglia di risolvere casi complicati e che viene vista con odio dalla concorrenza.
Il libro è ricco di avvenimenti e di storie concatenate, ma tutte con una sequenza logica; il tutto porta in Afghanistan, a Kabul. Ma è bellissima anche l’ambientazione in Olanda, precisamente ad Amsterdam.
Si tratta di 600 pagine che non sono mai noiose, che tengono con il fiato sospeso fino alla fine. È una trilogia che nel panorama giallo-thriller mancava, una storia molto originale e con un finale che sorprende il lettore e lo lascia sgomento.
Non vedo l’ora di leggere il sequel, per ritrovare Farah e gli altri personaggi, perché ci si affeziona molto a loro, che sono così ben delineati e caratterizzati.
Un ottimo esordio per Walter Lucius e la sua Afgan-Olanda.
Walter Lucius
è autore di teatro, sceneggiatore e produttore. Con la casa di produzione Odyssee, da lui fondata, ha realizzato diversi documentari per incarico del governo olandese, in particolare sull’integrazione dei migranti. “La farfalla nell’uragano”, primo episodio di una trilogia ambientata ad Amsterdam, in uscita nei principali paesi europei, è stato candidato in Francia al Prix du polar européen e ha vinto lo Schaduwprijs, attribuito nei Paesi Bassi al miglior romanzo poliziesco.