La giustizia di Pulcinella




Recensione di Viviana Calabria


Autore: Massimo Torre

Editore: E/O

Pagine: 220

Genere: Giallo

Anno di pubblicazione: 2017

SINOSSI: Pulcinella deve fare giustizia. Per la prima volta si allontana da Napoli e, nottetempo, sbuca dai sotterranei del Vaticano nell’archivio dove sono custoditi millenari segreti. Lì si aggira il responsabile del martirio del suo amico prete. Colui che sa. Che non intende né può rivelare il Disegno di chi vuole annientare Pulcinella. Piegare il mondo intero ai suoi scopi usando la camorra per i propri fini. Pulcinella è il pericolo pubblico numero uno per chi è nemico degli inermi, degli onesti, dei generosi, dei solidali con i diseredati. Per chi vuole un mondo di asserviti. Un esempio pericoloso. Un virus la cui diffusione va evitata con tutti i mezzi.Riuscirà a trionfare la giustizia di Pulcinella? O il mondo dovrà fare a meno di lui?

RECENSIONE: Nel terzo libro di Massimo Torre, penultimo della tetralogia già annunciata, ritroviamo il protagonista Pulcinella, celebre maschera della tradizione partenopea.

Pulcinella può essere paragonato a un supereroe, un po’ Batman e un po’ Spiderman, di giorno “tuttaio” in un negozio, che si trasforma in un misterioso personaggio che protegge il suo quartiere, la Sanità, dai cattivi grazie anche alle sue abilità di hacker, alla conoscenza delle arti marziali e al suo compagno Kingo Kongo.

Pulcinella, tra ironia e sberleffi tipici del suo personaggio e un linguaggio dialettale più vicino a uno scioglilingua, si divide tra il Muto di Portici, assassino che uccide nel rione due persone alla volta lasciando messaggi al protagonista, la camorra che spadroneggia, la morte di un suo amico prete che lo porta nei sotterranei del Vaticano e l’amore, un vero problema perché “quando si è innamorati si perde la testa”.

Massimo Torre costruisce una storia ironica ma che mette in luce le difficoltà di un quartiere bello, caratteristico, ma difficile, creando dei personaggi verosimili grazie al periodo passato proprio sul posto per rendere la sua trasposizione veritiera e per descrivere nel miglior modo possibile la fame di giustizia che tanti vorrebbero.

“Ah… patrone mio e che bella macchinaneppure ammacchiata e senza macchia come pure voi che sieto senza macchia siccome la macchia sieto propramente stesso voi medesimo nu bellu macchinone enorme e abnorme come a un cancaro dentr’all’umanità umana che vuje non sapete neppure addò sta de casa, ve servirebbosi l’indirizzo ma a vuje che ve ne ‘mporta? Vuje state meglio ‘e nu Ddio! Ve sieto fatto pure ‘sta bella macchina co’ tutto quello che vi aveto arrubbato da la povera gente… Tenete tutta la mia ammirazione, chi v’è mmuorto!”

Massimo Torre


Massimo Torre è nato a Napoli nel 1958. Vive a Roma. Sceneggiatore di film e serie televisive di successo, fa parte della giuria del Premio Solinas, il più prestigioso premio di sceneggiatura italiano.

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