Recensione di Sara Tarallo
Autore: Patrizia Calamia
Editore: Gelmini
Pagine: 240
Genere: Thriller
Anno di pubblicazione: 2015
È la notte tra il 20 e il 21 agosto 1968 quando Mila Ludvic, di appena sette anni, assiste all’ingresso dei carri armati sovietici nella sua città, Praga. Diciannove anni più tardi, Katarina Budcev è costretta a fuggire verso i monti azeri e arruolarsi in una scuola di mercenari, per salvarsi dal partito comunista cecoslovacco. Nel 1984 la rossa Dajla Jansen arriva ad Amsterdam e si stabilisce nel quartiere a luci rosse. Bali, 2003: il piccolo Mitja Milovich, suo padre Karol e la nonna Ana muoiono in un’esplosione, durante un raid.
Dajla, Katarina e Mila sono in realtà la stessa persona e per vendicare Mitja, il figlio di otto anni avuto dal compagno agente segreto russo, Mila decide di scrivere la sua storia e offrirla ai servizi segreti britannici. Perché sa che è nel suo passato da killer che si trova il mandante dell’omicidio della sua famiglia.
Patrizia Calamia nel suo La killer senza nome (sottotitolo Molte identità. La stessa donna) mescola spie, politica e storia contemporanea in un intreccio elaborato, in cui buoni e cattivi sfumano gli uni negli altri. Oscillando tra passato e presente, tra un luogo ed il successivo, l’antieroina Mila narra dal suo punto di vista trentacinque anni di terrorismo: dalla primavera di Praga all’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, passando per la caduta dell’URSS e l’indipendenza cecena, fino a Shōkō Asahara.
Mila è vittima e carnefice, pedina e stratega, assassina abile nell’uso di esplosivi e madre e compagna devota alla famiglia. Alla personalità complessa di questa antieroina si contrappongono i coprotagonisti, più definiti caratterialmente senza per questo risultarne banalizzati, cosicché il pragmatismo del capo dei servizi segreti Cooke e l’irreprensibilità di Farrel, assistente di Cooke, o la durezza di Ivan Zimotov caratterizzano di volta in volta Mila.
In una spirale di eventi presenti e passati, in cui non tutto è ciò che sembra, si viene trascinati verso l’epilogo, macinando avidamente le duecentoquaranta pagine, con la sola insoddisfazione di dover lasciar andare i protagonisti.
Patrizia Calamia
Patrizia Calamia, nata a Roma, vive a Trieste insieme al marito ed i due figli, conciliando lavoro, passione per il tango e scrittura.