La luce nera della paura




Recensione di Elisa Puntelli 

Autore: Massimo Rossi

Editore: Scrittura & scritture

Genere: Thriller / Spy-Story

Pagine: 320

Anno di pubblicazione: 2015

 

 

 

 

 

 

 


“Ormai ci siamo, disse tra sé, lo vede anche un orbo, e in questo momento, da qualche parte, qualcuno sta preparando un bell’omicidio.”

Il commissario Rollo Weber è uno dei protagonisti di questa storia. E’ un uomo scrupoloso, che non crede affatto alle coincidenze. Un uomo che ogni sera, prima di rientrare a casa, aggiorna segretamente quelli che lui stesso definisce “i suoi grafici FRO: furti, rapine, omicidi”. E’ fermamente convinto che ciclicamente debba per forza di cose accadere un crimine. E lui è lì, in fervente attesa di quel momento, pronto a sfoderare tutte le sue qualità investigative per giungere alla risoluzione del misfatto.

Nonostante il commissario sia uno dei protagonisti di questa storia, si dovrà attendere di leggere diverse pagine prima che l’autore ce lo presenti. Chi invece ci viene presentato subito è un personaggio già comparso nel precedente libro di Rossi, “L’ombra del bosco scarno”, ovvero Helena Ziegler.

Ex poliziotto, Helena ha deciso di continuare ad aiutare il prossimo in maniera differente. E’ una psicologa, prettamente rivolta ad aiutare bambini e adolescenti nel superare fobie, ansie e affrontare situazioni di stress. Ed è proprio questo il motivo per il quale la sua figura è una delle principali di tutta la narrazione. Ma non voglio svelare niente. E, devo ammettere, non è semplice parlare di questo libro senza commettere l’errore di fornire qualche informazione di troppo!

Posso dire che si tratta di una storia ben progettata, ricavata dall’unione di più avvenimenti. Tutto è indispensabile nel racconto, fondamentale oserei dire per giungere alla conclusione

La narrazione procede spedita, ricca di elementi, accompagnando i singoli personaggi, avanti e indietro, fino a creare un intreccio narrativo complesso, molto fitto, in grado di fondere le singole storie fino a dar vita a un thriller con risvolti da cyber spy-story. Rossi è stato molto bravo in questo, bisogna dargliene atto. E’ riuscito a creare una storia che non da la possibilità al lettore di allontanarsi, nè tantomeno di dimenticare neanche un solo, piccolo, (apparentemente) insignificante passaggio. Un susseguirsi di vicende, di accadimenti, che risultano a poco a poco sempre più collegati fra loro.

Quando vi appresterete a leggere questo libro vi troverete anche voi, come la sottoscritta, a domandarvi:

“Qual’è il filo che lega queste vicende?”

Ed è proprio questa curiosità che ha fatto sì che portassi il libro sempre con me. La curiosità di scoprire in che modo la storia potesse andare avanti e quale epilogo potesse prospettarsi per i vari personaggi. Ma dovrete arrivare fino alle ultimissime pagine per capirlo e per riuscire ad unire ogni singolo tassello, fino all’individuazione di quello più importante, in grado di dare senso all’intero mosaico.

Massimo Rossi è riuscito a mettere in piedi un libro che mostra come le persone possono cambiare, in base alle circostanze; come il dolore, la rabbia e la frustrazione possono influenzarci in tutto, perfino nei rapporti, fino a inclinare la nostra lucidità; come le coincidenze in realtà esistono (anche se il commissario Rollo non ne è affatto convinto). Questo è un libro che, al di là della storia stessa, parla della paura. Tangibile, reale, quotidiana. La “Paura”, concepita come un’entità assimilabile al concetto di “Male”, in grado di cambiare tutto. In grado di modificare perfino noi stessi e il modo con il quale guardiamo alla vita.

Ci sono stati momenti, durante la lettura, nei quali sono arrivata a sospettare di tutti. Non voglio farvi i nomi dei personaggi, preferisco siate voi a scoprirlo, ma ci tengo a dire che sono arrivata a un punto in cui molti di loro sembravano avere comportamenti sospetti. Giunta alla fine, compreso il vero perché della storia e l’identità dei responsabili, mi sono resa conto che questa sorta di diffidenza nei loro confronti non è stato altro che frutto della mia immaginazione. Massimo Rossi ha voluto tutto questo, ne sono certa. Ha giocato con me e, molto probabilmente, giocherà anche con voi se deciderete di dargli fiducia e acquisterete il suo libro.

 

 

Massimo Rossi


Massimo Rossi, veneto, è cresciuto leggendo libri, giocando a calcio sulle strade e smontando e rimontando orologi meccanici rotti, attratto dalla magia dei congegni che nascondono. Scarso come giocatore, esclude subito di poter un giorno diventare un giocatore professionista. Con gli orologi rotti, invece, non se la cava male, non ne aggiusta nemmeno uno, ma almeno riesce a rimontarli. Decide quindi che ingegneria fa per lui. Negli anni coltiva la passione per la fotografia e comincia a scrivere. Le pagine, una dopo l’altra, vengono completate e il thriller a tinte noir, L’ombra del bosco scarno, è pubblicato da Scrittura & Scritture (2012). il buon riscontro da parte di critica e lettori lo convince a dedicare sempre più tempo alla scrittura. Così Massimo Rossi approda a questo secondo romanzo.

 

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