Recensione di Francesca Marchese Avelluto
Autore: Alexandria Marzano-Lesnevich
Traduzione: Annalisa Carena
Editore: Piemme
Genere: Memoir
Pagine: 378
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Prima di iniziare un tirocinio presso uno studio legale di New Orleans per difendere un uomo accusato di omicidio, Alexandria non ha dubbi sulla sua posizione al riguardo. Figlia di due avvocati, è sempre stata fermamente contraria alla pena di morte. Ma nel momento in cui il volto di Ricky Langley appare sullo schermo mentre scorrono vecchi nastri registrati, nel momento in cui lo sente raccontare dei suoi crimini e della sua piccola vittima, Alex viene travolta da un potente desiderio di vederlo morto. Sconvolta dalla propria inaspettata reazione, decide di andare a fondo di quel caso. Niente è più lontano da lei di quella storia, eppure avverte qualcosa di misteriosamente famigliare. Studiando le carte, Alex si sente risucchiata e interrogata dalla vita difficile di Langley. Ci sono dettagli che la costringono a confrontarsi con la propria infanzia e rivangare segreti di famiglia sepolti da tempo nella mente. Sente di dover fare i conti con un passato le cui ombre offuscano ora il suo modo di guardare a Langley. Scoprirà anche di non essere l’unica a farsi guidare nel giudizio da motivazioni personali. Le due vicende, quella di Alex e di Langley, scorrono parallele in un gioco di specchi e rimandi in un memoir sconvolgente venato di thriller, scoperchiando segreti e paure, e svelando che una singola narrazione non può contenere tutta la verità. Mentre segreti su segreti vengono a galla in un lungo lavoro di scavo, durato oltre dieci anni, Alex comprende che anche la legge agisce in modo più personale e soggettivo di quanto ci piace credere e che la verità è più sfaccettata e potente di quanto immaginiamo.
Recensione
La lettura de La memoria del corpo non è semplice ne’, credo, adatta a tutti i tipi di lettore. E’un pugno nello stomaco, una doccia ghiacciata che attanaglia il cuore del lettore e si insinua sotto la sua pelle dall’inizio per accompagnarlo fino alla fine delle pagine e forse anche oltre.
Parte thriller investigativo, parte memoir, parte legal thriller, La memoria del corpo è un’alternanza di punti di vista e di narrazione, di personaggi e di storie – anche nel tempo – che inevitabilmente e drammaticamente finiscono per intrecciarsi a doppia mandata tra loro. Ma
La voce narrante è quella dell’autrice stessa che con agilità e un pizzico di cinismo torna indietro nel suo passato per rievocare gli eventi più importanti e traumatici della sua infanzia e adolescenza. Quelli eventi tanto terribili e spaventosi ma che hanno anche irrimediabilmente portato a definirla come persona e autrice.
E’ un mondo complesso quello che la Lesnevich narra, pieno di silenzi, di parole non dette, di sentimenti non esplicitati. Un mondo che spesso ho fatto fatica a comprendere e che ancora più spesso mi ha fatto arrabbiare, ma di cui bisogna riconoscere la drammatica e profonda autenticità.
Dall’altra parte, attraverso un lavoro certosino e meticoloso di ricostruzione utilizzando atti di processi, documenti ufficiali e non, articoli di giornali e testimonianze, Alexandria Marzano – Lesnevich ricostruisce la vita e i drammatici eventi condotti da Ricky Langley, accusato di aver seviziato e ucciso il piccolo Jeremy Guillory.
E’ un lavoro di fino e di precisione quello che l’autrice mette in piedi, ricostruendo non solo il terribile evento della morte del bambino, ma esplorando anche l’infanzia e l’adolescenza di un uomo indubbiamente disturbato e bisognoso di cure.
Il racconto che ne viene fuori è un acquerello pieno di grigi, dove i tanti neri e bianchi che la vicenda pare avere di primo acchito, sfumano inesorabilmente verso tante ombre rappresentative di tutte le contraddizioni e le negligenze di un sistema sociale, giuridico e penitenziario.
Saranno proprio le contraddizioni del caso Langley a colpire l’autrice come un pugno nello stomaco, e a darle la spinta per indagare, fino a quando le due vicende non si fonderanno nella sua mente e nel suo cuore in un’unica grande ricerca della verità. Salvare Langley dalla pena di morte, comprenderlo, perdonarlo in qualche modo, e chiarire definitivamente la sua posizione diventeranno infatti i dictat necessari per superare lo spaventoso trauma infantile che rischia di inghiottire per sempre la vita futura dell’autrice.
Di questo strano e particolare libro ho amato profondamente le sue contraddizioni, i suoi chiaro scuri. Siamo abituati a leggere di storie a lieto fine, dove alla fine delle pagine il bene trionfa sul male e tutto in qualche modo si risolve.
Ma cosa succede se non c’è nessun vincitore alla fine di tutto?
Cosa succede se non esiste il lieto fine?
Quello che emerge dalle pagine è la vita vera, piena di ostilità, salite infinite e brusche discese. Quasi mai esiste un giusto e uno sbagliato. Esistono tante circostanze, tante situazioni e forse attenuanti. Sta tutto nel modo in cui una storia è raccontata, da quale punto di vista viene guardata e analizzata. Perché in fondo anche i cattivi possono essere messi in prospettiva. Forse.
A cura di Francesca Marchese Avelluto
Alexandria Marzano-Lesnevich
Alexandria Marzano-Lesnevich:Vive a Portland, nel Maine (Usa), ed è docente al Bowdoin College. In precedenza ha insegnato alla John F. Kennedy School of Government dell’università di Harvard. La memoria del corpo, (Piemme, 2020) la cui stesura l’ha impegnata per un decennio, è stata tradotta in dieci Paesi e ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti.
Acquista su Amazon.it: