Recensione di Francesco Morra
Autore: Edoardo Nesi
Editore: La nave di Teseo
Genere: Narrativa
Pagine: 263
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. È una storia, questa. Una storia d’amore. Iniziata quarant’anni fa, e mai finita. Ed è anche la storia d’un viaggio nell’Italia del 2019, epico e comico, ebbro e stupefatto, sventatissimo, intrapreso su una Jeep del 1979 senza né tetto né sportelli né parabrezza da Emiliano De Vito, un ventiduenne appena laureato summa cum laude in Lettere antiche, e Vittorio Vezzosi, lo scrittore d’un solo libro, pubblicato nel 1995 e accolto da un successo planetario che lo convinse a rinchiudersi in una casa colonica sopra Firenze e non farsi più vedere da nessuno, e non pubblicare più neanche una parola. E mentre questi due antieroi se ne vanno litigando – troppo distanti le loro generazioni e visioni del mondo, troppo diversi i destini – verso Milano e la fiera-mercato degli anni Ottanta e Novanta, dove il Vezzosi ha incomprensibilmente accettato di tenere un discorso, infrangendo un silenzio durato un quarto di secolo, l’attenzione d’un mondo impazzito si riversa su di loro, e i social convinceranno l’Italia a fermarsi per ascoltare in diretta il Vezzosi, “l’unica risorsa e l’ultima speranza”, mentre fa i conti col suo e col nostro passato, e soprattutto con l’immenso, pericoloso potere della nostalgia che attanaglia e stringe forte – troppo forte – il presente e il futuro di questo nostro paese perso nel ricordo di sé, e governato dai demagoghi peggiori.
Recensione
Io non ho una casa, solamente un’ombra,
ma tutte le volte che avrai bisogno
d’un’ombra, la mia ombra è tua. (Malcom Lowry)
“La mia ombra è tua” ha come protagonisti principali il giovane laureato Emiliano De Vito e lo scrittore Vittorio Vezzosi. Due generazioni che si confrontano e pungolano. Il giovane viene ingaggiato come assistente del maestro, un cinquantaquattrenne che dopo aver scritto un solo romanzo di enorme successo vive isolato nelle campagne fiorentine. I due affronteranno un viaggio che li porterà ad una crescita personale e verso autoconsapevolezze tra risate e profonde riflessioni.
Poco o nulla, il Nesi, ci dice riguardo a questo unicum, I lupi dentro del Vezzosi. Una storia d’amore di cui abbiamo una percezione dei contenuti dai giudizi entusiasti dei suoi lettori.
Lo scontro generazionale, inevitabile, avviene nella parte iniziale del libro e in realtà è un attacco perpetrato dal De Vivo e incassato placidamente dal maestro. Una filippica e requisitoria di una generazione che si sente defraudata ma che rileva solo quanto sia pigra, passiva e non si smuova per prendere le redini del mondo.
Il “vecchio” conquisterà il “giovane” e lo eleverà a complice e compare di questa sua avventura.
Ognuno dei due troverà il suo Eldorado ovvero una strada da percorrere.
Essere coscienti delle proprie forze, Zapata, alias De Vito mentre il Vezzosi…
Comunque siamo stati insieme. Siamo stati insieme tutta la vita. Se conti anche tutto il tempo che abbiamo passato a pensarci.
Una parte rilevante viene data alla nostalgia, attribuendole anche un valore edificante se può essere leva per costruirsi una nuova opportunità.
L’autore descrive in tutte le sue contraddizioni il fenomeno dei social media con grande lucidità. Una riflessione acuta che fotografa come il fenomeno del momento e la rivoluzione digitale stia fagocitando e distraendo emozionalmente ciscuno di noi.
Il libro si legge d’un fiato, capitoli brevi e la simpatia del protagonista con le sue marachelle fanno sì di esserne conquistati. Si ma non è solo questo, vi è un mondo in queste pagine di mille rimandi e citazioni dalla Didion passando per Lowry e facendo puntate sulla musica e il cinema. L’arte è mezzo per vivere che assieme all’amore ci completa e eleva dando senso ai nostri giorni.
Edoardo Nesi torna con un grande romanzo che coniuga sapientemente elementi che fotografano la società circostante e le sue contraddizioni. Ci fornisce anche un messaggio che la vita non è mai banale, scontata e che le si può dare in ogni momento una sterzata verso prospettive diverse. Tutto dipende da noi, perché l’esistenza è meravigliosa e bisogna godersela accettando l’incertezza anche essendo audaci.
Una lettura che tiene incollati alle pagine e si è rammaricati di terminare!
A cura di Francesco Morra
Edoardo Nesi
ha pubblicato Fughe da fermo (1995), Ride con gli angeli (1996), Rebecca (1999), Figli delle stelle (2001), L’età dell’oro (2004, Premio Bruno Cavallini; Finalista Premio Strega 2005), Per sempre (2007), Storia della mia gente (2010, Premio Strega 2011), Le nostre vite senza ieri (2012), L’estate infinita (2015). È il traduttore italiano del romanzo di David Foster Wallace Infinite Jest. Ha scritto e diretto il film Fughe da fermo (2001).
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