La prossima estate




Recensione di Giusy Giulianini


Autore: Alessandro Bruni

Editore: Gruppo Persiani Editore.

Pagine: 238

Genere: noir

Anno di pubblicazione: 2019

 

 

 
 
 
 

 

Sinossi. Affrontiamo grandi eventi nelle nostre vite che sono fondamentali, e finiscono per cambiare la rotta del nostro destino: matrimoni, trasferimenti, successi lavorativi. A volte però sono sufficienti piccole coincidenze affinché si incastrino i pezzi di un puzzle più grande, che finisce per stravolgerci in maniera irrimediabile. Matteo e i suoi più cari amici si ritrovano dopo tanto tempo:elementi apparentemente insignificanti si allineeranno scardinando la realtà che credevano di conoscere, e, dopo quella che doveva essere un’innocente rimpatriata, la vita di quattro uomini non sarà mai più la stessa.

 

 

 

Recensione

Sorte, fatalità, destino avverso sono i concetti che mi martellano la mente durante la lettura de La prossima estate di Alessandro Bruni. Quattro amici, inseparabili un tempo per la comune fede calcistica, decidono di incontrarsi per ritrovare la leggerezza di allora. É la fine di novembre del 2006, una sera di nebbia nella Bassa tra Bologna e Ferrara, in cui ognuno si trova alla vigilia di traguardi importanti. Un’osteria alla buona, molti bicchieri di vino generoso, qualche ragazza facile e nulla per loro sarà più come prima.

La prossima estate, pubblicato per la prima volta da Giraldi nel 2008, vede oggi di nuovo la luce nei tipi di Gruppo Persiani Editore. E lo fa con una didascalia, Un requiem per il noir, che ben chiarisce quanto ingannevole sia quel suo titolo pieno di promesse. Tutte peraltro disattese, e anche qualcosa di più, da un destino avverso e da una malaugurata serie di tragici equivoci che sono poi l’elemento fondante del romanzo. Tema tra l’altro, quello degli equivoci, che all’autore sta particolarmente a cuore, tanto da avergli dedicato altri due romanzi: Ulisse aveva una figlia (Persiani, 2015) e Killing Rock Revolution (Persiani, 2017).

Il motore della storia, il primum movens, è un delitto accidentale. Questo va detto per poter commentare il romanzo, ma nulla di più si può aggiungere alla trama. Gli eventi che ne scaturiscono, infatti, coinvolgono i protagonisti in una concatenazione così serrata e fatale che basta rivelarne anche uno solo per scoprire l’intero ordito. Delitto, colpa, rimorso, redenzione popolano le pagine del romanzo come spettri evocati dalla nebbia padana, mentre le suggestioni di Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskji e di Match Point di Woody Allen, che non a caso del gigante russo è fervente appassionato, incatenano il lettore. Anzi, potremmo dire che Bruni mette in scena proprio il confronto tra il dostoevskjiano Raskol’nikov, che non riesce a reggere il peso della sua colpa neppure in nome della necessità, e l’alleniano Chris Wilton che invece a quella fa appello per giustificare il suo crimine.

Anche qui infatti il rimorso travolge la coscienza di uno dei protagonisti, che dal delitto in poi precipita lungo la china del tormento e dell’angoscia. Angoscia di essere scoperto, tormento per non esserlo e, dunque, per non subire la giusta pena. Nella prima parte, interamente dedicata a lui, Alessandro Bruni descrive con completa e sensibile padronanza la sua discesa agli inferi, cui neppure il nuovo lavoro o la promessa di un amore possono offrire redenzione. L’altro suo personaggio somiglia invece a Chris Wilton: trova rapida giustificazione nelle circostanze, si nasconde dietro i suoi obblighi familiari, non vuole più parlane, vuole solo dimenticare. E soprattutto, la colpa, la rispedisce al mittente, ovvero al Fato.

E loro due, prima così amici, anzi fratelli, in virtù di quella fatalità si trovano ora “sul crinale che divide due abissi, quello dell’espiazione da quello della malvagia rimozione”.

I personaggi di Bruni, non solo i due protagonisti cui sopra accennavo, sono tutti ben centrati e disegnati con convincente realismo nella fisionomia e negli atteggiamenti. L’ambientazione tra Bologna e la Bassa è suggerita con tocchi sobri ma di forte sapore evocativo: la nebbia soprattutto – quella di allora perché oggi, purtroppo per me che la amo e mi ci identifico, la nostra pianura sembra averla dimenticata – avvolge paesaggi e coscienze in “un paradossale senso di indefinito”.

Uno stile sicuro, conciso, di notevole precisione lessicale. Un ritmo serrato cui la narrazione al presente induce nel lettore un’angosciante immedesimazione. Dialoghi vivaci, con attualizzazioni gergali.

Insomma, a Bruni non manca nulla del narratore di razza. E una menzione a parte la meritano le vivaci illustrazioni, qui di Marta Debis. Accorgimento interessante, questo del libro illustrato, quasi una graphic novel, cui l’autore non è nuovo avendovi fatto ricorso anche in Killing rock revolution, in quel caso con l’aiuto di Arianna Marconato.

 

 

 

 

Alessandro Bruni


Alessandro Bruni, nato a Bologna nel 1972, ha esordito con il romanzo La prossima estate (Giraldi), un noir costruito sul tema della tragedia degli equivoci. Ulisse aveva una figlia (2015) è il suo secondo romanzo in cui prosegue la tematica dell’equivoco, affrontando il registro della commedia. Ha pubblicato successivamente per Persiani Editore: Killing Rock Revolutions (2017) e La prossima estate (2019). Esercita la professione di avvocato civilista.

 

 

 

A cura di Giusy Giulianini 

Giusy Giulianini è nata e vive a Bologna. Legge, molto e da sempre, e scrive un po’: recensioni e interviste agli autori di narrativa giallo-noir, sua passione inveterata, e qualche riflessione personale, in veste di racconto o di romanzo. Quest’ultimo, un thriller emotivo, è fermo al Capitolo XVII e chissà se si muoverà da lì? Se si dovesse descrivere con una frase, questa sarebbe ‘I libri sono il mio peccato e i noir il mio peccato mortale’.

 

 

Qualche nota in più:

LUOGHI. Bologna e i suoi rioni Bolognina e Corticella; Castello e Piano, comuni immaginari; la Bassa, tra Bologna e Ferrara

MUSICISTI. Marlene Kuntz, L’agguato; Pathy Smith, People have the power; gli U2, Pride; i Doors; I Deep Purple; Brian Eno; Sting; Lucio Battisti; Noir desir; Chemical Brothers

SCRITTORI. La musique di Charles Baudelaire (da Les fleurs du mal), Viaggio al centro della terra di Jules Verne, Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskji; Tristia di Ovidio.

 

 

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