La ragazza del lago




 

di Laura Villa

Chi legge il libro e chi guarda il film “ascolta” due storie diverse?

Laura cerca di rispondere a questa domanda per noi.LA RAGAZZA DEL LAGO

 

(“La ragazza del lago”, di Andrea Molaioli, con Toni Servillo, Nello Mascia, Marco Baliani, Giulia Michelini, Fausto Sciarappa, Denis Fasolo, Franco Ravera, Sara D’Amario, Heidi Caldart, Alessia Piovan, Nicole Perrone, Enrico Cavallero, Anna Bonaiuto, Omero Antonutti, Fabrizio Gifuni, Valeria Golino, sceneggiatura di Sandro Petraglia, distribuzione Medusa Film, durata 95 min. – Italia 2007).
(“Se Deg Ikke Tilbake!” Karim Fossum; Norvegia, anno di edizione: 2011; “La ragazza del lago – Lo sguardo di uno sconosciuto, Sperling & Kupfer, Frassinelli)

 

 

Un tranquillo paese di montagna, immerso in una natura quasi incantata, nella provincia friulana, vicino a Udine; un lago su cui aleggia una misteriosa leggenda e, sulle rive del lago, il cadavere di Anna, ritrovato quasi per caso; una ragazza giovanissima, bella e amata da tutti; il suo corpo abbandonato sulla riva, nudo, coperto in parte da una giacca, come ultimo, disperato, segno di pietà. Chi può averla uccisa? Il commissario Giovanni Sanzio decide di indagare sulla vicenda, scoprendo che i segreti nel tranquillo paesino carnico, sono tanti, e molti potrebbero essere i colpevoli. Questa è la vicenda centrale su cui si basa il film “La ragazza del lago” adattamento cinematografico italiano del romanzo norvegese di Karim Fossum “Se Deg Ikke Tilbake!”. Il film vede alla regia l’allora emergente Andrea Molaioli, già aiuto regista di Nanni Moretti in “Palombella rossa” e “Caro diario”, nonché di Marco Risi (“Il muro di gomma”), e alla sceneggiatura il già famoso Sandro Petraglia, (“La meglio gioventù”, “Il ladro di bambini”). Il cast è di quelli d’eccezione: tra tutti, Toni Servillo nella parte dell’ispettore Giovanni Sanzio, Valeria Golino, Anna Bonaiuto, che interpreta la moglie del commissario, Fabrizio Gifuni, nella parte di Corrado. Non sorprende, quindi, che questo film abbia fatto incetta di premi: David di Donatello per la miglior regia, il miglior regista esordiente, il miglior film, la migliore sceneggiatura e il miglior attore protagonista.

 

DAL LIBRO AL FILM

La trasposizione cinematografica del libro della Fossum, ambientato in un paesino norvegese, rischiava di farci perdere qualcosa dell’atmosfera di mistero che aleggia sulla vicenda; invece non è così, anzi, a mio parere, il film di Molaioli supera addirittura il libro.

 

Il film inizia come il romanzo: una bambina scompare insieme a un ragazzo affetto da ritardo mentale, ed è proprio grazie a questa scomparsa, e alla conseguente mobilitazione della polizia e dell’intero paesino, che viene scoperto, in riva al lago del titolo, il corpo senza vita della giovane Anna. Una tragedia che si somma a quella recente delle morte prematura di un bambino, Angelo, figlio di una coppia della zona e a cui Anna era molto la affeziona.

 

Un’importante differenza tra libro e film è l’introduzione di un nuovo personaggio, la moglie del commissario Sanzio: splendida è, a mio avviso, l’interpretazione dell’attrice napoletana Anna Bonaiuto (“L’amore molesto” tra i suoi tanti film): ricoverata in una clinica a causa di una malattia neurodegenerativa, ha completamente dimenticato la sua vita precedente, creandosene una nuova, apparentemente felice, con un altro degente; il fatto che il marito commissario si debba fingere un parente per farle visita, vedendola ridere finalmente serena col suo nuovo ‘compagno’, introduce un ulteriore elemento di dolorosa umanità al personaggio interpretato da Servillo, umanità che nel libro era invece data dalla condizione di vedovanza del commissario Sejer.

 


I PROTAGONISTI

Il commissario Sanzio

 

Mi sento di dire che il bravissimo Toni Servillo regge sulle sue spalle l’intero film, offrendoci, grazie anche al resto del cast e alla sceneggiatura di prim’ordine, un prodotto elegante e raffinato. Con i suoi sguardi, i suoi silenzi, il suo carattere apparentemente schivo e burbero, il suo rapporto con la figlia adolescente (l’esordiente Giulia Michelini), tratteggia il commissario Sanzio in maniera molto più umana, intima e sofferta rispetto al commissario Peter Sejer del romanzo della Fossum.

 

 

Chiara (la madre di Angelo)

Non è tra i protagonisti, ma l’interpretazione che ne dà Valeria Golino, dona così tanto al film che non la si può ridurre a un ruolo di comprimaria. Chiara, nella sua dignità di donna distrutta dal dolore per la morte prematura del figlio ancora bambino e la fine del suo matrimonio, rivela a Giovanni Sanzio particolari importanti sulla morte del figlio (un bambino con problemi di apprendimento e di iperattività che, col suo disturbo, minava il già precario equilibrio). Questi particolari risulteranno fondamentali anche per capire di più sull’omicidio di Anna, che di famigliare Angelo era la baby sitter. Anche qui, rispetto al libro, il suo personaggio spicca per una maggiore umanità, trasmessa attraverso l’atteggiamento dimesso e stanco, mentre nel libro della Fossum se ne sottolinea soprattutto la bellezza e l’eleganza quasi algida.

Roberto, il fidanzato di Anna

Un’altra importante differenza che distingue libro e film è la figura del fidanzato di Anna, interpretato da Denis Fasolo. Mentre nel film il suo personaggio è secondario, nel libro la figura di Harlow Munz ha un ruolo molto importante. E’ lui a scoprire nel computer di Anna il suo diario, in cui si legge la vera, ultima, ragione della sua morte. Inoltre, ci viene descritto anche dal punto di vista psicologico (gli abusi subiti da bambino, il racconto della morte del padre violento) in maniera molto più approfondita rispetto al film.

 

I PERSONAGGI SECONDARI

 

Mario e suo padre: nel libro come nel film, queste due figure sono, a mio parere, legate da un rapporto morboso, quasi simbiotico. Mario (Raymond, nel romanzo della Fossum) è un ragazzo affetto da ritardo mentale, emarginato rispetto al resto del paese, che lo considera “il matto del villaggio”; è la prima persona su cui ricadono i sospetti per la morte di Anna: il ragazzo assiste il padre infermo (nel film un bravo Omero Antonutti) che, in un dialogo con Servillo/Sanzio, confessa tutta la sua rabbia e vergogna (verso il figlio e verso se stesso) per un figlio malato che non ama.

 

Anna: per me la figura di Anna rimane un enigma. Ragazza bella e apparentemente felice. Nel film, a differenza del libro, la vediamo anche viva in una scena iniziale, non solo nei ricordi di parenti e amici. Il rapporto coi genitori, come quello quasi inesistente con la sorella maggiore, è descritto sia nel libro che nel film, ma in quest’ultimo viene trattato, secondo me, in maniera più superficiale. Sia nel libro che nel film, Anna ci viene tratteggiata da amici e parenti come una ragazza sportiva e solare, il cui carattere, a un certo punto, cambia radicalmente: diventa schiva e quasi apatica. Nel libro, Anna ha saputo da poco di essere malata ma non lo rivela né alla famiglia né al fidanzato, e questo a me è sembrato sempre molto strano; in più, sembra quasi interpretare per tutti il personaggio della ragazza forte e perfetta, ma rimangono molti punti oscuri, a mio parere, sulla sua vera natura, come sulla sua morte.

 

Corrado (il padre di Angelo): interpretato da Fabrizio Gifuni (altro nome eccellente: “La meglio gioventù”, “Il capitale umano”…), rispetto alla figura del libro è più umano, meno arrogante e freddo del venditore di oggetti pregiati descritto dalla Fossum. Sarà lui, nel film, a rivelare la verità sulla morte di Anna e su quella di suo figlio Angelo. Nel libro invece il colpevole sarà scoperto solo dopo indagini approfondite e anche grazie all’intervento del fidanzato di Anna che verrà rinvenuto ferito a casa sua.

 

L’APPROCCIO ALLA STORIA

Il finale del film, rispetto al libro, è senz’altro meno criptico. Nel film viene identificato un colpevole preciso. Non svelerò di più per non rovinare la lettura o la visione, per chi non ha ancora letto il libro o visto il film… Il libro, invece, pur essendo un thriller, lascia il finale “aperto”; perché sì, una persona viene incriminata dagli inquirenti, ma le ultime pagine della Fossum riaprono un dubbio: chi ha ucciso veramente Anne? Ma, soprattutto, che ruolo ha giocato veramente Raymond/Mario in tutta la vicenda? È davvero così innocente come tutti lo dipingono?

 

L’AMBIENTAZIONE

 

 

Il libro è ambientato in Norvegia con le sue estensioni immense, le grandi foreste, i territori disabitati lasciati a una natura quasi incontaminata, spesso (soprattutto nelle zone rurali) predominante rispetto agli abitanti. Molaioli ha trasferito il film nel nostro Friuli Venezia Giulia, in un paesino montano in provincia di Udine. A mio parere, questa scelta è stata azzeccatissima, perché tra le montagne del Friuli ritroviamo se non le abitudini nordiche, una natura forte e rigogliosa, ricca di fascino, mistero e antiche leggende: la Carnia, infatti, è ricca di mitologie che il regista ha sapientemente riportato a quella del Lago del serpente citata nel libro. Sia il libro che, forse ancor di più, il film, puntano lo sguardo sull’alone di mistero presente nel paesino di provincia in cui avviene l’omicidio: molti sono i segreti taciuti, molti i pregiudizi.

 

UN ULTIMO FLASH

Devo dire che, pur essendoci diverse differenze, anche sostanziali, tra libro e film (anche se Molaioli ha mantenuto gli elementi caratterizzanti il racconto) consiglio di leggere prima il romanzo e, solo dopo, guardare il film; altrimenti la confusione, potrebbe essere molta.

 

 

ALLA FINE CHI VINCE?

A mio parere, alla fine vince il film, che è più intimista e sposta di più l’attenzione sui sentimenti, sulle persone. È, senz’altro, meno freddo del libro. In particolare, penso ai genitori di Angelo e alla loro lotta interiore per la morte del figlio (un bambino problematico) da loro non voluta, ma avvertita come un sollievo; in tal senso, significativo è il dialogo tra Chiara e il commissario Sanzio, in cui lei racconta i problemi del figlio e il disagio e la stanchezza di fronte a una situazione che, ormai, aveva inesorabilmente minato il loro rapporto. Alla fine sia della lettura che della visione del film, devo dire che a me è sorto comunque un grande interrogativo: chi era veramente Anna?

Laura Villa