La raggia




LA RAGGIA


Autore: Mattia Grigolo

Editore: Pid Gin Edizion

Genere: Narrativa ruvida

Pagine: 126

Anno di pubblicazione: 2022

 

 

 

Sinossi. Vivendo in una baracca vicino a un bosco, in cui il silenzio è troppo profondo per sfuggire all’eco dei tuoi pensieri e della tua rabbia, cerchi un modo per esprimere quello che senti, anche se non conosci le parole per farlo, anche se tuo padre ti ha insegnato il silenzio a schiaffi. Allora compri dei quaderni e scrivi come puoi quel che ti accade, nella vita e nella testa, cancellando gli errori e strappando le pagine. Ma ecco di nuovo quella strana volpe tra gli alberi, e con lei crollano gli argini ai ricordi più dolorosi e ai pensieri più cupi. I tuoi quaderni li nascondi nel terreno perché sarebbe un guaio se finissero nelle mani di tuo padre o dei tuoi amici, per non parlare dei poliziotti che sospettano tu abbia ucciso Nina. Era la tua ragazza e l’hanno trovata morta nel fiume. Tu ne sai qualcosa, e la volpe conosce i tuoi segreti. “La raggia” è un percorso di scoperta delle radici dei traumi partendo dalle loro ramificazioni, attraverso una lettura a ritroso di diari sepolti, scritti con un linguaggio semplicissimo ma acceso da intuizioni inaspettate e lampi di poesia.

 

 

Recensione di Alessio Balzaretti 

La raggia ovvero la rabbia, che sicuramente proveranno alcuni di quegli editori ed autori alla ricerca del mai scritto prima. Un libro questo, che definire romanzo, sarebbe riduttivo, poiché Mattia Grigolo riesce, con grande maestria e padronanza, ha fondere una narrativa ruvida ed essenziale, ad una trama poetica dove ogni parola trasmette emozione.

Perchè quindi parlare di “mai scritto prima”?

Perchè la sfida che l’autore lancia al lettore, può sembrare da principio spiazzante, soprattutto quando si palesa una vicenda da leggere a ritroso, con la paura di perdere nella memoria, qualcosa delle prime pagine che può risultare decisivo.

Molti autori ormai, nel tentativo di sorprendere, creano percorsi narrativi complicati, dove a farla da padrona sono i salti temporali, i flash back, le proiezioni in realtà parallele a quella narrata.

Tutti cercano la novità sempre più lontano dalla logica, chiedendo al lettore, sforzi che in realtà non vorrebbe mai fare.

La raggia invece è un romanzo che nella semplicità, ha trovato il modo di essere diverso.

L’autore, sostanzialmente, ci racconta, in prima persona, le origini di un assassino e lo fa attraverso i suoi diari di gioventù, che sono semplici quaderni pieni di appunti e frasi scritte da un ragazzo consapevole di essere stato privato dell’amore che ogni bambino dovrebbe ricevere, ma al tempo stesso, schiavo di un lato oscuro che pulsa dentro di se.

La sua vita, seppur segnata dalle violenze subite e dall’assenza della madre, gli presenta molte delle componenti che appartengono ai suoi coetanei. Ha degli amici, va a scuola, ha persino una fidanzata. Eppure, nulla di tutto questo è abbastanza per tirarlo fuori dalla capanna nel bosco in cui abita.

Lui odia con tutto se stesso il padre, ma non riesce a fuggire dalla realtà aberrante in cui è stato costretto da quando è nato. E poi c’è la volpe, che come un’entità esclusiva, gli appare tra gli alberi con il volto della mamma, a metterlo in guardia da se stesso ma soprattutto dagli altri.

Questa eterna fuga interiore, lo fa sentire fragile e persino l’amore per Nina viene percepito come un pericolo quando nota un cambiamento avanzare dentro di sé.

Una volta in carcere, la sua insegnante, gli suggerisce di scrivere su un quaderno ciò che sente il bisogno di buttare fuori, anche i brutti pensieri, come se li prendesse e lì gettasse nel fiume che tutto si porta via.

Questo buon proposito però, verrà deformato dalla psiche di un ragazzo come lui e quindi, tutto quello che lo tormenta, sia positivamente che negativamente, rischierà di finire in quelle acque torbide.

Lo stile di Mattia Grigolo è diretto e spontaneo. Ogni capitolo è un’istantanea che cattura il lettore per pochi secondi ma che racconta tutto ciò che serve per capire che, alle volte, una scelta diversa non c’è.

Si nasce per essere quello che siamo, sembra volerci dire attraverso il suo protagonista, e tutto intorno a noi, ci dice che deve andare così.

Un finale tristemente realistico che proprio per questo, ci mette in allarme e ci offre uno sguardo fuori dal bosco, verso la via d’uscita.

 

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Mattia Grigolo


nasce a Milano e vive a Berlino. Insegnante di scrittura creativa e giornalista freelance. Cofondatore e Direttore di Yanez Magazine. Fondatore e direttore artistico de Le balene possono volare. Si è occupato per molti anni di musica, specializzandosi in colonne sonore. È stato direttore de Il Mitte, magazine per italiani a Berlino. Ha pubblicato racconti su diverse riviste letterarie.