La ricetta dell’assassino




Recensione di Simona Vallasciani

Autore: Anne Holt

Pagine: 440

Editore: Einaudi

Genere: Giallo nordico

Anno di pubblicazione: 2013

 
 
 
 
 
 

Una vecchia prostituta, un giovane studente, la capo redattrice di una famosa casa editrice, un bambino di sette anni, una pensionata patriottica, due poliziotti con dei conti in sospeso, un celebre cuoco ucciso.
Sono questi gli ingredienti di “La ricetta dell’assassino” il sesto libro di Anne Holt con protagonista l’ispettore Hanne Wilhelmsen.

La storia ha inizio nel mese di dicembre, siamo nel 1999, a pochi giorni dalla fine di un secolo e l’inizio di uno nuovo, in una fredda Oslo avvolta dalla neve.
Brede Ziegler, uno chef norvegese di fama mondiale viene ritrovato morto, ucciso da una coltellata in pieno petto, sulla scalinata esterna della centrale di Polizia.

La stranezza del caso e un particolare sesto senso spingono Hanne ad uscire dalla vita da eremita che aveva deciso di intraprendere dopo il grave lutto che l’aveva colpita e ritornare a casa, sul campo e alla sua vera natura, dal quale aveva cercato inutilmente di scappare.

Quando ho iniziato a leggere questo libro, sinceramente non sapevo cosa aspettarmi, non avevo mai letto un romanzo di Anne Holt e il personaggio di Hanne Wilhelmsen mi era completamente estraneo. Arrivata all’ultima pagina, però, devo ammettere di esserne stata piacevolmente colpita.

Se amate le storie di indagini super equipaggiate con ispettori senza macchia e senza paura, questo libro non fa assolutamente per voi.
Anne Holt infatti in “La ricetta dell’assassino” ci mostra un lato ben diverso dell’investigazione, decisamente più umano.

I suoi ispettori si distraggono, si fanno ingannare dalle apparenze, rimangono incastrati con le spalle al muro, si dimenticano particolari importanti e compiono incredibili errori.

Sta al lettore quindi rimanere concentrato fin dalla prima pagina, cercando di non perdersi nemmeno un particolare di questa fitta rete di esistenze e situazioni e, chissà, magari risolvere il caso ancor prima degli stessi protagonisti.

Questo romanzo, che rappresenta alla perfezione un esempio di vero thriller nordico, sarà capace di far uscire la vena investigativa di chi lo vorrà leggere, ma non sarà così semplice.
I tanti personaggi e i continui cambi di prospettiva, creano un filo narrativo assolutamente complesso; le storie si intrecciano e si alternano con una velocità che può arrivare a confondere il lettore ma che lo spinge a continuare per sapere quando finalmente troveranno un’unione.
Strategia indubbiamente ben riuscita.

 
 

Anne Holt


Anne Holt (Larvik, 16 novembre 1958) è una scrittrice, avvocato e giornalista norvegese. È cresciuta a Lillestrøm e Tromsø per poi trasferirsi ad Oslo nel 1978 dove vive con la compagna Anne Christine Kjær (nota anche come Tine Kjær) e la figlia Iohanne. Anne Holt si è laureata in legge all’Università di Bergen nel 1986, ha lavorato per la Norsk rikskringkasting (NRK), l’azienda radiotelevisiva di stato norvegese, nel periodo fra il 1984 ed il 1988. Successivamente ha lavorato per due anni al dipartimento di polizia di Oslo per poi diventare avvocato. Nel 1990 è tornata alla NRK dove ha lavorato per un anno come giornalista ed anchor woman per il notiziario Dagsrevyen. Anne Holt ha iniziato la sua carriera di avvocato nel 1994 ed è stata ministro della giustizia norvegese dal 1996 al 1997. La sua carriera di scrittrice inizia nel 1993 con la pubblicazione de La dea cieca. Anne Holt è uno degli autori di noir e libri gialli più famosi della Norvegia.

 

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