Recensione di Giuseppe Tursi
Autore: Antonia Arslan
Editore: Bur Rizzoli
Genere: narrativa
Pagine: 256
Anno di pubblicazione: 2015
Sinossi. La fuga è finita. Al sicuro sulla nave che li condurrà in Italia, Shushanig e i suoi figli si lasciano alle spalle le atrocità che hanno sconvolto la loro vita e quella di tante famiglie armene. Mentre i figli di Shushanig si adattano dolorosamente alla nuova realtà, Ismene, che li ha strappati alla morte, cerca di salvare altre vite, prendendosi cura degli orfani che vagano per le strade di Aleppo. Una testimonianza, appassionante come un romanzo, sulle vicende di un popolo condannato all’esilio, dalla penna coinvolgente di una scrittrice coraggiosa.
Recensione
La scrittrice Antonia Arslan riporta alla luce il genocidio del popolo armeno avvenuto nel 1915 e terminato nel 1922 con l’incendio della città di Smirne, dove persero la vita numerosi armeni e greci, massacrati dall’esercito turco.
L’autrice ha voluto narrare questa vicenda perché lei stessa di origini armene, e attraverso la ricostruzione di vicende storiche e umane della sua famiglia, è riuscita a dare vita a personaggi che si sono sacrificati per il proprio popolo.
La strada di Smirne è il secondo libro che l’autrice scrive sul massacro armeno. Qui ritroviamo gli stessi protagonisti sopravvissuti nel romanzo la masseria delle allodole, come Ismene, Nezim e Isacco, i quali rimasti ad Aleppo, si prendono cura dei tanti orfani di guerra. L’orfanotrofio, però, si trasferisce a Smirne, fiorente città ceduta dalla Turchia alla Grecia alla fine della guerra. La lamentatrice greca Ismene e il religioso Isacco, con ogni mezzo e astuzia, cercheranno di portare in salvo dalla devastazione della città, il maggior numero di orfani possibile.
Nel romanzo si intrecciano anche altre numerose storie e, devo essere sincero, proprio per questo motivo, nella prima parte del libro, ho fatto fatica a immergermi completamente nella narrazione ma successivamente, complice anche la scrittura semplice, scorrevole e delicata dell’autrice, mi sono sempre di più appassionato alle vicende umane descritte. Infatti Antonia Arslan sposta il focus non tanto sui fatti storici, comunque ben documentati, ma sulle persone che hanno combattuto con coraggio, spesso sacrificando la vita per il proprio popolo.
Consiglio vivamente di leggere questo romanzo a chi ha voglia di conoscere o riscoprire una delle pagine più nere e cruente della storia mondiale, non solo dal punto di vista storico, ma anche e soprattutto da un punto di vista umano.
A cura di Giuseppe Tursi
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Antonia Arslan
Scrittrice e saggista italiana di origine armena. Laureata in archeologia, è stata professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Padova. È autrice di saggi sulla narrativa popolare e d’appendice (Dame, droga e galline. Il romanzo popolare italiano fra Ottocento e Novecento) e sulla galassia delle scrittrici italiane (Dame, galline e regine. La scrittura femminile italiana fra ‘800 e ‘900).Attraverso l’opera del grande poeta armeno Daniel Varujan — del quale ha tradotto le raccolte II canto del pane e Mari di grano — ha dato voce alla sua identità armena. Ha curato un libretto divulgativo sul genocidio armeno (Metz Yeghèrn, Il genocidio degli Armeni di Claude Mutafian) e una raccolta di testimonianze di sopravvissuti rifugiatisi in Italia (Hushèr. La memoria. Voci italiane di sopravvissuti armeni). Nel 2004 ha scritto il suo primo romanzo, La masseria delle allodole (Rizzoli), che ha vinto il Premio Stresa di narrativa e il Premio Campiello e il 23 marzo 2007 è uscito nelle sale il film tratto dall’omonimo romanzo e diretto dai fratelli Taviani. La strada di Smirne (Rizzoli) è del 2009. Nel 2010, dopo una drammatica esperienza di malattia e coma, scrive Ishtar 2. Cronache dal mio risveglio, per Rizzoli. Nel 2010 esce per Piemme Il cortile dei girasoli parlanti, nel 2015 esce per Rizzoli Il rumore delle perle di legno. Il libro di Mush, sulla strage degli armeni di quella valle avvenuta nel 1915, è pubblicato da Skira nel 2012. Nel 2018 esce per Rizzoli La bellezza sia con te.
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