Recensione di Laura Salvadori
Autore: Riccardo Cervero
Editore: Astro Edizioni srls
Genere: noir
Pagine: 420
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. L’uomo ha realmente qualche possibilità di scelta? E se tutti nascessero con un ruolo preciso da interpretare, e non fosse possibile cambiarlo o riscriverlo? Attraverso un complesso gioco di ruoli, orchestrato in punto di morte da un vecchio neuropsichiatra, alcuni personaggi, stretti nella stessa certezza di autodeterminarsi ma, in realtà, mossi da una matassa di istinti e pulsioni, verranno condotti a uccidere, autodistruggersi e tentare la fuga. Un giornalista che non riesce a riconoscersi in nessun comodo stereotipo; un avvocato capace di evadere dalla gabbia della perfezione solo con il tradimento e il sesso; una commissaria di Polizia sedotta dalle inesauribili sfaccettature del crimine; un agente dei Servizi Segreti, assiduo frequentatore di pacchianissimi festini dell’alta società; un serial killer senza storia né identità; una neuropsichiatra che obietta le colonne portanti dell’essere umano: la volontà, la ragione e la libertà di scelta. Il gioco, creato dal terribile ricatto del vecchio moribondo, sedurrà il lettore che, in un crescendo di violenza, potrà accorgersi, magari, di essere egli stesso un protagonista passivo, in balia delle pulsioni degli attori in scena.
Recensione
Se partorire una trama originale significa essere già a buon punto nella stesura di un buon lavoro letterario, Riccardo Cervero può ritenersi in parte già vincente.
La sua opera prima “L’accordo stridente” è un romanzo particolare, che riesce a non cadere nel già letto o nel già visto. Lo scheletro è quello del thriller (si cerca un serial killer che uccide le sue vittime secondo un rituale ben preciso) l’atmosfera è decisamente noir, perché si scava dentro l’animo umano alla ricerca di pulsioni negative, le sfumature virano incessantemente verso l’horror, regalando al lettore un brivido in più.
Il romanzo ha un incipit importante, che porta subìto il lettore a immergersi nell’atmosfera che permea tutta l’opera. Già dalle prime pagine si intuisce nell’autore la grande determinazione, la voglia e il desiderio di stupire ed ammaliare il lettore . Anche la scelta del linguaggio denota lo stesso desiderio di far bella mostra delle proprie capacità sintattiche che in effetti non mancano a Riccardo Cervero. La sua scrittura è molto curata ed è evidente lo studio che l’autore ha fatto al fine di far combaciare realtà, verità e finzione. Fa davvero piacere vedere un giovane scrittore così scrupoloso e attento.
Già dalle prime battute incontriamo diversi personaggi, ognuno dei quali ha una propria storia e caratterizzazione. Sono anime tormentate, che sembrano faticare a vivere la propria vita con serenità. Hanno dei segreti, hanno un passato tormentato, ma al tempo stesso si differenziano per le proprie inclinazioni che fanno di loro un buono o un cattivo.
Ma siamo proprio certi che ognuno di loro abbia potuto scegliere chi essere, come vivere, cosa pensare? Oppure si nasce con un ruolo da interpretare dal quale non possiamo sganciarci?
E se la nostra vita fosse creta nelle mani di un folle manipolatore?
E se il nostro destino fosse mosso da un burattinaio esigente e crudele che muove i fili delle nostre esistenze?
E se il burattinaio volesse giocare con le sue marionette per intuire, provocare e determinare le loro mosse?
Ciò che esce dalla penna di Riccardo Cervero è una ipotesi azzardata, folle e enormemente interessante! Difficile per me parlare di questo romanzo senza rischiare di anticipare qualcosa della trama. Dico solo che vi troverete dentro a qualcosa di inaspettato e che sarà inevitabile fare delle riflessioni su ciò che leggerete. Perché alla fine, storia a parte, un dubbio rimarrà a tormentarvi.
Possiamo salvare l’Uomo dalla responsabilità delle proprie azioni?
Sottrarlo alla trappola della società che smussa la sua indole, massacra la sua natura e castra i suoi istinti?
La posta in gioco è la sopravvivenza della specie, la costruzione di un mondo equo e vivibile.
L’Uomo è giunto a noi nella piena convinzione di essere l’artefice del proprio destino. Tutta l’intera storia della scibile umano si basa sulla certezza che l’Uomo decide ciò che vuole essere, inseguendo un ideale e assecondando le proprie inclinazioni e i propri desideri.
Cervero riesce a mettere tutto questo sotto una luce diversa attraverso ipotesi azzardate ma pur sempre di grandissimo effetto. Bello il finale, che lascia il lettore a bocca aperta. Bello tutto il romanzo, che si fatica a credere nato dalla penna di un autore poco più che ventenne.
Insomma, un buon esperimento per questo giovane autore, a cui la fantasia non fa difetto e nemmeno la capacità di immaginare scenari inaspettati.
Un grande “in bocca al lupo”, Riccardo! Spero di leggerti ancora con la curiosità che ha caratterizzato l’intera lettura di questo tuo primo romanzo!
Intervista
Riccardo, viene naturale chiederti cosa ti ha spinto a scrivere un romanzo. E’ senza dubbio qualcosa di poco comune, specialmente per un ragazzo così giovane. Fare lo scrittore è ciò che vorrai fare “da grande”?
La mia passione per la scrittura nacque durante l’ultimo anno di scuola superiore, quando iniziai a sentire il bisogno di sfamare una curiosità spasmodica nei confronti della realtà. In questi sette anni, ho avuto il crescente bisogno di creare personaggi in grado di guidarmi attraverso situazioni a me sempre più lontane, affinché potessi appropriarmene grazie alla mia immaginazione e viverle attraverso la mia creatività. Qualche tempo fa sono sprofondato in un argomento come non avevo mai fatto: la libertà di scelta. Non ho resistito all’idea di poter esplorare tutte le sue prospettive, di vedere come i miei occhi lo avrebbero visto sul foglio bianco. Allora mi sono dedicato quotidianamente allo studio e poi, finalmente, alla stesura de “L’ accordo stridente”. È stata un’esperienza meravigliosa, che ripeterei per il resto della mia vita. Per questa ragione, sì, scrivere è ciò che voglio fare da grande.
Il tema de “L’accordo stridente” gira intorno a delle idee davvero interessanti che trovano le proprie fonti nella neuropsichiatria. Si può dire, senza fare spoiler, che il tema principale che tratti è il dubbio che l’uomo sia in grado di determinare il proprio destino? Illustraci questi aspetti.
È assolutamente così. Il tema principale ricalca le mie stesse incertezze sulle nostre capacità di autodeterminazione. Ho iniziato a dubitare di tutte le costruzioni astratte di cui avevo bisogno e mi sono chiesto: chi decide, realmente, cos’è giusto? E se l’etica, la forza di volontà e tutto ciò che ha che fare con la presunta razionalità dell’uomo non fossero altro che credenze necessarie per non farci impazzire, delle pure superstizioni? E se invece il caso decidesse a priori il nostro ruolo? Le fonti di neuropsichiatria mi hanno aiutato, in qualche modo, a trovare la mia risposta. Nel romanzo, le voci dei personaggi, spesso, si allineano alla mia; altre volte, invece, gridano il contrario.
Cosa si prova a veder pubblicata la propria opera prima? Scriverai ancora?
Veder pubblicato “L’accordo stridente” da un editore, soprattutto senza cadere nelle solite trappole a pagamento, mi ha reso felicissimo. Mi ha dato entusiasmo e speranza per futuri lavori, mi ha dimostrato che l’impegno non è stato vano. Attualmente mi sto dedicando ad alcuni racconti e, intanto, raccolgo ispirazioni per un nuovo romanzo.
Riccardo Cervero
Riccardo Cervero è un giovane studente universitario che ama la musica e viaggiare. “L’accordo stridente” è il suo primo romanzo.
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