Lachesis




Recensione di Stefania Ceteroni


Autore: Federica Zaninoni

Editore: Kimerik

Genere: thriller e suspense

Pagine: 306

Anno di pubblicazione: 2020

 

 

 

 

 

Sinossi. Dal giorno in cui Jeannie Hendrix viene ricoverata al Greenlife General Hospital in preda al delirio, il torbido passato della dottoressa White sembra riscattarsi dall’oblio in cui a fatica era stato confinato e si ripresenta con gli interessi. Una mente malata che tesse oscure trame di vendetta, il genio folle di un assassino efferato che non commette errori si celano dietro a un’orchidea bianca che, accompagnata da un breve messaggio anonimo, darà inizio allo spettacolo. Un brutale delitto, commesso ai limiti della perversione, è soltanto il primo avvertimento. Ne seguiranno altri. La psichiatra ha i minuti contati: un rantolo spaventoso che corre sul filo del telefono, una voce gutturale artefatta che bisbiglia attraverso una porta ed esplicite minacce di morte diventano il peggiore dei suoi incubi; il maniaco nascosto nel buio in attesa dell’occasione perfetta sta per sferrare il colpo decisivo. I suoi nervi saranno messi a dura prova, non solo dal fatto di essere finita nel mirino di un killer psicopatico, ma da un acceso senso di colpa che affonda le radici proprio in quel passato da dimenticare.

 

Recensione

Lavorare in un ospedale psichiatrico ed avere a che fare con pazienti letteralmente fuori di testa credo richieda un gran self control e tanta calma oltre ad un’adeguata preparazione dal punto di vista professionale. 

Se, poi, un dottore – una dottoressa nel nostro caso – ha un passato che torna a bussare alla porta della sua coscienza e un maniaco spunta alle sue costole, la situazione si complica. 

Cassie White ha a che fare quotidianamente, assieme al suo staff, con persone con disturbi mentali. Dal giorno in cui viene ricoverata una nuova paziente che mostra palesemente di soffrire di Disturbo Dissociativo dell’Identità (DDI) la sua vita cambia e non in meglio.

Da quel giorno qualcuno tenta di portare a galla un passato di cui Cassie vorrebbe tanto liberarsi ma che ancora allunga la sua ombra sulla sua coscienza. Ha perso un fratello e sente il peso della colpa. A tutto ciò si sommano concrete minacce di morte messe in atto da una mente malata che rischia di far impazzire anche lei, proprio come capita ai suoi pazienti. 

Rischia di perdere la testa, Cassie. E non solo dal punto di vista fisico visto che viene minacciata di morte in modo molto concreto, ma anche il suo equilibrio psicologico si dimostra, ogni giorno di più, più fragile che mai. Rischia di non essere creduta, di essere considerata lei stessa una pazza e, soprattutto, rischia di non avere più punti di riferimento visto che quella mente malata che la tortura psicologicamente riesce a seminare elementi che la fanno dubitare di tutto e di tutti.

La scrittura è molto incalzante. L’autrice conosce l’ambiente di cui parla o, per lo meno, rende molto bene scenari ed ambientazioni mediche. La scrittura è scorrevole e l’evoluzione degli eventi segue un ritmo molto alto tanto che, ad un certo punto, mi sono chiesta come si potesse arrivare ad una conclusione nelle poche pagine che mi restavano da leggere.

In effetti sul finale ho riscontrato qualche elemento che mi ha fatto un po’ storcere il naso ma questo non pesa più di tanto sul piatto della bilancia che porterebbe a non consigliare un libro così. Anzi, lo consiglio a chi ama i thriller psicologici, a chi ama il ritmo ed il medical thriller.

Un aspetto che ho molto apprezzato è il fatto che l’autrice non abbia calcato la mano su un possibile risvolto romance della situazione lasciando spazio esclusivamente al thriller senza distrazioni. Quella della “deviazione romance”  è una possibilità che avrebbe potuto concretizzarsi senza troppa fatica visto che ce ne sarebbero state le condizioni: ho apprezzato la scelta dell’autrice, sotto questo aspetto. 

Ad un certo punto ho creduto di essermi fatta un’idea precisa di quale fosse la mano omicida ma l’intricata situazione mi impediva di avere elementi reali che deponessero a favore di tale idea. Non avevo elementi perché… sbagliavo! L’autrice mi ha depistata e in un thriller è buona cosa.

Il finale mi ha comunque sorpresa anche se, ad esempio, avrei dato un po’ più di credibilità alla dottoressa senza farla somigliare troppo ad un Rambo al femminile in una determinata circostanza… ma va bene così.

Quella di Federica Zainoni è una penna da tenere d’occhio, promette proprio bene se continua su questo filone. 

Parere mio, ovviamente.

 

A cura di Stefania Ceteroni

https://libri-stefania.blogspot.com

 

 

 

Federica Zaninoni


Federica Zaninoni nasce a Modena nel 1971. Si dedica a studi umanistici e si laurea in Psicologia con una tesi sulla creatività pubblicitaria. Ama scrivere sin da bambina, con grande passione per la poesia; poi, nel 1997, diventa giornalista. Attualmente frequenta l’ultimo anno della scuola di specializzazione in Scienze Criminologiche.

 

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