L’Alchimista di Venezia




Recensione di Cristina Bruno


Autore: G.L. Barone

Editore: Newton Compton

Genere: thriller

Pagine: 320

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Venezia, 1761. Un ricco membro del Maggior Consiglio muore cadendo nel Canal Grande dalla finestra del suo palazzo. Tutto sembra far pensare a un omicidio passionale e il possibile colpevole è subito identificato dalle temute magistrature veneziane: Eliardo de Broglie, uno spiantato truffatore che, millantando di saper trasformare il piombo in oro, aveva circuito la moglie del defunto. Il giovane, fiutando il pericolo, riesce a fuggire grazie alla protezione di un’enigmatica nobildonna francese, Annika Stéphanie Brûlart, contessa d’Aumale. Ma l’aiuto ricevuto ha un caro prezzo: la donna affida a Eliardo la missione di recuperare un misterioso manufatto alchemico che le è stato sottratto. Solo dopo aver accettato, l’alchimista si rende conto che l’incarico è estremamente pericoloso. Tallonato dagli inquisitori e da un gruppo di mercanti ottomani, comincerà una caccia al tesoro che lo porterà a scoprire un’inaspettata verità. Un segreto antico, che dalla Magna Grecia è arrivato fino alle stanze del doge…

Recensione

Il romanzo si apre con un amante in fuga, emulo di Casanova, e un marito che, alla scoperta del tradimento, muore cadendo da un balcone. Da questa vicenda, in apparenza banale, prende il via e si snoda tutto il racconto che conduce il lettore passo passo in un susseguirsi di misteri e di colpi di scena.

Eliardo de Broglie, così si chiama l’amante fuggitivo, è naturalmente il primo sospettato della morte di Gerolamo Venier, personaggio di spicco del patriziato veneziano. Il giovane, chiamato l’alchimista per i suoi traffici di false pietre dai presunti poteri magici, sembra essere il perfetto colpevole: truffatore, seduttore, uomo di pochi scrupoli. Ma a complicare la trama compare subito alla ribalta la contessa d’Aumale, una nobile francese che stranamente ha da poco ripianato i debiti di Venier in cambio della sua eredità in caso di morte: un caso fortuito?

Delle indagini sono incaricati il Missier Grande Mattio Mellan, l’equivalente di un ispettore moderno di polizia, e il suo fido assistente Lodovico Van Axel che non si lasciano ingannare dalle apparenze. Tanto più che le strane morti sono più d’una e tutte in qualche modo collegate tra loro. La sparizione di una misteriosa pietra di proprietà della contessa, rende ancora più difficile riuscire a trovare il bandolo della matassa.

A cosa serve la pietra?

Perché la contessa la rivuole a tutti i costi?

E perché anche gli Ottomani cercano di impadronirsene?

Il segreto si perde nei secoli, ai tempi dei pitagorici, quando il matematico Archita di Taranto ipotizza straordinarie correlazioni statistiche…

La trama, e di conseguenza l’ambientazione, si svolge quindi su due binari paralleli. Da un lato la Venezia di metà 1700, effervescente e libertina anche se ormai prossima alla fine, e dall’altro la Magna Grecia del V secolo a.C. con i suoi filosofi e matematici.

Ed è proprio il particolare del mistero matematico a rendere intrigante la vicenda introducendo un elemento in più di attesa.

I personaggi principali sono tutti ben delineati con tratti precisi: Eliardo il giovane scapestrato e donnaiolo, la contessa, donna fatale dai mille misteri, il Missier Grande, funzionario saggio e arguto, Lodovico giovane e sensibile investigatore. Anche i comprimari non mancano della loro personalità, dal rude Rudolf alla scaltra Lucia al servizio della contessa a Francesco Grimaldi l’erede mancato in cerca di rivalsa, al gondoliere Sandei, tanto per citarne alcuni.

Il libro scorre via veloce. La lettura è facile e la trama accattivante, inoltre la Venezia da cartolina come sfondo è una scelta sempre azzeccata. Chi non ama infatti perdersi tra le calli o scivolare in gondola nei rii di una delle città più belle al mondo?

Da veneziana doc un piccolo appunto: anche se Polo significa Paolo, la denominazione ufficiale dell’omonimo sestiere è proprio San Polo, che non necessita quindi di traduzione. Inoltre i percorsi da un luogo all’altro peccano, talvolta, di qualche salto logico e non sono sempre lineari. Sfumature comunque difficilmente percepibili da un lettore “foresto”…

A cura di Cristina Bruno

fabulaeintreccio.blogspot.com

G.L. Barone


G.L. Barone: è nato a Varese nel 1974 e si è laureato in Giurisprudenza. Con la Newton Compton ha pubblicato La cospirazione degli Illuminati, Il sigillo dei tredici massoni, La chiave di Dante, I manoscritti perduti degli Illuminati e la Codice Fenice saga. È anche autore del serial ebook Il tesoro perduto dei templari e di uno dei racconti della raccolta Sette delitti sotto la neveL’alchimista di Venezia è il suo ultimo romanzo. I suoi libri sono tradotti nei Paesi di lingua anglosassone, portoghese e spagnola.