Recensione di Barbara Aversa Pacifico
Autrice: Silvia Ferreri
Editore: Rizzoli
Genere: Narrativa italiana
Pagine: 224
Anno: 2021
Sinossi. Dall’autrice finalista al Premio Strega, cinque storie di donne che la vita ha scelto di sfidare. E che hanno scelto di raccontarsi, e di ricominciare. Di che pasta siamo fatti lo scopriamo soltanto quando la vita ci mette alla prova. Quando qualcosa si rompe e ci costringe a raccogliere i pezzi, a rialzarci e ricominciare. Le protagoniste di questo libro sono state sfidate dal destino: le esistenze che si erano costruite, fatte di amore, di sogni, di famiglia, sono crollate in un soffio, lasciandole scoperte dove fa più male. Tutte, a un certo punto, sono state costrette a chiedersi quale fosse la cosa giusta da fare. Come Marisa, che per ribellarsi alla ‘ndrangheta ha messo sul piatto la sua vita e quella dei suoi bambini. O come Marica, con le speranze appese a un filo mentre aspetta di diventare madre. Cristina, tradita dalla Chiesa amatissima, si domanda quanta fede occorra per salvarsi davvero. Poi c’è Annarita, che con tutto l’amore tenta di prendersi cura di una figlia in lotta con il proprio corpo. E infine Valeria, che con forza straordinaria si riappropria di ogni desiderio che la sorte vorrebbe negarle. Cinque donne, cinque storie vere, che Silvia Ferreri ha scelto di raccontare maneggiandole con la stessa attenzione che si riserva alle materie incandescenti, per mettere in luce quel nocciolo duro, quel punto nascosto, ma insospettabilmente potente, che di fronte alle difficoltà ci rivela con certezza chi siamo.
Recensione
Cinque storie di donne che ad un certo della punto, inaspettatamente, vengono messe alla prova e provano a fare la cosa giusta.
Il libro è un pugno allo stomaco, una dopo l’altro si susseguono i racconti inglobandoci in realtà quasi paradossali dove sembra scontato che una donna agisca in un determinato modo. O no?
Interrogativi brucianti, asfissianti come nodi alla gola, palpitanti ed ininterrotti non fanno che chiederci ma qual è davvero la cosa giusta?
Andando oltre l’etica, oltre la morale, oltre qualunque cosa.
Io ci ho provato.
Marisa, per scappare alla ‘Ndrangheta rinuncia a tutto, in onore della sua famiglia. Sono ragazzi giovani, hanno fiducia nello Stato e credono che tutto andrà bene, che il loro amore sarà uno scudo protettivo. Entrano escono e rientrano dal programma protezione testimoni, passano gli anni, i figli crescono, ma nessun risarcimento la ripagherà mai della voragine che si è creata nella loro vita.
E poi c’è Marica, una grande storia d’amore. Un matrimonio precoce alla ricerca di un figlio che però non arriva.
Apre un blog e parla della sua Open Adoption. Se non conoscevate questa pratica americana, vi dico subito: neanche io. Ma non posso dire molto perché il viaggio di Marica è tutto da leggere. Una storia fatta di dolore privazioni e di vita.
Tanta vita, donata due volte.
E poi arriva Cristina, la sua storia è agghiacciante. Perché coinvolge suo figlio e leggerla è lacerante. Ci parla di mostri, quelli che si nutrono dell’anima, della giovinezza e di tutta la vita.
Cristina inizia la sua battaglia, da dentro e contro la Chiesa.
E poi Annarita e la sua Elisa, così perfetta che ha iniziato a fare del perfezionismo una malattia che la devasta dall’interno, senza lasciarle più spazio vitale.
Perché giocare contro se stesse è una sfida che difficilmente si vince.
Ma può accadere.
E poi Valeria. L’elefantessa. Ma non ho altre parole (davvero) se non per dire: leggetelo.
Il libro è un impasto straziante di lacerazioni a tratti irreparabili, di tematiche importanti e di riflessioni che ti attraversano, squarciano, divorano.
Tante riflessioni.
Esistono le cose giuste?
Ho camminato avanti e indietro pensandoci. Mi sono risposta di no.
Esistono scelte, ma non è detto che siano giuste.
Sono sempre un rischio, che si corre quando l’amore è davvero tanto, e allora sì bisogna scegliere, sperando davvero di farla, la cosa giusta.
Questa recensione è per tutte le donne che fanno scelte d’amore e che alla fine è l’unica vera cura.L’amore in fondo è sempre l’unica cosa davvero giusta.
Nothing but the best.
A cura di Barbara Aversa Pacifico
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Silvia Ferreri
Silvia Ferreri è giornalista e scrittrice, è nata a Milano e vive a Roma con un marito fotografo e i loro tre bambini. Ha collaborato con “la Repubblica” e il “Corriere della Sera”. In Rai dal 2010, dal 2019 è autrice e voce di Mangiafuoco sono io, in onda su Rai Radio1. Dal 2021 è giornalista del Giornale Radio Rai. Il suo romanzo d’esordio, La madre di Eva, è stato tradotto in spagnolo, francese e cinese ed è stato finalista al Premio Strega 2018
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