Le figlie del capitano




Recensione di Valentina Cavo


Autore: Maria Dueñas

 Editore: Mondadori

 Traduzione: Elena Rolla

 Genere: Narrativa contemporanea

 Pagine: 583

 Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. New York, 1936. Sulla Quattordicesima Strada, nel cuore della comunità spagnola della Grande Mela, viene inaugurato il piccolo ristorante El Capitán. La morte accidentale del proprietario, Emilio Arenas, costringe le sue tre figlie ventenni a lasciare la Spagna per prendere le redini dell’azienda di famiglia. Catapultate nella nuova realtà americana, le indomite ragazze saranno costrette a combattere per riuscire a integrarsi in una terra straniera piena di contraddizioni: inizia così l’avventura di Victoria, Mona e Luz Arenas, giovani coraggiose, determinate a farsi strada tra grattacieli, compatrioti, avversità e amori, spinte dal desiderio di trasformare in realtà il sogno di una vita migliore. Vero e proprio fenomeno editoriale in Spagna, questo romanzo conferma lo straordinario talento di María Dueñas: Le figlie del Capitano racconta la storia meravigliosa di tre giovani ragazze costrette ad attraversare un oceano per trovare la propria strada. Un omaggio indimenticabile a tutti coloro che hanno dovuto abbandonare la propria terra alla ricerca di un futuro migliore e al coraggio di quelle donne che non si arrendono mai.

Recensione

New York, 1936. È proprio questa città ad essere protagonista – e non un semplice fondale sfocato -, con le sue strade piene di vita e di persone che le percorrono notte e giorno, con i suoi odori che cambiano a seconda del quartiere che attraversi, con i suoi rumori che non si fermano mai. La Grande Mela è un personaggio vivido che ci inebria e ci trasporta proprio nel periodo in cui era ancora la terra dei sogni che si avverano per moltissime persone emigrate dal proprio Paese in cerca di fortuna.

Protagoniste, ma a questo punto dovremmo dire “comprimarie”, del romanzo sono le sorelle Arenas: Victoria, Mona e Luz. Benchè sia chiaro che le tre ragazze sono molto diverse l’una dall’altra, sia caratterialmente che fisicamente, e che siano accomunate solo dalla voglia di tornare in Spagna, di cui rimpiangono la quotidianità e la familiarità che non trovano in America, non fuoriescono dalle pagine come succede per la città in cui vivono al momento.

Questo vale purtroppo anche per gli altri personaggi secondari che vengono descritti e poi spariscono per interi capitoli – e ciò avviene senza che si lasci capire che fine abbiano fatto – e che quando rispuntano fuori non sono così incisivi come ci si aspetterebbe per un buon gancio narrativo.

Maria Dueñas ha una scrittura altalenante: a tratti molto scorrevole e a volte pesante e ripetitiva. In questo romanzo riesce a creare una magia a metà, come un bel soufflé appena sfornato che però si sgonfia. Bravissima a proporre un vero spaccato di vita (veritiero e tangibile), senza purtroppo dare la giusta vitalità anche alla storia.

 

Maria Dueñas


è nata nella provincia di Ciudad Real nel 1964. È stata per anni titolare della cattedra di Filologia e Letteratura inglese all’Università di Murcia. Nel 2010 ha esordito con La notte ha cambiato rumore (Mondadori), un romanzo che in brevissimo tempo è diventato uno dei più grandi fenomeni editoriali spagnoli e che nel mondo ha venduto più di cinque milioni di copie. Nel 2013 è uscito Un amore più forte di me e, nel 2015, Un sorriso tra due silenzi, sempre per Mondadori

 

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