Recensione di Valentina Marcis
Autore: Daniele Picciuti
Editore: Golem Edizioni
Genere: horror
Pagine: 240
Anno edizione: 2017
L’inconsistenza del diavolo, ultimo romanzo dello scrittore italiano Daniele Picciuti è uno di quei libri che porta il lettore a confrontarsi con argomenti che, per paura o per qualche altro motivo, di solito mette da parte. Il Diavolo e il Male esistono? Oppure sono solamente i nomi con i quali identifichiamo ciò che non ci appartiene, azioni di altre persone che sono talmente orribili e blasfeme che cerchiamo di allontanare anche solo a parole?
Questo è ciò che accompagna la lettura del romanzo, un po’ thriller e un po’ horror che vede come protagonista principale una giovane giornalista disposta a tutto pur di salvare la propria vita e quella di due bambine che stanno irrimediabilmente per cadere nelle braccia di uomini che hanno per loro un progetto che va al di là dell’immaginabile.
L’intera vicenda si svolge nella città eterna, Roma, ma non nei suoi fantastici monumenti, nelle vie trafficate e vive, bensì in una vecchia fabbrica abbandonata appena fuori il centro abitato. Le descrizioni sono magistrali: le atmosfere scure e il discorso in prima persona attirano chi legge in quei luoghi bui in modo che condivida con i personaggi la stessa ansia e la stessa angoscia. Le stesse frasi, brevi e ad effetto, contribuiscono a far nascere una sensazione di claustrofobia pagina dopo pagina.
La narrazione degli eventi lascia spazio ogni tanto a qualche flashback che ci permette di conoscere ogni personaggio e la sua storia, e di capire il suo ruolo nella vicenda; quest’ultima si sviluppa sino alla fine in un’atmosfera buia, esoterica ma che allo stesso tempo ci lascia con i piedi per terra nel momento in cui ci soffermiamo a pensare che non lontano da noi questa non è soltanto una storia.
Daniele Picciuti
nato a Roma nel gennaio del 1974 si appassiona all’horror grazie ai romanzi di Stephen King prima, Peter Straub e Dean R. Koontz poi, fino a scoprire uno dei fondatori del genere: H.P. Lovecraft. Finalista a molti concorsi letterari di genere, tra cui Il Sentiero dei Draghi e Short Kipple, vincitore del Premio NASF 6 (2010), terzo classificato al Premio Algernon Blackwood (2011).