L’ombra di Pietra




Recensione di Michela Alfano


Autore: Lorenzo Beccati

Editore: Dea Planeta

Pagine: 288

Genere: Narrativa giallo/noir

Anno di pubblicazione: 2018

SINOSSI: Genova 1606. Una spaventosa figura vestita di nero, il volto nascosto dietro una maschera da rapace, si muove nelle tenebre e miete vittime utilizzando uno strano micidiale cappio. Negli stessi giorni il pittore fiammingo Rubens, ospite presso palazzo Doria, scompare nel nulla, facendo temere il peggio. In entrambi i casi a occuparsi delle indagini è la persona più scaltra in circolazione, ma anche la più pericolosa: una donna che non ha paura di niente. È Pietra, la rabdomante: la sua intelligenza le ha procurato molti nemici, ma è a lei che tutti si rivolgono per risolvere i misteri più intricati. Un pomeriggio Pietra trova sulla porta di casa una vecchia dall’aspetto miserevole che sostiene di essere sua madre, la stessa che l’ha abbandonata in fasce. Pietra non è pronta ad aprirle il suo cuore, ma una tempesta di emozioni sta per abbattersi su tutto.

RECENSIONE

La prima cosa che colpisce di questo romanzo è la capacità dello scrittore di calare il lettore nell’atmosfera del tempo, senza che la scrittura risulti per questo pesante o lenta.

È una scrittura densa di immagini e ricca di metafore riuscite. Ogni azione è contestualizzata in quella che poteva essere Genova nell’estate del 1606. I caruggi, le bancarelle dei venditori, il porto, Villa Spinola Doria, il Palazzo Ducale, il Palazzetto Criminale: la narrazione corre tra i luoghi storici dove Pietra, la rabdomante, si muove scaltra in cerca della verità.

Pietra è il suo vero nome, ma lei preferisce farsi chiamare Petra. Anche se tutti la chiamano “la tunisina”, quando non “strega” o altri epiteti poco edificanti. È una donna acuta, intelligente, perspicace. Grande osservatrice, riesce a cogliere i dettagli che sfuggono alla maggior parte della gente, per trarne le sue conclusioni, che poi spaccia per il frutto della rabdomanzia. Sì, perché una donna con tutte queste qualità non poteva certo essere ben vista a quei tempi. Pietra però sta attenta anche a non farsi notare con cose troppo “magiche”: il rischio è di finire sul rogo.

Una protagonista forte, libera dalle catene di un tempo in cui nascere donna non era quasi mai facile. Una protagonista anche umana, però, quindi con le sue debolezze. Ecco perché quando sua madre si presenta davanti all’uscio di casa, sporca e malandata, non ce la fa a disfarsene, anche se a parole esprime proprio questo intento. Di fronte all’improvviso incontro con lei perde anche un po’ della sua scaltrezza.

Il disegno che sta dietro al racconto è ben delineato e il lettore è quasi sempre partecipe delle scoperte di Pietra. Ognuna delle quali scorre su doppio binario: ragionamento deduttivo e arte rabdomantica, quest’ultima a beneficio dell’interlocutore di turno. Le indagini di Pietra relativamente alla scomparsa del pittore Rubens e di alcuni inquietanti omicidi, su incarico rispettivamente dell’illustre famiglia Spinola Doria e del Doge in persona, sono disseminate qua e là di piccole diatribe tra i genovesi che a lei si rivolgono per avere soluzione. Efficaci diversivi che vivacizzano la storia, senza troppo divagare.

Una lettura convincente, evocativa e coinvolgente che rende difficile salutare Pietra, alla fine. La speranza è che la si possa incontrare ancora, intenta a risolvere misteri tra i caruggi di Genova con la sua bacchetta biforcuta, tra le pagine di un nuovo libro.

Lorenzo Beccati


Lorenzo Beccati (Genova, 1955) ha collaborato come autore al successo di programmi che hanno fatto la storia della tv italiana, tra cui Drive-in, Paperissima e, tuttora, Striscia la notizia. Ha scritto film, opere teatrali e romanzi, l’ultimo dei quali è L’ombra di Pietra (DeA Planeta, 2018).

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