L’ultima ricamatrice




Recensione di Valentina Cavo


Autore: Elena Pigozzi

Editore: Piemme

Genere: Narrativa contemporanea

Pagine: 176

Anno di pubblicazione: 2020

 

 

 

 

 

Sinossi. Appoggiata ai bordi del bosco, sulla via che dal paese va verso le montagne, c’è una piccola casa solitaria: è qui che vivono le ricamatrici. Ora è rimasta Eufrasia a praticare l’arte di famiglia, tesse, cuce, ricama leggendo in ogni persona che le si rivolge i desideri più inconsci. Accanto a lei come prima alla bisnonna, alla nonna e alla madre, da sempre, il telaio di ciliegio, rocchetti, stoffe, spole e spilli. Eufrasia ha settant’anni e ha quasi smesso di lavorare, le mani curvate dall’artrite e la modernità in cui tutto è fatto in fretta le avevano fatto pensare di non servire più a nessuno. Ed è in quel momento che arriva Filomela, una ragazza giovane con il riso negli occhi oltre che sulle labbra, che le chiede di prepararle il corredo e di insegnarle a ricamare. Eccola, l’ultima occasione di fare ciò che Eufrasia più ama: rendere felice qualcuno, raccontargli la vita che verrà intrecciando trama e ordito. Le parole che ha risparmiato per tutta l’esistenza ora sgorgano come fiumi in primavera. Racconta di una giovane vedova di guerra gentile ed esperta nel taglio e cucito, di una splendida e coraggiosa ragazza troppo bella per non attirare le malelingue di paese, di un amore delicato come il filo di lino e tanto sfortunato, e di un ricamo tessuto da generazioni, in cui ognuna di loro ha scritto un pezzo della propria esistenza, una scintilla luminosa nel buio del mondo. Elena Pigozzi in questo romanzo ci fa vivere cento anni di storia in un battito di ciglia, a volte vento leggero e luminoso, altre cupo e foriero di sventura. Tante vite si intrecciano in queste righe, tanti amori, ma soprattutto l’amore per la vita stessa e per un’arte millenaria che sono la vera eredità dell’ultima ricamatrice.

 

Recensione

Una casa vicino al bosco, in cui vive una donna di nome Eufrasia che, grazie alle sue sapienti mani, riesce a creare i ricami più intricati e complessi, e soprattutto una storia da raccontare… perché sarà proprio lei la voce narrante del libro che ci farà ripercorrere tutta la storia della sua famiglia partendo dalla bisnonna Esther, passando per la nonna Clelia ed arrivando a sua madre Miriam, per giungere infine a se stessa.

Un racconto fatto di donne che con la loro forza ci trasportano in un passato che potrebbe essere (e in parte è) il racconto di una nonna vicino al fuoco. Eufrasia non lo dirà solo a noi ma anche a Filomela, una giovane donna che ogni giorno va da lei per imparare a ricamare.

I personaggi che troviamo nel libro sono assai realistici e ci si può facilmente immedesimare e farsi trasportare dalle pagine come ipnotizzati dalla voce della ricamatrice.

Esattamente come un ricamo antico, L’ultima ricamatrice, riesce a creare un fine intreccio di trama e ordito che regala al lettore sensazioni molto vivide e reali, grazie alla minuziosa però mai noiosa o banale descrizione di persone e avvenimenti, un prezioso tessuto che sfocia in momenti poesia. Ci sono moltissimi passaggi che riescono a sfiorare il cuore del lettore, parole che lo portano a voler quasi entrare nel romanzo per stare più vicino alle forti figure femminili raccontate e materializzate con maestria dall’autrice.

La scrittura di Elena Pigozzi è davvero evocativa e profonda, porta il lettore in un mondo fatto di pazienza e ascolto, di giornate vicino al camino a ricamare, di donne che potrebbero essere le nostre nonne e che devono essere ricordate per poter creare basi solide nella pratica quanto nell’etica – per il futuro. Un libro che dovrebbe essere letto da chiunque desideri una storia che lo possa coccolare come una calda coperta dai preziosi ricami.

 

 

 

 

Elena Pigozzi


È scrittrice e giornalista. Ha pubblicato per Giunti il saggio Letteratura al femminile e diversi libri di umorismo, tra cui Come difendersi dai Milanesi, Come difendersi dai Romani, Come difendersi dai Napoletani. È dottore di ricerca in Linguistica applicata e Linguaggi della comunicazione e diplomata alla scuola di specializzazione in Comunicazioni sociali dell’Università Cattolica di Milano.

 

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