Autore: Oliver Truc
Traduttore: Raffaella Fontana
Genere: Thriller nordico
Pagine: 446
Pubblicazione: 2013

Un libro nordico diverso dagli altri dove le tradizioni e il folklore vengono fuori prepotentemente, sembra di essere catapultati in un mondo molto lontano dal nostro, dove la pastorizia delle renne è la base della vita e l’unica forma di sostentamento.
In questo scenario c’è la storia di di Klemet Nango e di Nina Nansen appartenenti alla polizia delle renne di Kautekino, piccolo paese della Lapponia norvegese, chiamati dalla polizia a risolvere un caso di omicidio e un furto di un oggetto antico dell’artigianato locale in cui devono districarsi tra leggende e realtà.
I due appartenenti alle forze dell’ordine hanno contro di loro il tempo, visto l’approssimarsi di una conferenza dell’O.N.U., il clima inclemente del grande nord e l’avidità di personaggi loschi sia tra le autorità, sia da stranieri senza scrupoli e le difficili situazioni in cui si trovano gli allevatori di renne.

Il PROTAGONISTA: ASLAK
(di Giusy Ranzini)
Aslak, il migliore e più ‘puro’ allevatore di renne, il lappone che vive lontano dalla civiltà, che conosce la tundra meglio di chiunque altro; la sua vita si svolge tra aurore boreali, paesaggi ghiacciati e giornate senza sole.
È un Sami, popolo autoctono che vive costantemente in simbiosi con “Madre Terra”.
Sullo sfondo, lo scontro tra le tradizioni e la modernità aggressiva e speculatrice.
Aslak vive lontano dal mondo, con le renne e la moglie: oggi nessuno vive più così, lui appartiene ad un’altra epoca; il suo modo di essere evoca nostalgia di un passato che non esiste più.
È molto rispettato e temuto, semplicemente perché è diverso. È diverso perché non si è fatto contaminare dalla civiltà, dalla tecnologia come gli altri abitanti del luogo.
La “diversità”, in questo caso, non è vista come motivo di emarginazione, ma come valore aggiunto.
Aslak, il lappone dallo sguardo duro e intenso: il viso scolpito dalle rughe di espressione e dalla barba ispida che gli conferisco un aspetto da uomo “vissuto”.
Nina ne subisce il fascino, attratta dal suo viso terrificante, duro e quasi brutale e dallo sguardo che fa sì che lei si senta al centro del mondo. É aperta alla nuova esperienza e non ha pregiudizi.
Nina é attratta da lui e dalle sue origini, dagli joik che non sono nenie lamentose e incomprensibili, ma un modo di tramandare oralmente una storia, la loro storia.
Mi sono rimaste impresse le parole del nonno rivolte ad Aslak:
“Vedi Aslak,queste montagne si rispettano. Nessuna cerca di elevarsi più dell’altra per farle ombra o per nasconderla o per affermare la propria bellezza. Da qui le vedi tutte e se sali su un’altra montagna sarà la stessa cosa, vedrai tutte le altre. Gli uomini dovrebbero fare come le montagne”.
Olivier Truc – Dopo essere diventato giornalista si trasferisce nel 1994 a Stoccolma dove lavora come corrispondente per testate come Le Monde e Le Point. Nel 2006 pubblica L’Imposteur, biografia romanzata di un francese scampato dai Goulag. Raggiunge il grande successo con il suo secondo libro L’ultimo lappone (“Le dernier lapon”) che racconta le avventure di un poliziotto sami, che gli permettono di vincere il premio come Quai du polar e prix Mystère de la critique nel 2013. A questo romanzo viene dato nel 2014 un seguito con Lo stretto del lupo (“Le détroit du loup”).