L’ultimo messaggio…




L’ultimo messaggio di Leonardo

Recensione di Cristina Bruno


Autore: Maria Pirulli e Stefano Ferrio

Editore: Skira

Genere: giallo storico

Pagine: 301

Anno pubblicazione: 2019

 

 

 

 

 

Sinossi. Mentre nel mondo si celebra il quinto centenario della morte di Leonardo, nella Milano del XXI secolo si giunge a una sconvolgente rivelazione: la psicoterapeuta e fotografa Adele Cattaneo, giovane e bellissima studiosa, decifra per prima la firma nascosta dell’artista, cui alludono le mani dei personaggi di una delle sue opere più famose ed enigmatiche, la Vergine delle rocce: una pala resa ancora più ambigua e sensuale dalle pericolose relazioni che il suo autore intratteneva con i modelli scelti per rappresentare la Madonna e l’Angelo inviato ad annunciare nuove, imponderabili “maternità”. A guidare Adele verso una così rivoluzionaria scoperta è la misteriosa relazione che, attraverso il tempo e lo spazio, lega la sua esistenza a quella del genio più ammirato del Rinascimento italiano. Un intreccio fra scienza e letteratura dà così vita a un romanzo dove il lettore viene catapultato nei colpi di scena suscitati da un vertiginoso gioco di specchi. È come se le “estreme” esperienze sperimentate da Leonardo alla corte di Ludovico il Moro, fra macabre camere oscure e labirinti abitati da invisibili potenze, evocassero le peripezie affrontate da Adele nell’Italia dei nostri giorni, dove è a sua volta chiamata a sfidare le tenebre in compagnia del piccolo Edmondo, bambino sordo di cui deve prendersi cura.

 

 

Recensione

Leonardo riesce sempre a far breccia nell’immaginario collettivo. È il genio per eccellenza, e la sua arte e la sua vita sono oggetto di studio e talvolta quasi di culto. L’alone di mistero che circonda le sue opere tanto artistiche quanto meccaniche non smette mai di essere tema per libri e film, fra i quali non si può non citare il “Codice da Vinci” di Dan Brown.

Nel cinquecentenario della morte la sua figura torna a invadere la narrativa con un giallo storico che si snoda tra il ‘500 e il 2000 e che vede protagonisti Leonardo in persona e una sua appassionata ammiratrice dei giorni nostri, Adele Cattaneo. Adele, studiosa di arte e psicologia, coglie, nel celebre dipinto “La Vergine delle rocce”, indizi che conducono alla firma di Leonardo celata dietro il linguaggio dei segni utilizzato per comunicare dalle persone affette da sordità. Quella sigla L D A, così abilmente nascosta, evoca però anche un’altra espressione: Lumen Dei Verbum, dal sapore più esoterico e che conduce il lettore a esplorare aspetti della vita di Leonardo tra il fantastico e la cronaca in una ricostruzione del periodo rinascimentale con il suo connubio incomprensibile di barbarie da un lato e il fiorire rigoglioso di cultura e arte dall’altro.

E l’arte è la chiave per la comprensione di questo giallo, l’arte come gioia di vivere, come esaltazione della bellezza che si intreccia con i misteri della scienza. E così ci ritroviamo in mezzo a intelligenze aliene, talvolta ostili e talvolta amiche, alle eredi delle streghe di Salem, ai discendenti di Leonardo portatori di un salvifico DNA.

E mentre la sonda Cassini termina il suo viaggio su Saturno, fatti sconcertanti si verificano in tutto il mondo attirando l’attenzione della Nasa, del Papa e naturalmente di Adele, la vera destinataria e interprete dell’ultimo messaggio di Leonardo.

Sullo sfondo la Milano di allora e quella di oggi con i  Navigli e le  periferie, con le sue luci e le sue ombre.

Il libro scorre in un crescendo di fantasia in cui si mescolano dati storici con eventi improbabili dal sapore onirico e volutamente surreale. La dimensione del sogno è uno dei fili che tengono assieme l’intreccio e che rendono così simili Leonardo e Adele, entrambi affascinati dai misteri della natura e dell’esistenza umana.

La risposta al perché esistiamo e da dove veniamo attraversa la narrazione cercando di catturare nel non detto e nel non dicibile il mistero ultimo che unisce la vita e la morte dell’uomo, un breve attimo che illumina l’universo con il sorriso dell’arte.

 

A cura di Cristina Bruno

http://fabulaeintreccio.blogspot.com/

 

Maria Pirulli e Stefano Ferrio 


Maria Pirulli: nata a Massafra nel 1977, si trasferisce a Milano nel 1994. Dopo la maturità classica si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera e si diploma in Arte Sacra nel 2004. In quegli anni cominciano i suoi studi sulla sordità e sulla lingua dei segni. Frequenta l’ENS (Ente Nazionale Sordi) di Milano e si diploma in LIS (lingua italiana dei segni). Si è specializzata con un master universitario sulle disabilità sensoriali, ha ottenuto il diploma di Musicoterapia orchestrale e conseguito nel 2017 una seconda laurea magistrale in Arti Visive all’Università di Bologna. Nell’autunno del 2018 Mimesis ha pubblicato il suo saggio La lingua dei segni nella Vergine delle rocce. Un’ipotesi sulla firma di Leonardo, lo studio scientifico da cui ha tratto spunto la creazione di questo romanzo. Nel 2019 Maria Pirulli è ideatrice e curatrice della mostra “Leonardo. Genio e Bellezza” (Bologna, Cosmoprof; Venezia, Museo del Profumo di Palazzo Mocenigo; Milano), in occasione del cinquecentenario della scomparsa di Leonardo da Vinci, per dare risalto all’operato del maestro nell’arte profumiera e della cosmesi.

Stefano Ferrio: nato a Vicenza in piena Guerra Fredda, più volte “visitato” durante l’infanzia da spiriti e angeliche presenze, nel 1999 ha debuttato come coautore di Calcio a due (Galla) assieme ad Antonio Stefani. Dopodiché ha dato alle stampe i romanzi Il profumo del diavolo (Marsilio), Impressioni di settembre (Aereostella), La partita (Feltrinelli), Lo spareggio (Nutrimenti). Giornalista, attualmente dirige il periodico online “Smart Building” e collabora al “Corriere del Veneto” e a “Lettera 43”, dopo avere scritto per “Il Giornale di Vicenza”, “l’Unità”, “Diario”, “Il Venerdì di Repubblica”. Voce narrante della Paltan Blues Band, fa parte del gruppo musicale Contrada Ceresa, oltre a collaborare con i Seven Gnoms. Tifa per il Vicenza Calcio.

 

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