Mare Mosso




 MARE MOSSO


Autore: Francesco Musolino

Editore: E/O

Collana: Dal mondo

Anno edizione: 2022

Pagine:179 p., Brossura

Sinossi.

Mare mosso è la storia di un arduo salvataggio, ispirato a un’impresa realmente accaduta al largo del mar di Sardegna, che l’autore arricchisce con una decisa atmosfera da noir mediterraneo che rende omaggio a Corto Maltese e Jean-Claude Izzo, raccontando di traffici d’armi, stupefacenti, amicizie coraggiose e nemici senza scrupoli.

«Una storia avvincente, raccontata magnificamente. Un capolavoro nella tradizione di John Banville e Ian McEwan» – Glenn Cooper

La notte del 24 dicembre 1981 Radio Cagliari intercetta l’SOS di un cargo turco alla deriva, la Izmir. Nella pancia della nave, in balìa del vento di maestrale forza sette, ci sono seicento tonnellate di pesce surgelato. Potrebbe affondare da un momento all’altro. Quella notte, quando il telefono squilla, Achille Vitale sale a bordo della Renault R4 e chiama a raccolta la sua piccola ciurma, organizzando i soccorsi. Achille ha trent’anni, è un ingegnere navale e dirige per conto del Cavaliere – un facoltoso armatore napoletano – una flotta di rimorchiatori a Cagliari. Il suo mestiere è quello di uscire in mare – di giorno o di notte, con qualsiasi tempo, in soccorso di yacht, motoscafi, navi cargo e petroliere in difficoltà – rischiando la vita senza paura. In quella medesima e fredda notte della vigilia del 1981, ad Atene c’è un uomo molto interessato a recuperare il carico della Izmir. Qualcosa di illegale e di gran valore. Cosa nasconde davvero la pancia d’acciaio della nave cargo? Riuscirà Achille Vitale a condurla in porto, affrontando la potenza feroce del mare in tempesta, i ripetuti guasti allo scafo e le spericolate contromosse attuate da quel misterioso uomo di Atene?




MAREMOSSO

A cura di Sabrina De Bastiani


 Recensione di Sabrina De Bastiani

La fame contro la paura.

La forza contro la viltà.

Carnefice o vittima, il resto sono solo chiacchiere.

In quanti modi si può raccontare il mare? In quanti modi è stato raccontato? 

In poesia, per mezzo di metafore, in saggistica, in narrativa, come sfondo, come rifugio, come approdo o come partenza.

In “Mare Mosso”, Francesco Musolino ne restituisce la voce. Non il rumore delle onde o i canti delle sirene, ma la sua essenza, il suo essere. 

Perchè Musolino è uno che ascolta, prima di restituire, e quando lo fa, lo fa con una conoscenza profonda e un rispetto che incantano, così come l’amore che traspare per l’elemento e la verità scevra di mito che trasfonde nella concretezza dei modi per approcciarsi all’acqua e conviverci,  pur se nel breve spazio di un tuffo, un’immersione, una nuotata.

Il mare può essere un compagno di avventure ma è tentatore e menzognero. Eccola la prima lezione da mandare a mente e in un attimo capisci che sei in un regno che non è il tuo. Pinneggi e puoi andare a caccia con un coltello o un fucile ma davanti al pericolo, immerso a venti metri, non puoi assolutamente risalire anche se l’istinto di sopravvivenza ti spinge a farlo, e allora puoi solo scendere a patti con la paura e mentre un polipo ti punta un’anguilla elettrica si interessa un pò troppo a te, devi sempre mantenere la calma. Ti godi la bellezza dei fondali e quel silenzio totale, rotto solo dal rumore del tuo respiro e dal sibili delle pinne, sempre pronto a tutto. Ecco, le regole per sopravvivere sott’acqua sono queste ma nella vita là fuori, in superficie, come la mettiamo?

Ma nella vita, là fuori, in superficie, come la mettiamo? 

Sta in queste righe il cuore noir di un romanzo che ha il respiro dell’epica calato nel contemporaneo di una storia che affonda, e il verbo non è casuale, i suoi presupposti in un fatto realmente accaduto.

Una nave alla deriva, la squadra, capitanata dal protagonista Achille Vitale, nomen,  e cognome,  omen – prestate attenzione – della Siresa Mare Spa, la Società Italiana Rimorchi e Salvataggi, siamo uomini di mare, gente senza fronzoli, che la notte della Vigilia di Natale, nel 1981, affronta un mare in tempesta, quello di Cagliari, per recuperare un carico.

La nave era finita sugli scogli, si era aperto uno squarcio e beccheggiava in mare aperto o era ancora sana e salva ma dispersa? In ogni caso,  toccava andarsela a riprendere. Nessuna incertezza era ammessa.

Da qui in poi silenzio sulla trama e sui suoi sviluppi, tutta e tutti da scoprire per sorprendersi  nel corso dei capitoli, incisivi, tensivi, divoranti,  in continuo crescendo.

Tanto si può dire, invece,  sulla scrittura di Musolino: fluente, profonda, chiara, diretta e allo stesso tempo così emozionante, sul suo senso del ritmo e della storia, sul suo appassionato amore per la scrittura e per l’arte del raccontare. 

Può un noir essere ammaliante? Questo, “Mare Mosso”,  senz’altro sì. 

 Lo è per l’intreccio dell’azione, intercalato dalla vicenda personale del protagonista, Achille, dal suo passato, quello che l’ha condotto a essere lì, nel mezzo della tempesta, letteralmente. E a  farne l’essenza della sua vita. 

Lo è per la sapiente caratterizzazione dei comprimari, ciascuno apportante un frammento di sé, quello costitutivo. 

Lo è per una presenza femminile evocativa,  come uno di quei profumi che persistono, come un leit motiv che è sia richiamo, che destino, che mistero nel mistero.

Lo è per il senso del pericolo incombente ad ogni riga, per la catarsi alla quale si anela, per la vita che irrompe urgente, come le onde di questo mare scosse, spinte, alzate dal più potente dei maestrali. 

Fermarsi qui, e dirlo con i versi di Mare al mattino, di Konstantinos Kavafis

Fermarmi qui. E illudermi di vederli

(e davvero li vidi un attimo appena mi fermai);

e non vedere anche qui le mie fantasie,

i miei ricordi, le visioni del piacere

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Francesco Musolino


Francesco Musolino è giornalista culturale e collabora con varie testate nazionali, cartacee e online. Ha creato il progetto di lettura no profit e insegna scrittura creativa. Il suo romanzo d’esordio L’attimo prima viene pubblicato nel 2019 da Rizzoli. Nel 2022 esce per edizioni E/O, Mare mosso.