Mer’e Domu




Recensione di Fiorella Carta


Autore: Daniela Frigau

Editore: Amico Libro

Pagine: 98

Genere: Narrativa

Anno di pubblicazione: 2017

 
 
 
 
 
 
 

SINOSSI: Questa non è una storia d’amore, perché l’amore non è, né sarà mai, violenza, persecuzione o sopraffazione. Questa è la storia di Maria: giovane, bella, intelligente, la cui vita finisce per ripiegarsi ai dettami di un piccolo paese e ai soprusi di Salvatore, suo marito, con cui si è unita tramite un matrimonio combinato. Questa è la storia di tutte quelle donne, che, ogni giorno, subiscono tacitamente la violenza, soffocando il dolore nella paura.

 

 

RECENSIONE. Affrontare l’argomento “violenza sulle donne” non è facile, si rischia di banalizzare un tema forte, ricco di risvolti e si corre il pericolo di finire come coloro che ne discutono solo nella “giornata mondiale contro” e poi spariscono nella nebbia per il resto dell’anno.

Ho deciso di parlarne attraverso un libro, perché certe parole ti spingono contro il muro e perché alcune realtà, sebbene appaiano obsolete, sono solamente celate dietro altri panni, forse più alla moda, ma sempre sporchi di crimini, omertà e poco ascolto.

Mer’e Domu racconta di Maria, come potrebbe raccontare di Anna, Lucia e anche di Mario, Luca, Stefano.

È una storia che arriva da anni ormai lontani, da paesini della Sardegna in cui comandava chi aveva denaro, possedimenti, reputazione. Tutto ciò che usciva fuori da certi canoni, le eccezioni come Maria, che arrivava da Firenze orfana e carica di libri, erano obbrobrio e da pubblico ludibrio. Fino a quando non ci si adattava, si scompariva cancellando se stessi per sottostare a regole radicate troppo profondamente per ribellarsi da soli.

Così Maria cancella la sua anima, contrae matrimonio e apre la porta a un incubo fatto di soprusi, tradimenti e, cosa più angosciante, di complici del marito.

Un racconto disarmante, capace di suscitare rabbia e profonda riflessione.

Le femmine sarde sono donne forti, astute, capaci di reggere da sole una famiglia; non scevre da errori quando si tratta di difendere il proprio. Per arrivare a far sentire la propria voce e renderla altisonante e decisiva, hanno dimostrato agli uomini di non essere solo mogli di… o semplici addette al loro sostentamento! Hanno tirato fuori gli artigli, usando il proprio cervello, impostando una tradizione matriarcale solida, accogliente e tagliente al punto giusto.

Daniela Frigau ha tessuto una trama semplice, questo non significa aver giocato facile, anzi! Nella semplicità del suo raccontare ha esposto in modo chiaro e fastidioso quanto la violenza psicologica sia ancora più devastante di quella fisica.

Ha messo a nudo il cambiamento che avviene in chi subisce, mostrando come la psiche riesca ad adattarsi e colpevolizzarsi per amore, pur di giustificare il proprio carnefice.

Siamo davvero così lontani da quegli anni? O semplicemente sono solo cambiati il contesto e la scenografia?

Credo che attualmente sia ancora più pericoloso il mondo là fuori, troppa sordità fino a quando non arriva la morte.

Leggere Mer’e Domu mi ha lasciata inquieta, ha colpito da subito, lasciandomi a terra nel finale.

La violenza non ha sesso, la voce deve essere univoca contro qualsiasi forma essa assuma e la letteratura, attraverso questi racconti, urla in modo prepotente contro di essa con parole, emozioni e immagini capaci di attraversare vivide i nostri occhi, grazie a talenti come Daniela Frigau.

 
 
 

Daniela Frigau


Nasce a Cagliari, il 31 agosto 1985. Laureata in Psicologia, scopre la passione per la scrittura tra i banchi del liceo e grazie alla frequentazione di alcuni corsi di scrittura creativa. Nel 2011 ha pubblicato il primo romanzo: “Se fossi conchiglia ti amerei per sempre” edito da “La Riflessione”, con il quale ha vinto una menzione d’onore nel concorso letterario “Valentina”, Ascoli Piceno. Nel 2013, pubblica il suo secondo romanzo: “Figli dell’anima” edito da “Amicolibro”, giunto a una seconda ristampa.