Michael Kohlhaas




Recensione di Velia Speranza


Autore: Heinrich von Kleist

Traduzione: Federico Ferraguto

Editore: Fazi Editore

Genere: Narrativa

Pagine: 126

Anno di pubblicazione: 2020

 

 

 

 

 

Sinossi. Michael Kohlhaas, uomo rispettoso e onesto mercante di cavalli brandeburghese, mentre si reca a una fiera di cavalli, a un certo punto trova la strada sbarrata; sprovvisto del lasciapassare richiestogli, si vede costretto a cedere una parte della sua merce a un nobile per poter attraversare i suoi possedimenti. Si rende presto conto di essere stato raggirato e, al suo ritorno, ritrova i cavalli spossati e denutriti. In seguito a questo grave sopruso, scioccato dalla miseria umana, Kohlhaas si anima di una fortissima sete di giustizia e pretende perciò di ristabilire l’ordine in un mondo caratterizzato dalla prepotenza e dalla depravazione. Rinunciando alla sua ineccepibile virtù e al suo rigore morale, il mercante mette in piedi un esercito di sbandati e scatena una ribellione violenta, che si alimenta del sostegno popolare e che, tuttavia, dopo aver sovvertito e messo in crisi l’intero ordinamento dello Stato, gli sarà fatale.

 

 

 

Recensione

Cara Lisbeth, non voglio restare in un paese in cui non sono garantiti i miei diritti. Meglio essere preso a calci come un cane che come un uomo!». Il punto focale del racconto è tutto qui, in questa frase che passa veloce, fra dialoghi e giri di trama. In una società costituita, i diritti dati ai cittadini sono tutto, sono ciò che rendono fondamentalmente ogni individuo parte integrante di quella realtà. Sottrarglieli, sostituendoli al contempo con ingiustizie e falsità, significa lederlo in quello che ha di più caro, il proprio essere uomo, per riportarlo fra gli animali.”

Michael Kohlhaas mostra in poco più di cento pagine gli effetti a cui i soprusi possono portare. Si tratta di una storia che, nella sua essenza, è universale, applicabile ad ogni tempo. Spogliandola, dai riferimenti storici e dalla circostanza specifica, restano le conseguenze di una profonda ingiustizia ai danni di una persona comune.

Michael Kohlhaas è l’uomo retto per antonomasia. Ricco mercante di cavalli, rispettoso delle leggi, buon marito. Non ha un difetto o cattivo pensiero dentro di sé e per questo è profondamento rispettato dalla comunità in cui vive. Non ha, insomma, alcun motivo pregresso per agire contro il proprio Stato.

Così, quando il barone Von Tronka si approfitta della sua posizione (inventando prima una falsa tassa e poi trattenendo due morelli come pegno), Kohlhaas si rivolge prima di tutto alle autorità. Sa di avere ragione, è la legge a dirglielo, ed è sicuro che tutto andrà per il meglio.

Ma più forte della legge è lo status di Junker cui appartiene il barone ed i suoi legami famigliari che giungono sin dentro alla corte dell’Imperatore.

Ogni possibilità di giustizia viene negata. Come ne Il processo di Kafka, il protagonista è in balia di un sistema che non gli fornisce spiegazioni, solo risposte negative e confuse che gettano l’animo nella più nera disperazione. Ma a differenza di Josef K., il quale si piega al sistema e da esso viene alla fine inghiottito, Kohlhaas decide di reagire e lo fa nel modo peggiore possibile.

L’uomo retto e giusto si trasfigura, mutando completamente forma, rinascendo come demone vendicatore. Per fare ciò, il mercante sacrifica ogni cosa: sua moglie, la sua ricchezza, i suoi figli. Elimina qualsiasi legame che lo tiene ancorato al mondo degli uomini, persino se stesso, immolando sull’altare della Giustizia, la più alta e inviolabile, tutto ciò che era stato fino a quel momento.
Il pensiero della giustizia diventa un fuoco che gli arde dentro, un’ossessione che lo lacera e che lo porta a compiere gli atti più efferati.

Città date alle fiamme, massacri; ogni mezzo diventa legittimo perché è giustificato dal fine. È una guerra di principio quella che scatena, che come tale potrà avere termine solamente quando tale principio sarà riconosciuto valido e vincitore.

L’unica cosa che resta e che tiene ancorato il mercante alla realtà, è la ragione. Mai, neanche per un momento, Michael Kohlhaas perde il senno o il senso di ciò che sta facendo. Rimane sempre lucido e consapevole.

Sa benissimo a cosa lo porterà ogni passo che sta compiendo, trae le logiche conseguenze delle razzie e delle distruzioni, e le accetta serenamente.

È una vendetta razionale quella che persegue e per questo più spaventosa, in quanto ammanta l’ossessione di logica e la rende comprensibile da tutti, quasi scusabile.

 

 

 

 

Heinrich von Kleist


Heinrich von Kleist è stato un poeta, drammaturgo, poeta e scrittore. Nato a Francoforte sull’Oder nel 1777, apparteneva alla nobiltà recente della Germania. Prima di dedicarsi attivamente alla scrittura, fu soldato e funzionario al Ministero delle finanze. A lui è intitolato il premio Kleist per la letteratura tedesca.

 

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