Morte apparente




Recensione di Leonardo Di Lascia


Autore: Barbara Abel

Traduzione: Giulia Mellini

Editore: Leone Editore

Pagine: 432

Anno: 2020

 

 

 

 

 

Sinossi. Jeanne è in coma da quattro anni a causa di un brutto incidente. I familiari temono che i medici stiano per arrendersi e staccare le macchine che la tengono in vita. Tuttavia, una scoperta raccapricciante cambia le carte in tavola: Jeanne è stata stuprata durante la degenza, e ora è incinta. La famiglia Mercier deve decidere se mettere a repentaglio la vita della figlia facendo le portare a termine la gravidanza, o farle abortire il frutto di quell’atto osceno, andando tuttavia contro i precetti religiosi cui sono tanto devoti. I suoi genitori e suo marito hanno dieci giorni per decidere cosa fare, ma prendere questa decisione riporta a galla problemi passati, sospetti, e conflitti familiari. Vengono a galla tradimenti e bugie, che porteranno uno dei protagonisti a compiere gesti estremi, e le vite di tutti saranno irrimediabilmente sconvolte.

 

Recensione

I libri di barbara Abel son sempre una sicurezza come risultato e una sorpresa invece come contenuto. La scrittrice su ogni romanzo tratta delle tematiche diverse e sempre di forte attualità. Riesce a raccontarci delle problematiche reali a modo suo, con il suo thrilling, con la sua penna.

Il risultato? Qualcosa di sbalorditivo.

La Abel, in morte apparente, ci racconta un dramma, il dramma di Jeanne in coma da anni.

La decisione più difficile da prendere?

Staccare la spina.

Una scoperta rimescola le carte e fa sì che Jeanne sia ancora in vita, è stata violentata ed ora è incinta.

Cosa fare?

Far nascere questo bambino frutto della violenza o farla abortire?

La famiglia di Jeanne è molto religiosa e questa cosa influenza molto la decisione. Questa gravidanza apre il vaso di pandora e fa venire a galla delle verità sepolte da anni. Delle verità che anche il diretto interessato aveva dimenticato.

I personaggi sono la parte più riuscita del romanzo, i dissidi interiori, le lotte morali, i contrasti di personalità, le apparenze, fanno sì che il lettore non riesca a guardare di buon occhio nessuno dei protagonisti chiamati in causa. Jeanne anche se circondata da genitori e marito, risulterà sola, sola con se stessa. La Babel ci regala un libro profondo, non scontato e non banale. La storia, non richiama una vera e propria indagine, ma ci racconta del mostro che è dentro chi nasconde la verità.

Morte apparente” è uno step ancora verso l’alto rispetto ai due romanzi precedenti, la penna di Barbara Abel è sempre più tagliente e affilata.

Le sue storie, presentano sempre di più personaggi caratterizzati e controversi. Barbara Abel è una scrittrice di primo livello.

Leggete Morte Apparente e fatemi sapere se la pensate come me!

 

 

 

 

Barbara Abel


è nata in Belgio nel 1969. A ventitré anni ha scritto la sua prima sceneggiatura per il teatro, mentre a trentatré ha pubblicato il suo primo libro, L’instinct maternel, premiato nella sezione romanzi del Festival del film poliziesco di Cognac. La bambina nel bosco è il suo undicesimo romanzo.

 

 

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