Recensione di Loredana Gasparri
Autore: Giorgio Guzzi
Editore: Io Scrittore
Genere: Narrativa italiana
Pagine: 99
Pubblicazione: 27 agosto 2020
Sinossi. Un nome che è una condanna e un’assoluzione insieme, cinque lettere di fuoco: Giuda. Una vita sbagliata, o forse la più giusta possibile, per lui abbandonato molto piccolo dalla madre, cresciuto con un nonno amorevole, eppure con un vuoto dentro profondo come una voragine, e incolmabile. Un vuoto in cui rimbomba quel nome assurdo, che suona quasi come uno scherzo crudele. Giuda, killer di professione, Giuda che piace alle donne ma che non sa affezionarsi a nessuna, fedele solo alla scia di sangue che si lascia dietro, un giorno dopo l’altro, un delitto dopo l’altro, con sinistra, metodica precisione. Giuda che si nutre di male e sembra non essere mai sazio, Giuda che sa tradire, perché omen nomen. Ma ci sono delitti che sono troppo anche per un uomo così. In un serrato gioco di flashback e richiami, con linguaggio denso e asciutto, un romanzo dal cuore nero e attraente, capace di catturare il lettore dalla prima all’ultima riga e accompagnarlo con sicurezza verso lo sconvolgente finale.
Recensione
Da sempre, ho un debole per Giuda. Il Re dei Traditori perché il Primo Traditore della storia, quello più odiato e disprezzato che esista. Talmente abominevole da far passare in secondo piano l’altro primo, quello cronologico, Caino. Uno scontro di titani, davvero: difficile dire quale dei due è più oggetto di repulsione da parte dei buoni e degli onesti.
Ho sempre avuto attenzione per Giuda, perché intuivo che sotto il suo tradimento e l’immenso carico di disprezzo che l’umanità ci ha incollato sopra, c’erano ragioni e motivi che potremmo persino chiamare “superiori”. Di sicuro, controintuitivi e pericolosi. Ma Giuda ama rischiare. Non lo spaventa minimamente il disprezzo, il rischio, la possibilità del fallimento. E’ un giocatore esperto di bluff, anzi, un maestro raffinato in quest’arte dal nome onomatopeico e volatile quanto uno sbuffo di fumo.
Questi sono i tratti principali del Giuda ritratto da Giorgio Guzzi, ai giorni nostri. Ma non mi meraviglierei se fossero appartenuti anche all’Iscariota storico. Nel libro di cui parlo, siamo in Italia, ai giorni nostri: Giuda nasce e cresce a Firenze, e poi vive in tutta Italia, spostandosi da Nord a Sud, seguendo soldi e le sue potenziali vittime, ignare di girare con un bersaglio sulla schiena. Giuda è un sicario. E anche molto efficiente. Quale nome migliore di uno che assomiglia ad un bizzarro pseudonimo intriso di umorismo nero?
Traditore e anche sicario: non è un’evoluzione interessante per un personaggio che tradisce e poi, oppresso dalla colpa, si suicida?
Qui non si parla di suicidio, ma di colpa e tradimento, sì.
Di questo Giuda, al pari dell’Iscariota, conosciamo poco, ma è estremamente preciso. È un uomo di bell’aspetto, che attira le donne. Una famiglia d’origine ricca. Una madre che lo tradisce appena nato, fuggendosene all’estero e lasciandolo all’educazione e all’amore solido dei nonni.
Una vita asciutta, costellata di sentimenti evocati, cercati, coltivati e puntualmente traditi, e con molta efficienza. Giuda è un conquistatore geniale, scaltro, paziente e veloce. Non ha ripensamenti, che si tratti della vittima da studiare e sopprimere, o della donna da sedurre o abbandonare. Non ha quasi mai tentennamenti… a quarant’anni padroneggia bene la scena della vita, e il cuore gli serve principalmente per restare in vita e far circolare il sangue nel corpo.
Almeno, questo finché sua madre non ricompare sulla scena.
Vi ricordate la ragazza sfuggente e fuggitiva dell’inizio del libro, che lo depone tra le braccia dei nonni e salta su un aereo per l’estero? È ritornata. E non è sola. Grazie a lei, Giuda prende la decisione di… fare quello che leggerete.
Se avete punti di vista forti sul personaggio di Giuda, evitate questo libro. Se volete entrare nella testa di un sicario elegante, dalla gentilezza talmente acuminata da sembrare innocua, ed esplorare lo spazio del tradimento dal suo lato, leggetelo fino alla fine, in un fiato. Ha tempi precisi ed è incalzante senza aver mai fretta. L’autore usa stringhe di parole legate insieme da colori e suoni, per descrivere interi stati d’animo e situazioni. Non si dimentica facilmente uno stile così originale, soprattutto perché lo ringrazierete per la delicatezza e la concisione con cui riesce a descrivere situazioni e sentimenti complessi e contraddittori.
A cura di Loredana Gasparri
https://www.delfurorediaverlibri.it
Giorgio Guzzi
58enne, si definisce non uno scrittore ma un “descrittore”. Raccontare storie è la sua passione e ha scelto di farlo in forma di romanzo “perché è il territorio dell’incompiutezza nel quale anche lui vive da sempre”. Nel nome di Giuda è la sua opera prima, ma Guzzi ha nel cassetto altri sei romanzi…
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